Capitolo 17

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Sorpasso l'ufficio di Gangplank ed entro nella stanza di fianco.
Lascio la porta aperta e mi siedo sul tavolo di lavoro fatto di metallo.
È freddo e mi fa ricordare quello che ho passato.
Ma non importa.
Non passa molto tempo prima che Ganplank faccia la sua entrata.
Il suo sguardo è indecifrabile.
In silenzio egli prende i suoi strumenti di lavoro e li mette vicino al tavolo.
Ne prende qualcuno ma non riesce a decidere quale usare.
"Dovresti proprio ringraziarmi.
Quello stupido principino voleva farti giustiziare" dice con calma.
Non credo sia tutto quello che ha da dire.
"Scegli.
Umiliazione o dolore".
Sono stata umiliata fin troppe volte.
"Dolore".
Egli sorride.
"Non so perchè ma avevo la sensazione che avresti scelto questa opzione".
Perforza.
"Ci provi così tanto gusto a essere punita da me?".
Lo guardo male.
Anche se sono in questa situazione non riesco a stare buona.
"Non vale neanche la pena risponderti".
Non riesco a non fare il suo gioco.
Vengo appesa a delle corde molto sottili.
Ai polsi e alle caviglie.
Subito cominciano a bruciare fino a diventare incandescenti.
Non so dove le abbia prese forse a Piltover.
Le corde bruciano la mia pelle.
Sento che iniziano a tagliare le ossa.
Urlo mentre Gangplank mi strappa i vestiti e inizia a sfiorare la mia pelle con un'altro pezzo di corda.
Indossa degli strani guanti che li proteggono le mani.
In alcuni punti rimane per alcuni minuti.
Le corde sfregano sulle mie ossa, inizio a vederci appannato.
Continuo ad urlare.
È un dolore insopportabile.
Prima di arrivare al limite Gangplank scioglie le corde e cado rovinosamente a terra.
Il mio corpo trema in modo compulsivo, più lo muovo più sento dolore.
Sento che qualcosa si è rotto o addirittura spezzato.
Il moro mi alza la testa prendendomi per i capelli e si avvicina a me.
"Pensi che sia ancora vero quello che ti ha detto Katarina?
Tu morirai su questa nave.
Non aspetto altro che tu faccia una mossa falsa per ucciderti" sibila.
Trovo la forza per sorridere.
"Allora fallo.
Tu non potresti innamorarti neanche se lo volessi.
Sei un essere immondo.
Swain può solo accompagnare in confronto.
Coraggio fai del tuo peggio GP" sussurro a malapena.
"Quello che ho in serbo per te non lo immagini nemmeno.
Sei stata punita.
È tutto".
Mi lascia andare ed esce.
Non riesco a tenere gli occhi aperti.
Così perdo conoscenza.

***

Mi risveglio nella mia pozza di sangue.
Mi faccio coraggio e dopo parecchi minuti riesco a mettermi in piedi.
"Al diavolo" sussurro.
Se crede che puliró tutto si sbaglia di grosso.
A fatica riesco ad arrivare nella mia stanza e non mi importa se sto ancora sanguinando, devo riprendermi.

