Capitolo 2

1K 146 101
                                    

Non ho mai provato una sensazione simile.
È tutto così strano!
Sento come se il tempo si fosse fermato all'improvviso.
Il buio più totale ci avvolge e ci culla.
Lui è contro lo specchio del camerino. Io sono completamente nelle sue braccia...
È come se il buio, con la sua totale oscurità, accecasse non solo la mia vista ma anche la mia mente. Non riesco a muovermi... Non riesco a parlare... Non riesco a fare nulla...
Ma non voglio fare nulla!
Mi sento bene in questo momento...

Il suo respiro sul mio collo... Le sue braccia che mi stringono forte...
Non faccio nulla per contrastare tutto questo...

È così dannatamente strano!

Dopo qualche minuto la luce torna nel negozio.
Per un attimo strizzo gli occhi per il forte bagliore delle luci.
Abbasso le palpebre... Le riapro e...

Vedo il suo viso a pochi centimetri dal mio!
Mi sta guardando fisso negli occhi senza dire nulla...

Non riesco a sostenere questa situazione un secondo di più...

"Ehm... Scusami ma sono inciampato..." dico uscendo dal camerino guardando a terra.

"Tranquillo, non ti preoccupare. Non è stata colpa tua"

"Certo che non è stata colpa mia! Se tu mi tiri così all'improvviso , è normale che io perda l'equilibrio" sbotto verso di lui.

Lui adora prendermi in giro.
Come ora...
Adesso sta ridendo a crepapelle...

"Bambino!" penso, con un mezzo sorriso sul viso.

"Dai cambiati in fretta. Abbiamo già mezz'ora di ritardo dall'inizio della festa"

"Oddio, no... Monica la pazza ci ucciderà" sento urlare dal camerino.

Non ha nemmeno tutti i torti. Monica è una maniaca del controllo, della precisione e dell'ordine. È come se sentissi già le sue urla, ora, per il nostro ritardo...

Dopo aver comprato i vestiti, ci dirigiamo verso l'uscita del negozio.
Alla fine la commessa, in magazzino, è riuscita, miracolosamente, a trovare il vestito da "vampiro" della taglia giusta per Joey.

Quel ragazzo ha davvero dei grandi muscoli...

"Cavolo! Piove a dirotto!" esclamo guardando il cielo.

"Ho già capito... Arriveremo zuppi come due piccoli pulcini a casa..." dice Joey.

"Già... Dai, chiamo un taxi" dico prendendo il telefono.

Ore 21:00

Abbiamo ben un'ora di ritardo...

Salendo le scale, cerchiamo di fare meno rumore possibile, e di non farci sentire al segugio: Monica!

"Hey, hey, hey... Non così in fretta" ci ferma lei mentre stavo aprendo la porta di casa.

Ci giriamo lentamente...

"È tutta colpa di Joey!" dico tutto d'un fiato.

Almeno adesso sta guardando male solo lui.

"Ah... Ma grazie, sei un vero amico" risponde.

Io e Monica scoppiamo a ridere all'unisono.

"Begli amici che ho.." continua.

"Filate a cambiarvi, e poi di corsa a casa mia. Ci siamo già tutti.
Aspettiamo solo voi per iniziare a cenare."

"Sì Signor comandante Signore" esclamo, portandomi la mano in fronte in segno di saluto militare.

Sento Monica ridere mentre rientra in casa.

F•R•I•E•N•D•SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora