Accendete la musica.
2017
Io mi perdono.
Da anni, ormai.
Mi perdono, me lo concedo, e concedo alla mia anima di ardere legata a una pira come un'eretica che ha bramato l'occulto, fatto l'amore con l'oscurità e danzato a piedi nudi, sull'erba bagnata, ammaliata e rivestita solo dalla tenue luce della luna.La pioggia non purifica, ma il fuoco sì.
E io dalle mie ceneri rinasco fenice.A testa bassa, poco a poco, mi prendo cura di me stessa.
Con dolore.
Sopportato a denti stretti mentre vengo schiacciata dall'interno, immersa nel panico che, accarezzandomi suadente e lascivo, cerca di imbrigliarmi con le sue ninne-nanne maledette simili al canto di bellissime sirene. Come fossi Ulisse a Salem, legata alla mia pira ascolto, provo a divincolarmi e brucio; mi accartoccio, ma non soccombo.
Espio.Con pazienza.
Leccandomi le ferite, un intricato labirinto di strisce di pelle lucida, esposta, rosata, innaturale risultato di ciò che le fiamme hanno lambito.
Di ciò che le fiamme si sono portate via per sempre.
Laddove tanto eravamo, tanto siamo, tanto saremo e adesso tanto non siamo più.Con dedizione.
Concentrata, impegnata, alla ricerca di nuove piccole cellule epiteliali di cui rivestirmi e su cui riscrivere la mia storia come fossero minuscoli frammenti di carta riciclata. Dal vecchio nasce il nuovo: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
E le cicatrici, per le mie dita che intingo in secchi di vernice, divengono tela da dipingere.Con consapevolezza.
Quella di amarmi, senza vergogna; di riuscire a guardarmi allo specchio e osservarmi piena dei residui delle ferite di una gravosa guerra tutta personale, senza vinti nè vincitori, solo sopravvisuti.
Godere del riflesso che mi ritorna indietro.
Fissarmi con gli occhi pesti, ma colmi dell'orgoglio di chi ce l'ha fatta.E poi mi concedo di cadere, ancora.
Mi concedo di rialzarmi, ancora.
Fenice.
Io ti perdono, Beatrice.
E ti permetto di vederti bella come non ti sei vista mai.
Ci sto prendendo così tanto gusto a dedicarmi uno spazio autrice in cui ciarlare del più e del meno, che mi sono andata a cercare un divisore come si deve.
Addio piccoli asterischi!Ebbene, ho un paio di cose da dirvi.
1. Vi ricordo, per chi ne avesse voglia e non l'avesse ancora fatto, che oggi è l'ultimo giorno per votarmi agli Italian Writers Award, categoria Best Undiscovered Gem. (Primo link nel primo commento.)
Ingredienti: una recensione motivata lunga più di cinque righe, due citazioni tratte dalla storia e un voto da 1 a 10.2. La dolcissima e preparatissima MiaRomi mi ha (a suo rischio e pericolo) intervistata e, se vorrete sapere di più su di me e come la penso, troverete le mie farneticazioni nella Boho Chic Room, presente tra le sue opere nel profilo. (Secondo link nel primo commento)
Vi invito anche a dare un'occhiata a Nina, la sua storia, ché Mia, oltre ad essere dolcissima e preparatissima, si dà il caso sappia anche scrivere bene.
Ne approfitto per dirvi che ho fatto tesoro dei suggerimenti che Mia ha dedicato a Tu sei, insieme a quelli di altri utenti che hanno valutato la mia storia (ArielMartini *tossisce cercando di non far notare i riferimenti*).
Per questo, in questi giorni rifarò un po' il guardaroba alle mie parole, revisionando qua e là, togliendo qualcosa (di minimo) e aggiungendo qualcos'altro (soprattutto descrizioni, dei personaggi e dell'ambiente).
Non stranitevi se vi arriveranno notifiche random di capitoli old but gold, al più se vi va dateci un'occhiata che ci potrebbe essere qualcosa in più.Come dite? Oh no, state tranquilli, non per questo smettero di pubblicare gli aggiornamenti!
Nel frattempo, godetevi le emozzzzzioni di Bea adulta e pregustatevi un parallelismo che non tarderà ad arrivare.
Ve se ama.
Giulia
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Tu sei (Le ceneri)
Romance[Completa] [Finalista Italian Writers Award 2017] «Mi amerai ancora tra un'infinità di anni, quando non sarò più giovane e forte, Beatrice? Quando non avrò altro che la mia anima sofferente, dolorante, ferita?» Non rispondo. Non prometto mai quello...