Capitolo 2

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Miss Fortune Pov

Quando riprendo i sensi capisco che sono appesa ad una cella della mia nave.
Anzi la nave di Gangplank.
Ciondolo a mezzo metro da terra e ho i polsi ben legati da una corda.
A fare la guardia ci sono due pirati.
Uno dei due ha visto che mi sono svegliata ed è corso via.
Ho una possibilità di scappare.
Mi do una grande spinta e con gli stivali riesco ad arrivare alla corda, comincio a tagliare la corda con il tacco che l'avevo fatto tagliente apposta per momenti come questi.
Appena sono libera, mi lascio cadere in un atterraggio perfetto.
Mi ritrovo GP davanti.
Merda.
Inditreggio mentre lui viene avanti con passo sicuro.
La sua espressione è impassibile.
Scatto a destra e cerco di correre verso l'uscita della cella aperta, ma vengo presa per un braccio e vengo sbattuta sul pavimento.
Gemo.
"Ah, qualcosa mi dice che non ti piace la mia compagnia" dice il capitano pirata con sarcasmo.
Mi dimeno ma non c'è verso, vengo appesa di nuovo con delle corde nuove ancora più resistenti.
"Va all'inferno" sbotto divincolandomi da quella corda che stringeva i miei polsi.
L'uomo moro mi prende per i fianchi e una scarica di brividi mi attraversa il corpo.
"Se solo avessi le mie pistole ti ammazzerei di nuovo!" Sbotto con tono velenoso.
Egli ride.
"La prima volta hai cercato di farmi saltare in aria e ora credi che ti lascerò riprovare?
Hai avuto la tua occasione, dovevi accertarti della mia morte" dice sorridendo in modo malvagio.
Ringhio furiosa.
Già dovevo.
"Vedi Sarah, ho ucciso i tuoi genitori semplicemente perchè mi andava.
Io rimango il re dei pirati e questa città è mia.
Ora che tutti sanno che sono tornato anche se riuscirai a scappare, ti troverò e ogni volta sarà peggio" dice sogghignando.
Avvolgo le gambe al suo collo e tento di spezzarli il collo ma il risultato è un solido crack sulle ginocchia.
Non doveva nominare i miei genitori, non doveva nominare il mio vecchio nome.
Gli sputo in faccia.
Non mi importa se sto esagerando.
"Okay, ora mi sono stancato di parlare.
Vediamo dove si fermerà la tua resistenza e il tuo orgoglio Fortune" dice pulendonsi.
Non faccio in tempo a ribattere che lui inizia a scaricarmi una marea di pugni sullo stomaco facendomi sputare sangue.
Meno male che non ho nulla nello stomaco.
Il capitano pirata estrae un coltello dalla sua cintura e comincia a farmi piccoli tagli profondi dappertutto.
Fa male ma non li do nessuna soddisfazione.
Successivamente vengo legata ad una sedia e Gangplank continua a sfogarsi dandomi pugni sul corpo alternandoli sulla faccia anche se meno forti.
Dopo qualche ora fa qualche passo indietro con le nocche sporche di sangue e mi ammira.
"Certo che ti ho ridotto male" dice ridacchiando.
Stranamente ho ancora tutti i denti ma ho il naso è rotto.
Si avvicina e con violenza mi rimette a posto il naso.
"Cosí va meglio" dice ridacchiando.
Cerco di divincolarmi per la millesima volta ma sento i polsi bruciare.
Ho sfregato troppo.
"Vediamo se qualche giorno completamente sola ti farà addolcire un po" dice sogghignando.
Lo vedo andare via e resto completamente sola.

***

Quattro fottuti giorni senza mangiare e senza bere.
Se quel capitano dei miei stivali voleva farmi stare buona, stava avendo esattamente l'effetto contrario.
Quanto avevo sognato di ucciderlo lentamente.
Troppe volte e troppi modi diversi.
Ormai non mi sentivo più le braccia e le gambe e la schiena?
Ne avevo ancora una?
Perfortuna dormivo la maggiorparte del tempo.
Sapevo che non era una cosa buona ma almeno non ero cosciente di quello che mi stava succedendo.
Quando Gangplank torna a trovarmi mi trova più incazzata di prima e forse capisco che non sta usando il metodo giusto.
O forse no perchè riprende a massacrarmi di nuovo di botte.
Quell'uomo non accettava un no e io sinceramente non avevo voglia di morire.
Mi sarei inventata qualcosa.
Quando finalmente GP capisce che mi sono arresa taglia le corde con il suo coltello e mi lascia cadere sul pavimento in preda al dolore facendosi una grossa risata.
GP da l'ordine di rimettermi in sesto incatenandomi al suolo per sicurezza.
Ci vuole quasi una settimana per riprendermi.
Quel figlio di puttana non aveva capito che ero una donna e non uno di quei pirata bastardi che conosceva lui.
"Da ora verrai controllata a vista, voglio tenerti d'occhio finchè non ti arrenderai davvero.
Laverai i piatti e farai tutte quelle cose da mozzo.
Guai a te se provi solo a pensare di scappare" dice il moro portandomi sul ponte annunciando il mio nuovo ruolo alla ciurma.
Si sogghignate stronzi.
Non vi risveglierete domani.
Sarebbe stato difficile fare la parte della brava ragazza ubbidiente.
Ero furiosa e cercavo vendetta, ma in questo modo mi sarei fatta solo ammazzare.
Sapevo che Gangplank diceva la verità.
Mi avrebbe ammazzato se avessi cercato di fuggire.
Avrei aspettato anche un'anno o anche di più ma lo avrei portato a fidarsi di me e poi lo avrei ucciso con le mie mani.

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