Cercai di far entrare le chiavi nella serratura ma queste maledette non volevano proprio entrarvi,"Collaborate",dissi fra una lacrima e l'altra.
Ero incazzata,triste e la situazione stava peggiorando per colpa delle chiavi.
Ad un tratto tra un imprecazione e l'altra la porta si aprì da sola,davanti a me c'era un Enrick con un bicchiere d'acqua in mano.
"April?Cos'è successo?".
Tirai su col naso e lo abbracciai forte,"Enrick!!!".
Tornai a piangere più di prima.
"Ehm forse è meglio entrare".
Chiuse la porta alle nostre spalle e mi fece accomodare sul divano e mi diede anche la scatola con i fazzoletti."Wow...Sua madre è così stronza?!".
Spalancò gli occhi non appena li raccontai tutta la faccenda.
Buttai a terra il decimo fazzoletto pieno di moccoli e lacrime.
"Sii...Ora capisci cos'ho dovuto passare?!".
Mi accarezzò la spalla,"Mi dispiace.Tu e Mike eravate così belli insieme.E poi il vostro amore è scoppiato all'improvviso,così dal nulla.
Quel ragazzo era pazzo di te,ti ha chiesto di sposarlo nel giro di giorni.
È stata una pazzia,ma penso che sia stato il gesto più bello di questo mondo".
Guardai Enrick.
Mi sorrise.
Sorrisi anche io.
"Marty è fortunata a stare con te".
Li diedi un bacio sulla guancia.
"Perché non vieni a Parigi con me e Marty?Partiamo dopodomani.
Così ti distrai un po'".
Scossi la testa.
"Tranquillo.Godetevi le vostre vacanze.Io farei solo la parte della figlia piagnucolona",scoppiò a ridere.Dopo un'ora passata a guardare la tv insieme,Enrick dovette andar via perché doveva andare a prendere Marty in ufficio,era passato a casa mia,che è ancora casa di Marty,solo per prenderle dei vestiti,lo pregai di non dirle nulla del fatto che mi fossi lasciata con Mike,non volevo che lo sapesse ancora anche perché aveva già pensato ai vestiti per le damigelle...
Mi alzai dal divano per andare in bagno ad immergermi nella vasca,quando mi cadde l'occhio sul cellulare che avevo appoggiato sul tavolo del corridoio.
Vidi che Mike mi stava chiamando.
Strinsi i pugni e spensi il cellulare.
MIKE.
Non era possibile.
April non rispondeva alle mie chiamate da ore.
Ero stufo.
Non potevo aspettare.
"Quindi la tua gnocca ti ha lasciato?".
Mi domandò Patrick accendendosi un sigaro seduto sulla sedia in balcone,"Si,tutta colpa di mia madre",dissi passandomi le mani fra i capelli per la frustrazione,"Le suocere non vanno mai d'accordo con le nuore.La legge del matrimonio",roteai gli occhi,"Questo lo so.Ma non doveva comportarsi in quel modo.Le ha detto delle cose assurde...Immagino April come si sia sentita","Quella ragazza amico mio, è fragile come un bicchiere di cristallo",lo guardai,"Questo lo so",mi sedetti accanto a lui.
Persino Roxy era triste,da quando era tornata a casa non era più uscita dalla camera da letto.
"Pensa che ha lasciato tutte le sue cose qua.I vestiti,le scarpe...Anche il balsamo al cocco",mi passai le mani davanti la faccia,"Hai le mani legate eh?".
Patrick mi diede una pacca d incoraggiamento sulla spalla,"Mi hanno amputato le mani direttamente",rise,"Ascoltami bene Mike",alzai lo sguardo verso di lui,"Da quando l'hai conosciuta sembra che tu sia rinato.Prima che arrivasse lei eri completamente perso nel tuo lavoro,non c'era altro che il tuo lavoro e Roxy.
Ma da quando April è entrata nella tua vita,prima come paziente,poi come amica e subito dopo come ragazza...Bhe fidati che sei riuscito ad aprire un'altra porta nella tua vita che non sia quella del lavoro.
Tua madre ha detto che è un disastro come ragazza?
Che non sarà una madre perfetta?
E chi se ne sbatte!
Se quella ragazza è perfetta così com'è per te,lei non deve impicciarsi nella tua vita cazzo.
E poi dimmi...Chi di noi sarà oppure è già un padre o una madre perfetta?
Nessuno.
Nessuno e lo sai perché?
Perché ognuno di noi è un disastro ambulante ma che con l'aiuto di qualcuno riesce a sembrare meno impacciato".
Rimasi spiazzato.
Patrick non aveva mai detto delle cose del genere.
Scossi la testa.
Ero come in stato confusionale.
Lui alzò un sopracciglio confuso,"Stai bene amico?".
Mi domandò spegnendosi il sigaro.
Mi alzai e lo strinsi forte,"Sei meglio di un filosofo!".
Si mise a ridere e mi spostò da lui,"Ora va a riprenderti la tua amata April.Così di levi quella faccia da cane bastonato",stavolta fui io a darli delle pacche sulla spalla,"Puoi contarci!".
STAI LEGGENDO
Il mio angelo custode col camice.
FanfictionA volte,la vita ci gioca brutti scherzi. Come quella notte fredda di Dicembre. Mancavano pochi giorni a Natale,i negozio erano pieni di decorazioni,per le strade si sentivano le tipiche canzoni natalizie,etc... La neve bianca ricopriva le strade... ...