Capitolo 9

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Miss Fortune Pov

"Ti ascolto".
Non dice niente, mi scruta e basta.
Solo ora noto che non è l'uomo che avevo fatto entrare nella mia ciurma.
La barba gli è cresciuta molto in questi mesi e sembra decisamente più Gangplank di prima.
Era completamente diverso, mi ha ingannato, ma come avrei potuto capire che fosse ancora vivo e volesse vendetta?
"Mi dispiace per quello che è successo stanotte".
Davvero si sta scusando?
Sembra quasi un rimprovero dal suo tono della voce e dalla sua espressione.
"Lascia perdere".
Non voglio parlarne, non avrebbe senso.
Il moro incrocia le braccia e resta fermo.
Che cosa vuoi ora?
"Comunque sia grazie per essere intervenuto" dico gelida.
In un certo senso è vero, se non ci fosse stato lui avrei passato guai peggiori ma ammetterlo è dura, perchè è tutta colpa sua.
L'espressione del capitano rimane seria e distaccata.
"Ora voglio sapere come sei arrivata a quella situazione" mi ordina.
Il suo tono non ammette risposte negative.
Annuisco.
"Ero tornata in cucina dopo aver pulito per portare il rhum che era finito, quando gli uomini della tua ciurma sono entrati pretendendo cose" inizio a spiegare.
"Che genere di cose?".
"Volevano me".
Gangplank alza un sopraciglio.
"E tu glielo hai dato".
La sua è un affermazione, non pensa neanche che non ho potuto fare niente?!
"No! Ovviamente ho lottato ma più ne uccidevo più ne arrivavano" sbotto.
"Non ti saresti fatta rompere il culo se non avresti voluto" afferma.
Come osa dire una cosa del genere?
"Ah si? Ho goduto così tanto che forse andró a lavorare in un bordello" Sbotto furiosa "Ma certo che no! Non mi è piaciuto! È stato orrendo!
E sai perchè mi hanno soprafatto?!
Perchè nessuno mi porta più rispetto, non più da quando hai preso tu il controllo!
Se solo avessi avuto le mie pistole...
È stata tutta colpa tua!".
Ci saranno delle conseguenze per le mie parole ma se crede che sono una puttana si sbaglia di grosso.
Guardo il pavimento aspettando la sua prossima mossa.
Ora si incazzerà da morire me lo sento.
Forse sta solo pensando al modo più umiliante per punirmi.
Dannazione perchè non dice una parola?!
"Comunque sia sono morti, nessuno oserà più farti una cosa del genere" dice con tono autoritario.
Rimango a bocca aperta.
Gli ho detto tutto ció che pensavo e ha reagito così freddamente?
Come se non fosse successo niente?
"Giusto, forse sei stato tu stesso ad architettare tutto.
Godi così tanto nel farmi del male?" Dico con odio.
Subito dopo mi pento di quello che ho detto.
Uno schiaffo mi arriva sulla guancia facendomi girare la testa leggermente.
Fa male.
"Non permetterti mai più di dire una cosa del genere o giuro che ti faró rimpiangere di non essere morta quel giorno" mi avverte ringhiando.
Annuisco senza guardarlo.
So che non è stato lui, ma li attribusco comunque la colpa.
Che odio, la devo smettere di pensare a queste cose e andare avanti.
"Mi dispiace, non lo credo davvero".
Le parole escono da sole, senza accorgermente.
Sul volto di Gangplank c'è un pizzico di sorpresa sul volto.
Egli si avvicina e appoggia due dita sotto il mio mento e mi costringe a guardarlo.
Il suo sguardo è indecifrabile, ormai dovrei conoscerlo alla perfezione, allora perchè non so cosa mi aspetta?
Sento l'altra mano appoggiarsi sul mio sedere.
Stranamente è un tocco morbido, niente di violento.
Non so come e non so perchè ma mi ritrovo a baciarlo.
È stato tutto troppo veloce per capire chi ha cominciato eppure eccoci qua.
Ma è solo un bacio che diventerà qualcosa di più.
Un mezzo per un'altro scopo.
Possibile che dopo quello che successo voglia ancora fare sesso con me?
Non ha il minimo rispetto nei miei confronti a quanto pare...
Sono costretta a farlo e forse è vero che sono la sua puttana...
Ma non voglio farlo quí...
Se proprio mi vuole lo faremo in un posto comodo.
Mi stacco da lui.
"Non quì" dico piano.
Lui annuisce, mi prende per il polso e mi porta via.
In pochi minuti arriviamo nella sua stanza.
Gangplank chiude la porta a chiave e si avvicina a me.
Appoggia una mano sulla mia guancia e torna a baciarmi.
I brividi mi percorrono la schiena e mi aggrappo ai suoi vestiti.
Con lui è tutto diverso, mi fa provare sensazioni che non provo con nessuno e la cosa più strana è che non devo fingere.
A me piace davvero fare sesso con lui.
E maledizione dovrei essere fulminata per questo.
Presto finiamo sul suo letto nudi e pronti per cominciare.
Affonda dentro di me e io gemo mentre ancora ci stiamo baciando.
Si muove dentro di me piano proprio come piace a me.
Mi aggrappo alla sua schiena e gemo.
Che strano scherzo del destino, perchè proprio lui doveva farmi provare così tanto piacere?
Mi ritrovo a implorarlo per darmi di piú, niente frecciatine o commenti, mi accontenta e basta.
Mi piace tantissimo, il mio corpo ama il suo tocco e il mio cervello si spegne.
Ma prima di spegnerlo completamente ho la sensazione di essere felice.
Il destino deve proprio odiarmi perchè non dovrebbe piacermi tanto.
Vengo due volte e quando esce da me il mio cervello si riaccende.
Sono ancora in preda all'orgasmo ma il mio cervello dice di andarmene.
Gangplank è ancora a cavalcioni su di me, il suo pene semi eretto preme contro la mia pancia, c'è ancora dello sperma sopra esso e sulla mia pancia.
Guardo Gangplank, non sopporto il suo sguardo pensieroso in questi momenti.
Ci stiamo solo divertento, dovrebbe essere spavaldo come sempre.
Non puó darmi così tanto e poi riprenderselo.
Prendo in mano il suo pene e muovo il pollice sulla sua cappella, il suo sguardo cambia immediatamente.
Finalmente si è tolta quell'espressione dalla sua faccia.
Il suo pene è di nuovo duro, il mio sorriso malizioso fa spostare il capitano.
Si stende e prima di pensare non fare la puttana, ho già il suo pene in bocca.
Maledizione non dovrei renderlo così felice e io non dovrei essere felice di farlo così facilmente.
Io ricevo solo male da lui e io mi ritrovo a essere così fottutamemte docile con lui...
Mi odio perchè ha il completo controllo su di me e non posso farci niente.
Il potere assoluto che emana e il sesso con lui è una calamita per me.
È chiaro come il sole che per lui sono solo un oggetto ma non posso cambiare le cose.
Quando ho finito faccio per alzarmi ma sento la sua presa sul mio polso.
"Resta con me".
La sua voce non ha nulla di autoritario ma lo vedo comunque come un ordine.
Mi sdraio accanto a lui e dopo qualche secondo sento le nostre mani sfiorarsi e il suo sguardo di nuovo pensieroso guardarmi.
Perchè sta facendo tutto questo? Qual'è il suo scopo?
Ma non trovo una risposta perchè mi addormento.

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