***

Vengo svegliata in modo barbaro, buttata giù dal letto.
Apro gli occhi e mi tocco la fronte, ho malditesta forte.
In piedi davanti a me c'è Gangplank che mi fissa con sguardo intransigente.
"Quanto ho dormito?" Chiedo con voce impastata.
"Un giorno intero" mi risponde secco.
Annuisco.
Ho ancora i vestiti sporchi di sangue e le ferite si sono chiuse ma so che quando mi laverò si riapriranno.
Alcune fanno davvero male.
Mi appoggio al letto perchè non sono sicura di potermi rialzare senza cadere.
"Che cosa sei venuto a fare quí?" Sibilo.
Egli alza un sopraciglio in segno di sfida.
"Per vedere se eri morta".
Stronzo.
"Ti è andata male" commento.
La linea della bocca del capitano si forma un ghigno.
"Datti una mossa Fortune hai delle cose da fare".
Che altro c'è ora?
"Fammi dare una ripulita e sono da te" sbuffo scocciata.
Con l'aiuto del letto mi alzo e ignorando il giramento di testa controllo se ci sia qualcosa di rotto.
No tutto apposto.
O almeno credo.
"Fai in fretta" mi ordina Gangplank uscendo dalla mia stanza.
Stronzo.
Mi do una ripulita e come pensavo le ferite si erano riaperte, cosí mi fascio le ferite e mi vesto.
Con qualche difficoltà arrivo sul ponte, sento un incredibile dolore su tutto il corpo.
Quei segni che mi ha lasciato Gamgplank diventeranno cicatrici, sono troppo profonde per scomparire.
Mi accorgo che siamo a Bilgewater.
"È ora di fare provviste e ci penserai tu Fortune" mi ordina il capitano.
Mi lascia una lista piena di cose comprare alta più o meno come me.
Ah davvero? Ora devo anche andare a fare la spesa? Per chi mi ha preso?
Mi affida metà ciurma che mi controllerà e mi aiuterà a portare tutto sulla nave.
Lascia a Fizz una sacco colma di monete e cosí scendiamo dalla nave.
Passiamo praticamente tutto il giorno a comprare le cose più assurde e poco e niente di cose che ci servono davvero.
La cosa estenuante è che una buona metà delle cose sono state complicate da trovare.
Perfortuna conoscevo Bilgewater come le mie tasche altrimenti ci avrei messo molto di più.
Fizz mi è stato tra i piedi per tutto il giorno in attesa della mia fuga che non è mai arrivata.
Sono troppo messa male per scappare verrei subito ripresa.
Insieme portiamo tutto sulla nave.
Non so se sia stato più faticoso trovare tutto o portarlo sulla nave visto che alla fin fine gli uomini fecero poco e niente e toccò a me portare la merce sulla nave.
Figli di una medusa.
Gangplank sembra soddisfatto, ma penso che lo sia di più per il fatto che mi abbia fatto penare e stancare cosí tanto e non per la merce.
Dopo aver controllato che abbia preso tutto sembrava abbastanza deluso.
"Posso andare ora o hai qualcos'altro di assurdo da farmi fare?
È da tipo due giorni che non mangio e se non vuoi che muoia in un modo cosí semplice lasciami andare a mettere qualcosa sotto i denti" dico parecchio nervosa.
Questi stronzi mi hanno fatto lavorare tutto il giorno senza farmi fare una singola pausa.
"Certamente non ti farei mai morire in un modo cosí insignificante, puoi andare".
Faccio una specie di inchino sarcastico.
"La ringrazio sua maestà" bofonchiai.
Gangplank mi lanciò un occhiataccia.
"Fortune avrai meno voglia di scherzare quando vedrai cosa ti aspetta in cucina" mi avvertí.
Lo ignorai e scesi dirigendomi in cucina.
Come minimo mi avevano una montagna di piatti da lavare.
E infatti...
Quella montagna di roba da lavare mi avrebbe occupato tutta la serata se non tutta la notte.
Quel grandissimo figlio di troia...
Perchè non avevo con me del veleno per ammazzarlo in modo lento e doloroso?
Quel bastardo...
Presi qualcosa da mangiare e quando fui sazia mi alzai da terra.
Gangplank mi avrebbe ammazzato di depressione, quella montagna era veramente troppa...
Da qualche punto comincio, i piatti e pentole non sembrano finire mai e quando se ne aggiungono altre dalla cena penso che potrei buttarmi in mare e lasciarmi annegare tranquillamente.
Non demordo e a notte fonda riesco a finire.
Sono troppo stanca e dormirei volentieri per terra in cucina ma ho troppo orgoglio per non farmi vedere in questo stato.
Mi trascino nella mia camera e mi lascio cadere sul letto addormentandomi immediatamente.
Sperai che il karma esistesse per dare una lezione a Gangplank.
Se la meritava davvero.

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