Capitolo 2

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Jacob's POV

La vita alle volte è un vero schifo. Più la vivi più ti ci ritrovi dentro a quello schifo. Lo schifo delle proprie azioni che mi piacerebbe cancellare schiacciando un semplice pulsante,rimuovere tutto dalla testa e dimenticare. Però più ci provi a dimenticare e più i ricordi riaffiorano nella testa inondando la mente e il cervello è fregato,fregato dai ricordi...

-Allora,a cosa pensi?- chiede Twyla interrompendo il flusso dei miei pensieri.

-A niente di interessante- dico mettendomi dritto sulla sedia di plastica del bar.

-Sicuro? Sai,dovresti imparare a cambiare risposta perché è sempre la stessa- dice sorseggiando il suo caffè

-Dì quello che vuoi tanto lo sai che non ti ascolto-

-Dovevo capirlo prima- dice posando la tazzina un tantino bruscamente sul tavolo. Mi rivolge un sorriso forzato e poi si alza facendo strusciare la sedia sul pavimento -Devo andare,ma chiamami- aggiunge

-Lo farò di sicuro. Ho bisogno di qualcuno che mi distragga perché non ho voglia di socializzare con quegli idioti dei figli del fidanzato di mia madre- dico posando la tazzina e guardandola in quegli occhi color miele.

-Ah già,è vero! Il fidanzatino si trasferisce a casa vostra,me ne ero completamente dimenticata!- esclama con tono fintamente sorpreso

-Quanto vorrei essermelo dimenticato io- dico sbuffando

-Beh,tu non puoi perché hai una memoria di ferro- dice toccandosi una tempia con il dito smaltato di nero.

-Infatti. E casualmente tra una settimana abbiamo una verifica con quel pezzente e dovrò anche sussurarti le risposte perché sicuramente tu non studierai perché hai dai fare-

-Esatto Jacob...ora devo proprio scappare. Hai il mio nuomero,ciao!- dice imboccando l'uscita.

Guardo quella chioma castana lasciare il bar e attraversate la strada attraverso le grandi finestre. Sbuffando mi alzo e lascio sul tavolo i soldi per i caffè. Faccio zig zag tra i tavoli e raggiungo la porta,la apro ed esco. Inizio a camminare verso casa dove sicuramente troverò l'auto degli idioti parcheggiata davanti il vialetto.

_____________

Arrivo davanti casa e come previsto fuori c'è la loro auto con mia madre e l'idiota che scaricano le valigie dalla macchina. Sicuramente i figli saranno già sdraiati sui loro soffici letti o sul comodo divano della sala a guardare la televisione più grande del loro cervello o a usufruire dell'enorme vasca circolare.

-Jacob alla buon'ora!- esclama mia madre appoggiando le mani sui fianchi.

-Ero con Twyla. Sai come sono fatte le donne,ci mettono un eternità per tutto! - dico mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni della tuta.

-Si,certo. Scarica le tue colpe su quella poveretta!- esclama sospirando -Potresti aiutarci con le valigie?- aggiunge speranzosa

-Si!- esclamo esasperato andando più vicino all'auto.

-Ciao Jacob- dice quel pezzente del fidanzato di mia madre

-Ciao- dico scocciato

-Prendi queste,sono più leggere- dice passandomele.

Senza ringraziarlo inizio a camminare verso il portone trascinando le valigie. Altro che leggere! Pesano peggio dei sassi! Mi tocca fare pure il loro servetto!

Arrivo finalmente alle scale e inizio a salirle trasicinandomi dietro le valigie che fanno un gran fracasso alle mie spalle. Giro a sinistra e vado verso la prima porta a sinistra. Accosto le valigie al muro e metto la mano sulla maniglia. Sto per aprire la porta chiusa quando sento i loro discorsi.

-Come ti sembra la casa?- chiede una voce maschile

-Bella e molto grande per due persone- dice invece una voce femminile

-Sempre se esiste il figlio- dice la stessa voce maschile di prima -Sembra che viva da sola,lo ha sempre nominato ma...- A quel punto spalanco la porta e faccio il mio ingresso.

-Certo che esisto- dico facendo uno dei miei ghigni migliori.

-Tu sei Jacob?- chiede il ragazzo della voce di prima osservandomi sbalordito dopo vari attimi di silenzio. Non si aspettava che sarei arrivato prima che dalla sua bocca potessero uscire altre parole o frasi su di me,sicuramente

-Certo,in persona- dico appoggiandomi allo stipite della porta.

-Piacere Alexander,lei è mia sorella Skyler- dice alzandosi e porgendomi una mano che mi limito a osservare. Vedendo che non accenno a stringere la sua mano,la ritrae e rimane in piedi a osservarmi.

-Vi ho portato le valigie. Se vi serve qualcosa non chiamatemi e non entrare nella mia camera,altrimenti vi pentirete di aver messo piede in questa casa- minaccio osservandoli una alla volta.

Osservo la faccia del ragazzo castano che mi osserva sbalordito,poi quello della sorella che mi osserva senza dire niente. Osservo i suoi occhi verdi che mi riportano alla memoria un altro paia di occhi verdi che mi scrutavano felici,sorpresi,tristi,arrabbiati,spaventati e tutte le emozioni che potevano trasmettere.

Mi riscuoto da miei pensieri e volto loro le spalle andando nella mia stanza il più velocemente possibile. Apro la porta e la sbatto dietro alle mie spalle. Mi appoggio a essa cercando di non fare rumore e porto le ginocchia al petto e nascondo la testa tra di loro,mentre cerco di non abbandonarmi ai ricordi.

Spazio autrice
Ecco a voi un nuovo capitolo. Ho preferito farlo dal punto di vista di Jacob e credo che alternerò spesso i capitoli dai loro punti di vista in base alla situazione.

Comunque,domanda del giorno:a chi appartenevano quelli occhi verdi che tormentano tanto Jacob?

Al prossimo capitolo!❤

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