A soli 9 anni Jungkook fece la sua prima visita da una Psicologa Infantile.
I suoi genitori furono sollecitati più volte dagli insegnanti della scuola elementare, i quali avevano notato atteggiamenti "anormali" per un bambino così piccolo: era solito isolarsi dagli altri bambini e distrarsi ripetutamente durante le lezioni; eseguiva di rado e lentamente i compiti assegnati; cancellava di continuo le parole scritte sul suo quaderno, tanto che finiva sempre per strappare le pagine e ricominciare.
I genitori, così come gli insegnanti, credevano avesse qualche ritardo nell'apprendimento e problemi relazionali con i suoi pari, ma la psicologa li smentì:
"Jungkook è un perfezionista, e questo lo porta ad avere lievi comportamenti ossessivi compulsivi. La sua situazione non è per niente grave ma bisognerà seguirlo per un po' di tempo con una terapia adeguata."
Quelle parole risuonavano ancora nel cervello di Jungkook anche a distanza di 10 anni.
Ricordava ogni minimo particolare di quel periodo passato tra scuola, casa e sedute dalla psicologa che, anche se faticava ad ammettere, lo aiutarono molto a limare e controllare i suoi comportamenti "anormali".
Ma, in realtà, non guarì solo grazie alla terapia.
La Dottoressa, dopo vari mesi trascorsi col piccolo Jungkookie tra chiacchiere, giochi e disegni, scoprì la sua vena artistica.
Grazie ad alcuni test riuscì a valutare quanto il suo cervello potesse essere vivido di immaginazione, quanto i suoi occhi potessero andare oltre le apparenze, quanto il suo corpo riuscisse ad esprimere le sue complicate emozioni al ritmo di musica che vi era nel "momento del gioco".
Fu proprio lei a consigliare i genitori di incoraggiare il talento del figlio e fargli sfogare le sue ansie in una disciplina come la danza o il canto, e Jungkook non ringraziò mai abbastanza quella specie di angelo comparso nella sua vita che gli aveva sostituito i cattivi pensieri con la pace e la felicità.
A dirla tutta Jungkook si accorse solo in quel momento di non aver mai più richiamato la Dottoressa dopo la sua ultima seduta, esattamente all'età di 10 anni, - un anno dopo dall'inizio della terapia, - e si sentì un po' in colpa: dopo tutto era stata lei la prima a credere in lui, sia nell'affrontare i suoi problemi, sia in ambito musicale, e le doveva gran parte del merito del suo successo, insieme ovviamente, ai suoi genitori, alla Big-Hit, a Taehyung e gli altri membri dei BTS, ed anche al suo enorme impegno nel migliorare giorno dopo giorno e sfidarsi momento per momento.
Aveva iniziato a pensare a quella Dottoressa inconsciamente e quando se ne accorse capì che era stato proprio il suo stato d'animo in subbuglio a riportarlo indietro di 10 anni e a fargli rivivere quell'inferno in cui i rituali ossessivi gli occupavano gran parte della giornata.
Si guardò a lungo allo specchio iniziando ad avere seriamente paura per il suo stato mentale attuale. A volte, tutt'ora, continuava a fare qualche bizzarria ma riusciva sempre a controllarsi e a mascherarsi dietro il suo ostinato perfezionismo, sfogandosi poi, da solo, in sala ballo fino allo stremo delle forze.
Ma in quel periodo gli risultava sempre più difficile non cedere a quegli strani impulsi ossessivi e questo lo faceva sentire ancora peggio:
odiava sentirsi anormale,
odiava la mente piena di pensieri cupi e ansiogeni, e sapeva che non era solo colpa della canzone che non era riuscito ancora ad iniziare.No.
Lui sentiva qualcosa di diverso, di strano, che gli ricordavano quelle brutte sensazioni della sua infanzia.
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"You made me again." |VKOOK/KOOKV|
FanfictionJungkook deve scrivere un pezzo per il nuovo album ma è in totale crisi e confusione. Sentirsi "anormale" è ciò che ha sempre terrorizzato il membro più piccolo dei BTS, a differenza invece di Taehyung, il quale sembra essere sempre in pace con se s...