"You made me again." |VKOOK/KOOKV|

26.

 "아무것도 없던 열다섯의 나
세상은 참 컸어 너무 작은 나
이제 난 상상할 수도 없어
향기가 없던 텅 비어있던 나 나
I pray"

"Quando avevo quindici anni non avevo ancora nulla
il mondo era così grande, mentre io così piccolo.
Ora non posso nemmeno immaginarlo, ora non riesco nemmeno ad immaginare
il me completamente vuoto, che non aveva un profumo proprio.
Prego.."

Jungkook muoveva la mano, - medicata e fasciata accuratamente dalla madre, -  sul suo quaderno con una velocità pari a quella del treno in corsa su cui si trovava quella mattina ancora buia: stava tornando. Non smetteva di scrivere tutto ciò che aveva nel cuore, nelle ossa, nell'anima..quella sarebbe stata la canzone della sua rinascita, della sua voglia di accettare se stesso, del suo amore per Taehyung e per le persone che gli erano state accanto. 

Love you my brother 형들이 있어
감정이 생겼어 나 내가 됐어
So I'm me
Now I'm me"

Ti amo fratello mio*, ho i miei Hyung
adesso provo emozioni,
adesso sono diventato me.
Ora sono (finalmente) io."

*sineddoche:singolare per il plurale  

Scrisse questo pezzo pensando a tutti i messaggi e l'amore che aveva ricevuto in quei giorni e non solo: i suoi Hyung gli erano sempre stati vicino sin dagli inizi della loro carriera, quando era ancora un adolescente impacciato.

"Lo sono stato anche ora" sorrise a quel pensiero in maniera divertita ma anche nostalgica: sentiva di star finalmente compiendo quel passo importante che chiamavano maturità. O almeno percepiva qualcosa di diverso in lui, qualcosa che non somigliava più ad un ragazzino impaurito: era questo ciò che gli mancava per poter finalmente concludere "Begin", - così l'aveva intitolata. Quella canzone avrebbe segnato l'inizio della sua vera vita, del suo amore per Taehyung, della felicità.. ma doveva ancora fare una cosa: ritornare e riprendersi ciò che era suo! La musica, la danza, il gruppo e Taehyung.

Quando finì di scrivere controllò l'orario: 06:17.
"Ci ho messo solo 10 minuti per scrivere" pensò il Maknae; poi, sistemandosi meglio sulla sua poltrona, si addormentò.

In quello stesso istante un Namjoon tormentato si svegliò di colpo in preda ad un attacco di panico: il suo respiro si stava facendo sempre più corto, il suo corpo iniziò a tremare e la sua vista si appannò. Strinse il piumone più forte che poté mentre faceva strani versi per poter far entrare almeno un po' d'aria nei suoi polmoni. Tutto ciò fece svegliare l'amico al suo fianco il quale, in quelle due notti, era rimasto con lui per via di queste crisi improvvise da parte del leader.

<<Va tutto bene Nam, va tutto bene. Respira piano, lentamente.>> lo rassicurò Seokjin con una voce calda e particolarmente calma mentre gli stringeva forte la mano.

<<Inspira..>> gonfiò il suo petto in modo da mimare il gesto e farglielo apprendere <<..espira>>  cacciò poi tutta l'aria. Ripeté il gesto tre o quattro volte giusto per essere sicuro che il suo Maknae lo stesse seguendo a ruota.

Quando il leader, dopo una ventina di minuti, riprese a respirare regolarmente si fece scappare qualche lacrima

<<Oggi, se oggi non torna..>> si prese i capelli tra le mani e iniziò a tirarseli leggermente. <<Speravo non arrivasse mai questo giorno>>

<<Tornerà! E se non torna una soluzione la troveremo.>> rispose l'altro bloccando la piccola tortura che si stava infliggendo l'amico.

<<Non serve a nulla stare così, i BTS andranno avanti con o senza di lui>>  a quelle sue stesse parole sentì una morsa attorno al cuore ma la ignorò: la realtà dei fatti era questa e non potevano fermarsi ancora per troppo tempo. E Namjoon lo sapeva.

Jimin lo sapeva.

Yoongi lo sapeva.

Hoseok lo sapeva. 

Anche Taehyung lo sapeva.

Ma solo Seokjin stava cercando di affrontare il tutto in maniera razionale.

<<Sono le sette ormai, vieni con me a preparare la colazione?>> lo invitò il più grande sperando di riuscire a distrarlo almeno un po'.

Il minore annuì e lo ringraziò mentalmente: aveva capito il suo intento e sapeva quanto il suo Hyung ci tenesse a lui. 

<<Ti voglio bene>> disse con un filo di voce.

L'altro gli sorrise, poi gli prese la mano e lo trascinò fuori dalla stanza sperando di poter fare lo stesso anche con le sue paure.