La sfida.

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Emma.

Oggi si è presentata davanti a me l'occasione più grande della mia vita. Non mi sembra vero che fino a tre giorni fa mi trovavo nel mio Paese, Malta, e invece ora sono qui a Roma.  Dopo essere stata scartata ai casting, finalmente sono di nuovo qui nella scuola di Amici a inseguire il mio più grande sogno: diventare una cantante.

Scendo dal mio taxi e faccio un respiro profondo. Davanti a me ci sono gli studi Elios e oggi sembrano ancora più grandi di come li ricordavo, attraverso tutto il viale che congiunge il cancello d'ingresso con la scuola di Amici e mi ripeto che posso farcela, anzi, devo farcela!

Dei ragazzi della produzione mi accolsero cordiali, qualcuno era stato anche fin troppo gentile nei miei confronti ma era una cosa a cui oramai avevo fatto l'abitudine, sapevo di essere bella e di non passare inosservata anche se questa cosa mi metteva in imbarazzo in alcuni casi. Mi indicarono una saletta e iniziarono a spiegarmi i meccanismi della sfida che avrei dovuto affrontare, non ero proprio sicura di aver capito tutto perché purtroppo io parlavo soltanto inglese e capivo pochissimo italiano e quel ragazzo aveva parlato davvero troppo veloce. "Speriamo bene" pensai. La ragazza che avrei dovuto sfidare era Audjah, aveva una voce pazzesca e indubbiamente sarebbe stata una bella sfida. Scese dalle scale mentre il pubblico l'applaudiva e dopo qualche secondo Marcello mi presentò "facciamo entrare la tua sfidante: Emma".

Il giudice chiese ad entrambe due brani e in uno dei due ebbi anche la possibilità di esibirmi con il pianoforte, ritenevo che fosse un valore aggiunto alla mia voce e che mi permettesse di esprimermi al meglio. La sfida era finita e, indipendentemente dall'esito, la cosa che mi aveva resa felice era il sostegno del pubblico che non mi aveva mai sentita cantare prima di quel momento. Pochi attimi di tensione e poi " bella sfida e diventa difficile esprimere un giudizio... Ma oggi questa sfida la vince Emma!". Aprii la bocca sorpresa e non ero sicura di aver capito bene "avevo vinto?".

Marcello mi consegnò la felpa nera e dopo aver ringraziato tutti una ragazza della produzione mi indicò una saletta in cui potermi cambiare per poter indossare la divisa di Amici. Il mio sogno iniziava a prendere forma e in quel momento una semplice tuta nera sembrava l'abito più bello del mondo. Dopo andai dal microfonista e finalmente potevo entrare nella famosissima sala relax. Il primo ad accogliermi fu Mose, un ragazzo bassino con un taglio e colore di capelli un po' strani ma immediatamente i suoi capelli mi sembrarono quasi normali quando dietro di lui scorsi un ragazzo decisamente più alto con dei capelli biondissimi. "Hi!" salutai genericamente tutti i ragazzi, Mose rispose entusiasta e anche il ragazzo dai capelli biondi mi salutò per poi andare immediatamente nello spogliatoio senza neanche presentarsi. A differenza sua tutti gli altri ragazzi mi strinsero la mano con un cordiale "Nice to meet you!". Avevo seguito abbastanza il programma e quindi conoscevo il nome di tutti e apprezzavo particolarmente Nicole come cantante, aveva un bellissimo timbro e mi fece piacere dirle "sei bravissima!" sforzandomi di parlare italiano. Mi ero posta un altro obiettivo: oltre a diventare una cantante volevo assolutamente imparare a parlare italiano.

La sera andai nella stanza che mi assegnarono, le mie compagne erano Claudia e Carmen, rispettivamente una ballerina e una cantante che facevano parte della squadra del Ferro come me. Nicole invece era nella squadra del fuoco, così come Biondo, mentre invece Mose era in squadra con me e sembrava felicissimo di questa cosa. Nonostante non parlassi per niente bene l'italiano gli altri non sapevano che riuscivo a capirlo e in sala relax avevo chiaramente capito che stavano parlando di me e non andavo a genio proprio a tutti, o meglio tutte. In particolare Carmen non sembrava contenta del mio arrivo, speravo di sbagliarmi dal momento che ci avrei dovuto condividere la stanza.

Dopo una doccia veloce, un trucco leggero ed essermi vestita con una felpa e un jeans, scesi a cena. Le altre dovevano essere già scese perché in camera non c'erano più. Le trovai giù nel ristorante dell'hotel sedute nello stesso tavolo e pensai di sedermi con loro ma Carmen mi anticipò "Emma, here are Mose and Federico (Emma, qui ci sono Mose e Federico)" accennai un sorriso forzato e mi diressi spaesata alla ricerca di un tavolo in cui sedermi. Per fortuna qualcuno venne in mio aiuto "Emma, come here (Emma, vieni qui)" disse Lauren con un fortissimo accento americano. Il fattore della lingua non era da sottovalutare e proprio per questo ero sicura che io e lei saremmo diventate molto amiche, in più aveva un sorriso dolcissimo ed era stata davvero gentile ad invitarmi a sedere con lei. Poco dopo ci raggiunse Orion, ballerino del fuoco proprio come Lauren, e iniziammo a mangiare. La serata passata con loro mi aveva quasi fatto dimenticare il comportamento di Carmen nei miei confronti.

Finita la cena decisi di uscire fuori e telefonare alla mia famiglia, ancora non gli avevo dato questa super notizia! Dopo venti minuti la chiamata terminò ma non avrei riposto il mio iPhone, dovevo chiamare Keanu, il mio fidanzato storico da ormai tre anni. Sarebbe stato sicuramente felice per me anche se sapevo che l'idea di stare così lontani per così tanto tempo non lo rendeva affatto felice. Stavo cliccando sul display in corrispondenza del suo nome quando una voce mi fece sobbalzare e ci è mancato poco che il mio telefono finisse a terra. "Emma!" urlò Biondo, "Hi!" disse quasi sotto voce. Sul fatto che fosse strano non c'erano molti dubbi devo ammettere "Hi, Blondie!" ridacchiò, "Simone, my name is Simone" scandì bene atteggiandosi da playboy "or, if you want, Biondo" gli sorrisi imbarazzata.  Lo vidi cercare qualcosa nel giacchetto e alla fine estrasse un pacchetto di Marlboro " vuoi?" mi chiese e scossi la testa "no, grazie. I don't smoke". Si andò a sedere su un divanetto nel cortile esterno del nostro hotel e in qualche modo capii che voleva mi sedessi accanto a lui. Iniziò a farmi molte domande e sembrava realmente curioso di conoscerne le risposte e questo mi fece ricredere sull'idea iniziale che mi ero fatta su di lui e in più sentendolo parlare in italiano, il suo era tra i più incomprensibili per me, non avrei mai immaginato sapesse così bene l'inglese.

Probabilmente passai più di un'ora in sua compagnia e ad un certo punto suonò la sveglia dal suo telefono e mi spiegò che dovevamo immediatamente ritornare in stanza perché c'erano delle regole ben precise a riguardo ed essendo il primo giorno non volevo di certo infrangerle. Stavamo salendo le scale e Simone mi chiese chi erano le mie compagne di stanza, alla mia risposta la sua espressione era facilmente decifrabile "good luck" aggiunse. Questo mi confermò che il parere che avevo su di loro non era affatto sbagliato, invece su Biondo mi ero ricreduta per il momento. Arrivammo davanti alla mia stanza e lo salutai "goodnight blondie", sussurrai per non svegliare le altre mentre aprivo la porta della camera, mi fece l'occhiolino e schioccò un soffice bacio sulla mia guancia. Entrai in camera sentendo le guance a fuoco ma sicuramente era lo sbalzo di temperatura tra il calore della stanza e l'esterno dell'hotel, credo...

Mi posizionai sotto le coperte e prima di chiudere gli occhi avrei dovuto puntare la sveglia per la mattina seguente. Sbloccai il mio cellulare e alla vista dello sfondo mi ricordai una cosa importanissima: non avevo telefonato al mio fidanzato.

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora