7.

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Quando Jungkook varcò la soglia dello studio della Dottoressa si beò del profumo di Lavanda, - rimasto lo stesso per 10 anni, - che invadeva la stanzetta. Gli sembrò di ritornare nel passato quando vide dei disegni attaccati ad un angolo di muro, sicuramente realizzati dai bambini che aveva in terapia. Ricordò di avergliene fatto uno anche lui raffigurante una donna alta e bionda, - la Dottoressa,- che teneva per mano un bambino piccolo e minuto, - se stesso, - e circondati da tanti cuoricini.

Sorrise al pensiero di quel gesto ma subito si sentì in imbarazzo.

<<Dottoressa io so che lei è specializzata nell'ambito dell'infanzia, ma io mi fido di lei ed è l'unica che conosce bene il mio passato>>

Il tempo per la donna sembrava non esser trascorso: anche se presentava qualche ruga in più era rimasta sempre molto bella, in forma e giovanile nonostante i suoi 56 anni, ed i segni che le circondavano gli occhi risultavano armoniosi sul suo viso.

<<Vedrò cosa posso fare. Ora  parliamo un po' così posso farmi un'idea di ciò che stai attraversando, poi valuterò se è il caso di continuare con me o consigliarti qualcun'altro.>> disse con un sorriso rassicurante.

Jungkook era teso ma si sciolse non appena iniziò il suo racconto.

Le disse che avrebbe dovuto scrivere una canzone entro 20 giorni ma che non sapeva nemmeno da dove iniziare.. la sua mente gli sembrava vuota e spenta, sentiva un'ansia particolare, come quella che provava da bambino, ed i comportamenti ossessivi si stavano ripresentando.

<<Sono di nuovo anormale>> finì il discorso con le lacrime che minacciavano di scendere.

A quella parola la donna drizzò le orecchie.

<<Cosa significa per te "anormale"?>>

<<Beh, essere così.>> Jungkook indicò se stesso realizzando di non avere una vera e propria risposta.

<<Così come?>> lo sollecitò lei.

<<Mmm...come quando qualcosa è in disordine. Deve essere tutto uniforme con l'ambiente. Ecco, si, l'anormalità è un qualcosa di caotico e impreciso!>> rispose convinto Kookie.

La Dottoressa annotò sul suo quaderno queste parole e passò oltre, cosa che fece pensare al ragazzo di aver dato la risposta giusta, proprio come se stesse in un quiz televisivo. 

A quel punto gli chiese di parlargli un po' del suo rapporto con gli altri membri, se ci fosse qualche attrito o se qualcosa lo facesse star male.

Jungkook deglutì d'istinto pensando alla sera precedente e, più in generale, a Taehyung.

Non a caso lasciò che quest'ultimo occupasse la parte finale del suo racconto:

<<...e poi c'è Taehyung. E' esattamente il mio opposto, è il caos fatto a persona, non si cura delle cose. Non fraintenda: non è superficiale! Riesce a dare il giusto peso ai problemi, non come me che vado subito in ansia perché ossessionato dalla perfezione.>> disse quasi ridendo. <<Lo stimo molto in questo>> .

<<E' bello che tu abbia una buona considerazione dei tuoi amici. E com'è il tuo rapporto con Taehyung, vista la vostra divergenza?>> continuò lei curiosa.

<<Sembrerà assurdo ma è proprio questa diversità che ci unisce. E' come se ci completassimo: lui riesce a ridimensionare i problemi che ai miei occhi sembrano insormontabili, io invece gli faccio notare cose a cui magari non aveva dato troppa importanza. Rispetto agli altri membri è la persona che mi è sempre stata più vicino nei momenti difficili. Se ho qualche problema, sia di lavoro sia personale, lui è sempre pronto a risollevarmi il morale. Insomma, so dove andare quando le cose non vanno bene e lo stesso vale per lui.>> i suoi occhi brillavano.

<<Quindi gli hai detto anche di questo tuo blocco con la canzone ed il resto?>>

<<...no.>> rispose lui afflitto prevedendo già la prossima domanda della Dottoressa.

<<Perchè?>>

<<E' da un po' di tempo che le cose sono..strane. Cioè, non abbiamo avuto dei litigi, anzi, mai come in questo periodo sembriamo più affiatati del solito però...>> il Maknae iniziò ad agitarsi <<..sento qualcosa di strano dentro me, come dire...anormale!>>

<<Anormale. Mi hai detto che per te significa caos, disordine. Direi che il tuo amico impersonifichi appieno questo termine>>

Jungkook sorrise

<<Beh si, non a caso lo chiamiamo alieno. E' come se vivesse in un mondo tutto suo.>> 

<<Però, anche se è "anormale", non lo consideri sbagliato.>>  disse divertita la bionda.

Jungkook non seppe cosa rispondere. Non ci aveva mai pensato: la persona più vicina a lui era esattamente tutto ciò che lui aveva paura di essere.

<<Jungkook, quello che voglio farti capire è: chi può dire cosa sia normale o anormale? Siamo tutti diversi tra noi e nessuno è sbagliato. Ammiri così tanto il tuo amico forse perché non gli importa cosa dice la gente. Non è anormale: è vivo ed è se stesso.>>

Il ragazzo non capì il perché la Dottoressa gli stesse dicendo quelle cose. Anche lui ha sempre vissuto bene restando se stesso, o almeno così pensava.

<<Ma dimmi: cos'è che ti sta facendo sentire strano quando sei con Taehyung?>> continuò lei cercando di approfondire la tesi che aveva in mente.

Jungkook mugolò per un paio di minuti muovendosi nervosamente sulla sedia e si guardò attorno in cerca di un qualche aiuto "da casa": più il tempo passava e più si sentiva in un qualche gioco in cui non doveva assolutamente perdere.

<<Raccontami l'ultimo episodio con Taehyung che ti ha fatto sentire "strano">> lo incitò.

<<Ma cosa c'entra questo con la mia canzone? Io non capisco..>> il piccolo stava iniziando a spazientirsi al ché la Dottoressa capì di aver fatto centro.

<<Dobbiamo scavare a fondo Jungkookie. Hai un blocco che ti sta causando molti disagi.. se prima il canto e la danza riuscivano a farti sentire bene ora non bastano più. E' successo qualcosa che terrorizza il tuo stato mentale e dobbiamo capire cosa. Solo così riuscirai a liberarti di questi pensieri e scrivere la tua canzone. Devi fidarti di me.>> 

<<Io devo andare, è anche scaduto il tempo no?>> era raro che Jungkook perdesse la pazienza ma ora si sentiva scoppiare e aveva solo voglia di andarsene. Il perché non lo capì nemmeno lui.

Il maknae borbottò per tutta la strada di ritorno"cosa c'entra Taehyung con la canzone?" e "io proprio non capisco cosa volesse da me la Dottoressa. Ho fatto male a chiamarla".

Proprio mentre apriva la porta di casa gli arrivò un messaggio:

<Se hai bisogno puoi scrivermi quando vuoi. Mi piacerebbe rivederti per parlarne ancora. Saluti, la Dottoressa Hyun-Ae>.

<<Ma che vada al diavolo>>

&quot;You made me again.&quot; |VKOOK/KOOKV|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora