Prologo

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"Tanti auguri ad Emma! Tanti auguri a te!"

Chiudo gli occhi fortissimo e penso a quella casa delle bambole che desidero tantissimo, poi soffio sulle candeline.

La mia mamma è la pasticciera migliore del mondo e per il mio quinto compleanno ha preparato una torta gigante con Winnie The Pooh e i suoi amici, tantissime candeline colorate e con la panna e le fragole a decorarla.

Il giardino è addobbato con palloncini rosa e viola, i miei colori preferiti, e tante bandierine di tutti i colori. Le mie amichette sono tutte qui accanto a me, mentre i miei amichetti sono sul prato e si rincorrono o giocano a calcio.

<< Posso avere la faccia di Winnie The Pooh, per favore?>> chiede Caro alla mia mamma, mentre si sistema una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio. Holly è più attratta da due pop corn che sono caduti sul tavolo per prestare attenzione all'importantissimo momento del taglio della torta.

Mia madre taglia il pezzo con la faccia di Winnie The Pooh a Carolina, invece io prendo la parte laterale, quella con la panna e le fragole. Holly vuole a tutti i costi il pezzo con Tigro, il suo preferito da sempre. Ci andiamo a sedere su una panchina e dopo esserci posizionate con il piattino saldamente sulle gambe, iniziamo a mangiare la torta mentre guardiamo gli altri bambini giocare.

<< Chi è quel bambino con la maglia della Lazio?- mi domanda Holly. - non l'ho mai visto prima a casa tua.>> conclude addentando un altro pezzo di torta.

<< E' il fratello di un amico di mio fratello. >> dico incurante e sistemandomi meglio gli occhiali da sole, che mi ha regalato la mia nonna, sul naso.

<< Fa tanti goal.>> nota Caro. << E' basso.>> puntualizza Holly. << Parla con un accento strano, mio papà dice che è di Napoli. >> rifletto io. << E dov'è Napoli?>> chiede Caro. << E' un quartiere a nord di Roma, lo sanno tutti. >> risponde Holly ovvia.

Holly è più grande, ha sei anni e sa scrivere perchè va a scuola, sa così tante cose lei. Ogni volta io e Caro chiediamo a lei tutto quello che ci passa per la testa.

<< E perchè usano parole strane?>> chiedo io. << Per non farsi capire dalle altre persone. Loro hanno un linguaggio in codice. >> io e Caro annuiamo interessatissime. << Dovremmo creare anche noi un linguaggio in codice, così ci capiremmo solo noi.>> propone Caro. << Si, ma non con tante parole, altrimenti le dimentichiamo. >> concordo io. << Quando vogliamo andare al McDonald's ci basterà dirci... non lo so... "Rubinetto" e tutte capiremo che vogliamo andare al Mc.>> conclude Holly. << Perchè "Rubinetto"? E' una parola difficile.>> fa notare Caro. << Perchè se usassimo parole come "Pennarello" o "Cane" non riusciremmo a capire quando stiamo parlando di un pennarello vero o del Mc.>> le risponde Holly. << Sei così intelligente.>> le sorrido io. << Possiamo usare la parola "Sturalavandini" per quando incontriamo una persona cattiva e che ci sta antipatica?>> propone Caro. << Ottima idea. >> concorda Holly. << E poi "Malleolo" quando una di noi deve andare al bagno, così le altre la seguono.>> suggerisco io. << Ottima idea! Ma cos'è un malleolo?>> chiede Caro. << E' un colore. Quello dei fiori di mamma.>> conclude Holly.

Stiamo per continuare la creazione del nostro linguaggio in codice, quando il pallone ci arriva addosso e butta a terra i miei occhiali nuovi e l'ultimo boccone di torta che mi era rimasto.

Alzo gli occhi e Lorenzo, un mio amico, si sta scusando, dicendo che ha preso male la mira. <<Non devi scusarti, è lei che si è messa troppo vicino al campo. Se lei avesse mangiato insieme alle altre persone vicino al tavolo, la torta non le sarebbe caduta. >> mi giro di scatto verso il bambino che ha parlato. E' proprio quello nuovo con la maglietta della Lazio. Blè la Lazio, forza Roma. << E' il suo compleanno, può fare quello che vuole. >> interviene Holly. << E poi tu non eri neanche invitato alla sua festa. >> arriva in mio supporto un'altra bambina che stava giocando lì vicino, Lidia mi pare. << Sai quanto mi interessa. Io ho sei anni, non vado alle feste delle bambine di cinque. >> fa notare il bambino antipatico. << Sei basso per avere sei anni.>> il bambino si gira di scatto verso Caro e la vediamo diventare tutta rossa.

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