26. Imparare il vento

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2010

È pazzo.

"Sì, ma di te" ha risposto quando gliel'ho detto, facendo alzare a tutti noi contemporaneamente gli occhi al cielo per la banalità del clichè che ha utilizzato come risposta.
"Tutti così dicono" mi ha sussurrato nell'orecchio destro Noemi, nascosta dalla cascata di ricci castani. "Tu hai un'intera generazione di pregiati prosciutti davanti agli occhi, gioia, io no. Non mi sta simpatico, mi ricordo quello che ci ha fatto."
Mi piace quando usa quel noi cospiratorio, come se fossimo talmente unite che qualunque cosa succede a una, colpisce anche l'altra di riflesso.
"Lo tollero solo per te e lo tengo d'occhio, dunque" ha proseguito. "Ma" alzando la voce, si è allontanata da me, sventagliando la tenda di capelli che l'aveva nascosta fino a quel momento. "Ciò non mi impedisce di accettare e trovarmi d'accordo."

"Quoque tu!" L'ho guardata sgranando gli occhi e puntandole un dito addosso. "Traditrice della patria."
"Mi sembra un'ottima idea. Ottima e fattibile. Non vedo nè falle nel piano" ha iniziato a elencare, toccandosi l'indice e di seguito il resto delle dita della mano "nè minacce, nè brutti presentimenti, nemmeno segni del cielo che me lo impediscano. Potente Odino, se hai qualcosa in contrario mandami un segno, adesso!"

Il silenzio ovattato delle tre di pomeriggio ci è rimbombato nelle orecchie nel suo vuoto assoluto. Ho provato a guardare con la coda dell'occhio per vedere se fossi riuscita a scovare il cane randagio che si aggira sempre in piazza - quello sì, che fa un rumore del diavolo, ogni volta! - ma anche lui ha deciso di tradirmi, perso non so dove.

"Hai visto?" ha detto Noemi, guardandomi con espressione supponente. "Nulla di nulla. Tu hai sentito qualcosa?"
Andrea ha scosso la testa, divertito. "Nossignore. Tu, Dario?"
"Neanche una mosca." Ha detto lui, divertito, agitando le dita di fronte agli occhi.

"Voi siete tutti matti, ci saranno una valanga di problemi."

E invece così non è stato, penso, osservando il mare che si arriccia gorgogliando su se stesso, formando una scoppiettante spuma biancastra che ricopre come un manto la distesa d'acqua salata e si deposita per pochi secondi sulla roccia umida, prima di venire inghiottita dal vento.

La reazione di Andrea alla notizia dell'annullamento della gita è stata quasi scontata, oserei dire; gli si deve riconoscere che ha saputo mantenere un certo contegno posato, in realtà, smentito, almeno in parte, dalla gioia malcelata che gli si leggeva negli occhi e dall'abbraccio in cui mi ha stritolato, manco gli avessi raccontato di aver vinto un milione di euro con i gratta e vinci.

Da quel momento è stato sempre lì a rimuginare, distratto, con la testa fra le nuvole, finchè un pomeriggio, subito dopo essere uscite da scuola e mentre mangiavamo una pinsa con le dita e le labbra unte di olio, non ha esordito con l'idea del secolo.

"Sapete" ha iniziato, lentamente. "Una mia zia alla lontana ha una casa a Marina di Pisciotta."
"E dof'è?" ha chiesto Dario, con la bocca ancora piena di condimento.
"In campania... provincia di Salerno. È una casa modesta, un paio di camere da letto, una cucina e un bagno, una cosa del genere."
"Mmh."
"Ecco, pensavo..." ha detto, torturando un povero tovagliolino bianco tra le mani "Insomma, visto che non andate in gita potremmo andarcene a Pisciotta. Giusto qualche giorno, vedere un po' il mare, girare il paesino, cose così."

"E come ci arriviamo, a Pisciotta, scusa?" ho chiesto, guardandolo con gli occhi sgranati.
"Andiamo a Napoli col regionale, no? Poi ne prendiamo un altro fino a Pisciotta e poi un'autolinea che ci porta alla Marina. Ho chiesto informazioni a Termini, non viene molto, sai? Ci mette cinque ore e mezza, senza considerare eventuali ritardi, ma insomma si vive una volta sola, no?"

La piazza silenziosa si è riempita di voci in meno di un secondo.
"Cinque ore e mezzo!"
"Si può fare, ma non lo so..."
"E poi che facciamo? Che si fa nei paesi?"
"Ma secondo te esiste davvero, 'sto posto?" Mi chiedeva Noemi, sotto voce. "L'hai mai sentito, Pisciotta? Ma poi che nome è? Sembra un parco per cani!"

Tu sei (Le ceneri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora