Capitolo 20

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20.

I'm probably one of the most dangerous men in the world if I want to be. But I never wanted to be anything but me.





Sembrava che fossi stato condannato alla presenza permanente del mio tirocinante, il tirocinante che avevo conosciuto durante la Settimana Infernale: Brendon.
Mi ricordavo di lui. Pensava di essere mio amico. Si sbagliava. Non era un mio amico. Era il mio nemico.
Certo, non era così tanto nemico come Loro, ma ritenevo appropriato classificarlo in questo modo. Mi ricordavo molto chiaramente la brutalità con cui aveva scritto a Markman quelle bugie, nella sua tesina su di me. Mi aveva chiamato insensibile ed egoista. Mi aveva chiamato pazzo.

“Non sono pazzo,” dissi a Brendon e alla Dottoressa Morgan con impazienza. Mi stavo entrambi fissando attentamente, con le penne pronte a scrivere la continuazione della mia terapia involontaria.
Era una bugia, ovviamente. Sapevo di essere pazzo. Avevo distrutto mio fratello a causa di questa pazzia. Ma non volevo essere lì, quindi dovevo convincere la Dottoressa Morgan e Brendon che ero sano e che dovevo essere dimesso. Dovevo convincerli entrambi che stavo abbastanza bene da poter riprendere la vita in comunità.
Non sarebbe mai successo, ma qualcuno deve pur sperare.
Non pensi di essere pazzo?” ripeté la Dottoressa Morgan. Non mi piaceva. Per niente. In effetti, la odiavo. Era anche più brava di Markman a leggermi la mente, e questo mi spaventava. Avevo il suo metodo per guardarmi negli occhi e costringermi a dirle come mi sentivo. Quindi ero stato costretto ad alzare due muri da quando ero arrivato a Brock e l'avevo conosciuta. Non poteva essere umana. Ovviamente era malefica.
Annuii, d'accordo con quello che aveva detto.
“Quindi, eri lucido quando hai ferito Mikey?” chiese.
Che cazzo di domanda era?! Come si fa a chiedere una cosa del genere? Cazzo. Ecco perché era malefica. Non doveva chiamarsi Dottoressa Morgan, ma Dottoressa Malefica.
Non le risposi. Sentivo stringermi il petto mentre lei mi costringeva a pensare a come avevo distrutto Mikey. Avevo speso un sacco di tempo per trovare il modo di non pensarci, ma la Dottoressa Malefica sollevava l'argomento ogni volta che mi vedeva.
“Gerard?” mi fece pressione.
“Non lo so!” dissi sulla difensiva. Ad essere onesto, non mi ricordavo nemmeno di aver ferito Mikey, quindi non avevo modo di sapere se fossi lucido al momento oppure no.
La Dottoressa Malefica mi guardò con attenzione e velocemente cambiai espressione facciale. Non volevo che vedesse quanto dolore mi causasse pensare a Mikey. “Quindi, non pensi di essere pazzo, Gerard?”
“Pazzo è una parola molto forte,” obiettai con noncuranza, guardandomi le unghie. Comportarmi con noncuranza era uno dei muri che avevo costruito. Era molto efficace. Dovevo dare l'impressione di essere indifferente e sotto controllo. Essere stabile era esattamente l'opposto di essere pazzo, e io non potevo essere entrambi.
La Dottoressa Malefica sembrava sorpresa. “Sto usando le tue parole, Gerard,” disse. “Sei tu che le hai usate per primo, dicendomi che non eri pazzo. In effetti, non penso che tu sia pazzo. Sei solo malato.”
Il mio muro di indifferenza cominciò a inclinarsi dopo la parola 'malato'. Molte volte Markman aveva cercato di convincermi che ero malato. Frank aveva provato a fare lo stesso. Non ero malato.
Malattia implicava debolezza e debolezza implicava che non ero in grado di mantenere i segreti.
Jasper si sbagliava; non ero una scelta patetica e debole per un custode di segreti. Li avevo mantenuti al salvo per anni. Avrei pagato per sapere se qualcun altro potesse fare questo lavoro meglio di me. Molti custodi di segreti erano durati al massimo sei mesi, ma non io.
Strinsi con forza i pugni. “Non sono malato,” dissi, pesando ogni parola, sputandola fuori come se fosse veleno.
La Dottoressa Malefica annuì. “Quindi, non sei malato, e non sei nemmeno pazzo?” chiese.
Esattamente.
“Allora perché pensi di essere qui?” continuò con indifferenza.
“Non lo so.”
“Sì che lo sai.” La sua calma era frustrante.
“Onestamente non ne ho idea.” Era una bugia.
“Certo che sì.”
“No, seriamente, Dottoressa-.”
Lei scosse la testa per la mia protesta. “Sì, sai esattamente perché sei qui. Dimmelo.”
“No.” Sapevo esattamente perché ero lì, ma non volevo ammetterlo.
“Dimmelo.” La sua foce era ferma, ma lei era ancora profondamente composta. La odiavo. Mi avrebbe fatto dire qualcosa di cui poi mi sarei pentito.
Sbattei il pugno sul bracciolo della sedia. “No, la smetta.”
“Dimmelo.”
“Perché ho distrutto mio fratello! Okay?!” Le parole mi uscirono di bocca prima che ne fossi del tutto sicuro.
La Dottoressa Malefica restò in silenzio, mentre io praticamente tremavo per la rabbia. Era un'informazione privata. Mi aveva costretto a dirgliela. Come osava usare le sue abilità con me? Aveva dei poteri. Non aveva il diritto di farmi dire cose come quella.
“Distrutto?” disse lei piano.
Mi alzai dalla sedia e uscii dalla stanza. Non mi sarei sottoposto a nessun'altra domanda su Mikey. Lei non aveva il diritto di sapere quanto quel dolore mi stesse lacerando l'anima e consumando lo stomaco. Era una cosa privata.
Ero a Brock perché ero un mostro.

A Splitting Of The Mind ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora