Capitolo 11

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Miss Fortune Pov

Ascolto tutto quello che Katarina ha da dire.
Non mi tiro mai indietro davanti a una sfida, sopratutto se c'è Gangplank a osservarmi.
A quanto pare Katarina verrà con noi.
Non capisco il perchè.
Prima ci paga per questo lavoro e poi vuole venire con noi?
Non ha senso.
Devo stare attenta.
Forse sta solo fingendo, forse ci ritroveremo con una flotta di Noxus alle costole.
Non mi fido di Katarina.
Torniamo alla nave, è ormai sera e con qualche difficoltà riesco a portare Katarina nella mia stanza.
Gangplank mi ha ordinato di tenerla d'occhio e putroppo sono costretta a farlo.
Non la sopporto e non sopporto lui.
Quando è ora di cena la chiudo a chiave e vado a prendere qualcosa da mangiare per entrambe.
Mangiamo in silenzio.
Sento che c'è tensione da parte mia e da parte sua.
"E quindi ora sei sua" dice all'improvviso con un sorrisetto compiaciuto.
"Non sono un oggetto".
"Per lui si, il trofeo più ambito forse.
L'hai quasi ucciso e averti piegato al suo volere è una delle sue soddisfazioni più grandi per me" mi spiega.
Ne sono consapevole.
"Dovevo accertarmene.
Dovevo vedere i suoi pezzi sparpagliati in giro per stare tranquilla.
Accidenti a me" dico per poi sbuffare.
Il sorriso di Katarina si trasforma in un ghigno.
"Siete fatti l'uno per l'altra.
Se l'ho capito io lo capirete presto anche voi".
È impazzita?!
La guarda sconvolta e schifata.
"Non potrei mai amare chi ha ucciso i miei genitori e chi ha tentato di uccidermi.
Lo odieró sempre" dico risoluta.
"Non esserne così certa.
L'amore ti colpisce quando meno te lo aspetti.
Te lo dico perchè l'ho provato sulla mia pelle" dice seria.
Lei ama qualcuno?
E chi sarà mai?
Non sarà mica... o no...
"Qualcuno di Noxus immagino".
Ella non dice nulla.
Affila le sue spade con sguardo assente.
"Non tradire la tua patria per qualcosa che non sarà mai tuo" affermo con tono gelido.
Ella alza lo sguardo su di me.
"È troppo tardi, lo sto già facendo.
Se mi scopriranno non potró tornare a Noxus e metteranno una taglia sulla mia testa.
Non avró più una casa".
Si sta giocando tutto per vendicare suo padre.
Se è tutto vero dovrei ammirarla.
Rimane ferma sulle sue scelte a costo di morire.
Mi chiedo se avrei dovuto fare la stessa cosa tempo fa.
Morire.
Al posto di sottostare a lui.
Guardo fuori.
Stasera sarebbe la serata perfetta per la fuga, si vedono poche stelle.
Ma ora che ho Katarina quì, non posso fare niente.
È ormai tardi.
Mi cambio mentre lei mi guarda accigliata e mi metto a letto.
"Se mi pugnalerai nel sonno torneró indietro per ucciderti" dico mettendomi sotto le coperte.
Ella rimane lì.
In silenzio.
Le lancio un cuscino ai suoi piedi.
"Prendi la coperta sulla sedia".
Appena si sistema per terra spengo la luce.

***

La mattina dopo mi sveglio poco dopo il sorgere del sole.
Lascio dormire Katarina ed esco chiudendo la porta a chiave.
Fuori stiamo salpando.
Mi dirigo sul ponte, siamo partiti da poco.
Non dovremmo metterci troppo a trovare quella nave.
Forse qualche giorno se ci va bene.
Dobbiamo avere fortuna.
Si, in questo molto periodo sono molto spiritosa.
Al timone c'è Gangplank che da qualche istruzione a un sottoposto.
Salgo le scale e lo raggiungo.
Il pirata scende e io e Gangplank rimaniamo da soli.
"Non capisco cosa tu abbia in mente.
Sarà la scelta giusta quella che hai preso?" Chiedo.
Egli non distoglie lo sguardo dall'orizzonte.
"Odio Noxus e se posso distruggere una colonna portante in modo così semplice e ricevere anche del denaro in cambio perchè dovrei rifiutare?".
Sembra che da come lo abbia detto io fossi stata stupida a non capirlo.
"La ucciderai non è vero?".
Mi riferisco a Katarina.
Da sola non so se avrebbe la meglio contro noi due e la sua ciurma.
"Ti stai preoccupando per lei?" Dice con un piccolo sorriso strafottente.
Divento seria.
"No.
Figuriamoci, odio quanto te i noxiani".
Egli non smette di sorridere in quel modo.
"In ogni caso abbiamo fatto un patto e non infrangeró ció che ho detto.
Swain è un obbiettivo importante e lei ci aiuterà a raggiungerlo.
Lei è già una traditrice per Noxus.
Non tornerà a casa in ogni caso".
Tutto per un uomo?
Pensavo che fosse intelligente quella donna.
Non avrei mai pensato a una cosa del genere.
"È pazza.
Dovrebbe chiedere perdono e magari che so la lasciarebbero rimanere in città" ragiono.
Egli mi guarda divertito.
"Se tornasse e chiedesse perdono inginocchio la ucciderebbero lo stesso.
Ha fatto la scelta sbagliata, l'hanno scoperta, ora pagherà per i suoi errori".
Annuisco.
So a cosa si riferisce.
Sarà meglio non pensarci più.
Lo sorprendo mentre mi guarda in modo strano per un momento.
Poi torna a guardare davanti a sè.
Non lo capiró mai.

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