29. Cosa sei disposto a perdere?

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2010

Regalo un sorriso furbo alla luna piena che mi sbatte in faccia la sua, paffuta e luminosa, e do un colpetto con l'unghia del pollice al didietro della mia Winston blu, mentre la cenere cade oltre il cornicione, in basso, verso l'ignoto.

Fa come me: un salto nel buio, il passo più lungo della gamba; sceglie la strada nuova, quella che "si sa che si lascia, ma non che si trova".
Eppure non ho paura.

Mi fido di te.

Chiudo gli occhi e, tenendomi ben salda con le mani, abbandono la testa all'indietro, così da volgerla al cielo notturno. Da dietro le palpebre, dipingo il buio: mi creo il mio firmamento, una stella per ogni cosa bella vissuta con Andrea.

In mezzo a tutte, la più grande, la più luminosa: Pisciotta.

Scoprire tutto l'amore che c'è nell'amarsi, concedersi interamente e senza remore, sentirsi completi, incastrati come i due pezzi di un puzzle. E tutto quello che hai vissuto fino a quel momento sembra sbiadito, tanto sono belle le cose vissute in due, ma in due per davvero.

Scoprire tutto il piacere che c'è nel piacere, riceverlo e darlo. Provocarsi. Il potere di impazzire e di far impazzire. Esplodere in mille pezzi e ricomporsi, insieme.

Scoprire tutta l'affinità che c'è nell'essere affini, nel risvegliarsi abbracciati e innamorati e pieni di voglia, mi metto la tua maglietta e vado di là, a fare colazione! Ma che dici, ma dove vai, con le chiappe al vento? Senza vergogna, anche se io ho un po' di cellulite e tu non hai di certo la tartaruga, perchè io conosco te e tu conosci me e non c'è niente che mi fa paura, non più.

Piove sempre, a Pisciotta, ha piovuto per il resto dei giorni che siamo stati lì: Noemi era triste, Andrea un po' meno, perchè pioggia vuol dire lenzuola sfatte, vetri appannati, sorrisi scanzonati e labbra ovunque.
Pioggia vuol dire giochiamo a imparare tutto quello che non so, ma mi sta bene, non saperlo, perché a me piace scoprirlo con te.

Pioggia che cade, vita che scorre.


E poi, e poi... una stella per ogni volta che, appena tornati dalla Campania, mi hai messo il volante in mano senza aspettare che io passassi la teoria della patente, irresponsabile come sempre, adducendo come unica motivazione il fatto che tanto io vado bene in ogni cosa che studio: figuriamoci che problemi avrei potuto avere con lo scritto della patente, adesso. Sicuro conoscevo già il manuale a memoria.

Era vero, ma tu questo non lo saprai mai. Testardo e sbruffone.

Sopportare le mie ansie, insegnarmi il senso della carreggiata, ché a me viene di camminare sempre al centro della strada e invece mi devo spostare più in là, di lato, per fare posto agli altri. Come hai fatto posto per me nella tua vita, hai detto.
E io da allora cammino sempre appiccicata al lato destro, sempre.

Insegnarmi ad accellerare, ché a volte ci vuole, ma a volte ci vuole anche il freno, Andrea, e questo te l'ho insegnato io.
Sulla frizione, invece, eravamo preparati uguale.

Vecchie che ballano nelle Cadillac.


Una stella per la volta in cui hai fatto le tre di notte insieme a me, per sistemare il percorso per la tesina per la maturità. Roba da matti: tu a scuola non ci vai mai e a me m'hai tenuto in piedi fino a notte fonda a cercare approfondimenti sulla musica nelle tragedie greche.
Mamma e papà erano già andati a dormire, Alessandro era fuori, nessuno si era reso conto che tu non te n'eri ancora andato e abbiamo diviso il letto singolo per due: fortuna che non abbiamo dormito molto, tu non lasci spazio manco per un cazzo.

Ogni tanto accarezzo la cicatrice che ti sei fatto sulla caviglia destra e rido come una matta. Alle sette mamma ha bussato in camera dicendo che era ora di alzarmi, io le ho chiesto altri cinque minuti prima che entrasse a controllare che mi fossi alzata per davvero e tu ti sei calato in fretta e furia in mutande dalla finestra: fortuna che la finestra della mia stanza dà su una stradina desolata e fortuna che abitiamo al piano rialzato, sennò te la saresti rotta, la gamba.

Teste fasciate, ferite curate.


Una stella per la volta che abbiamo fatto un pic-nic notturno a Villa Borghese, con tanto di cestino in vimini e quadrotti di frittata di pasta; una per la volta che abbiamo corso a perdifiato sotto il diluvio perchè il 649 c'è passato sotto il naso e noi eravamo in ritardissimo; una per quella volta che, mentre suonavi in un locale, ti tiravo le noccioline e ti ho fatto perdere la concentrazione e tu non mi hai parlato per tre giorni; una per la nostra prima volta insieme al centro commerciale, in cui mi hai convinta a provare le cose nel camerino del reparto bimbi di Zara visto che negli altri c'era troppa fila e a momenti facevi a botte con quello della sicurezza, che ci ha sgamato.

Una per il ristorante cinese, una per il bagno con l'acqua ghiacciata a Ostia, una per le puntate di Gossip Girl che ti costringo a sopportare e una per le partite a Call of Duty a cui tu costringi me ad assistere in religioso silenzio.

Ci sono i lupi in agguato, Andrea, e tu ancora sai farmi piangere e incazzare e sai sparire per ore, ma le stelle non sarebbero così belle e luminose se non fossero circondate dal nero della notte.
Hai ancora bisogno di tempo per conoscerti, ma io questo lo so e aspetto.
Hai ancora bisogno di crescere, ma questo possiamo farlo insieme e io magari posso aiutarti. Se vuoi.
Hai ancora bisogno di capire, ma non ci hanno regalato il libretto di istruzioni, alla nascita: come smussare gli spigoli, dobbiamo impararlo da soli.

Io ti sto a fianco, io ti so a fianco e anche se i lupi sono in agguato, il peggio è passato.

Apro gli occhi, guardo la notte, rido nella notte.
Non mi fai paura, buio, io ho le stelle!

Sono Beatrice e sono libera.

Mi fido di te.

Forse vi ho inondato di notifiche sui capitoli vecchi, questo pomeriggio (non ho ancora ben capito come funziona Wattpad) , ma stavolta non è un falso allarme: è tutto vero! 🎉Io l'ho detto, che tornavo

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Forse vi ho inondato di notifiche sui capitoli vecchi, questo pomeriggio (non ho ancora ben capito come funziona Wattpad) , ma stavolta non è un falso allarme: è tutto vero! 🎉
Io l'ho detto, che tornavo.
Tempo di prendermi il mio tempo per organizzare le idee e lasciarmi ispirare (tradotto: tempo che arrivasse un weekend in cui non avevo più impegni che anni all'anagrafe).

Grazie a chi c'è e sa aspettare, siete più preziosi dell'oro.

♥️

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