10. Reazioni inaspettate

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I giorni passavano, i due erano molto impegnati nelle missioni di protezione dei confini o di scorta a commercianti, quando tornavano al villaggio facevano finta di andare ognuno a casa sua, ma dopo poco uno dei due riusciva e raggiungeva l'altro cercando di non incontrare nessuno per strada. Naruto era turbato dal fatto di non essere ancora riuscito a parlare con Sakura, la aveva incrociata un paio di volte, ma lei era dovuta scappare via. Era anche andato a cercarla in ospedale nel suo giorno libero, ma lei era troppo impegnata, Tsunade le aveva dato la responsabilità di un intero reparto e lei aveva preso quell'impegno così sul serio che non riusciva mai a fermarsi.
Erano passate circa tre settimane dalla cena con gli altri, quando finalmente, mentre Naruto e Sasuke stavano rientrando al villaggio da una missione, la videro andargli incontro.
-Sakura-chan!- esclamò il biondo, -come stai? È tanto che non ci vediamo...
-Sì, lo so, scusatemi, ma sapete in ospedale ci sono ancora tanti feriti ed è anche scoppiata un'epidemia influenzale, per cui non mi sono potuta allontanare un attimo.
-Dove stavi andando?- le chiese il moro.
-A cercare voi, mi era sembrato di capire che Naruto mi stesse cercando l'altro giorno.
-Sì, Sakura-chan, ma sono appena tornato da una missione, hai da fare stasera?
-No, sono libera fino a domani.
-Allora che ne dici di venire a cena da me?
-Hm? Va bene! Ci sarai anche tu Sasuke-kun?
-No,- rispose il moro, -ho delle cose da fare,- sapeva che Naruto voleva parlarle da solo.
-Ah, ok,- fece lei un po' delusa, -allora vengo per le otto?
-Perfetto!- disse lui entusiasta e lei fece per andarsene.
-Naruto...- si girò però dopo pochi passi, -lo sai che non è un appuntamento, vero?
-No, no, Sakura-chan, non preoccuparti...- disse lui ridacchiando imbarazzato, mentre il moro alzava gli occhi al cielo.
Vedendo poi lo sguardo un po' cupo del biondo, una volta che lei si fu allontanata, gli domandò:
-Sei sicuro?
-Sì,- rispose semplicemente lui.
-Vuoi che ti raggiunga dopo?
-No, avrò bisogno di stare un po' solo, ci vediamo domattina,- rispose dileguandosi poi velocemente.
Ci era rimasto male in verità, ok che voleva parlare da solo con l'amica, ma perché dopo doveva rimanere da solo? Non si erano mai separati in quei giorni, perché proprio ora? Si era già stancato di lui? Sbuffando si incamminò verso casa sua.

Davanti al cancello incontrò Karin, che appena lo vide gli si lanciò addosso:
-Sasuke!- e iniziò a strusciarglisi contro, noncurante delle sue proteste.
Poi si allontanò di scatto e lui la guardò domandandosi quale divinità lo avesse aiutato, ma la vide invece con gli occhi sbarrati.
-Karin che succede?- le domandò perplesso.
-No! Non ci credo... non ci posso credere... non... voglio...- fece lei mentre andava ad appoggiarsi barcollando contro il muro e con gli occhi che le si andavano riempiendo di lacrime.
-Hm?
-Sasuke... il tuo... odore...
-Cosa?
-Dove sei stato?- chiese lei con sguardo implorante, al che lui, che in realtà stava pensando che non aveva proprio voglia di starle a rendere conto di quello che faceva, le rispose invece con calma.
-In missione con Kakashi, Sai e Naruto.
-Sasuke... da quando le missioni ti fanno tornare con l'odore e il chakra di un altro ovunque... sulla pelle?
-Cosa?- fece lui sbigottito.
Ma poi capì. Maledizione, durante la missione lui e Naruto avevano dovuto fare un lungo appostamento e... bè si erano dati un po' da fare... poi non avevano avuto modo di lavarsi, quindi quel cane da tartufi che aveva davanti doveva essersene accorta.
La guardò a lungo, poi capitolò:
-Vuoi entrare e prendere un tè?- le disse a bassa voce senza guardarla.
Lei annuì e lo seguì.
Entrando in casa lui le disse:
-Aspettami un attimo qui, mi faccio una doccia veloce e mi cambio.
-Posso preparare il tè nel frattempo?
-Va bene,- disse lui, anche se gli scocciava che toccasse le sue cose, -la cucina è da quella parte.
Tornò dopo dieci minuti, lei aveva trovato un vassoio e aveva messo il tè in due tazze sul tavolinetto del salotto. Lui si sedette sulla poltrona e prese la sua tazza, mentre lei si sedeva per terra.
-Perché non ti metti sul divano? È più comodo!- le disse lui.
-Preferisco di no,- fece lei arrossendo.
A sentire quelle parole, arrossì anche lui, oh no, ancora! Erano stati un sacco di volte insieme su quel divano, possibile che anche lì lei riuscisse a sentire il loro odore? Che doveva fare, sterilizzare tutto ogni volta che qualcuno fosse entrato in casa?
Stizzito diede un sorso alla sua tazza mentre la osservava.
-Karin,- le disse dopo un po' in cui lei era stata straordinariamente in silenzio, -c'è qualcosa che vuoi chiedermi?
In fondo se Naruto quella sera avrebbe parlato con Sakura, lui poteva affrontare il discorso con Karin, no?
-Stai insieme a Naruto?- semplice, diretta, a lui si rovesciò un po' di tè per il sobbalzo che gli aveva procurato quella domanda.
-Sì,- chiaro, diretto allo stesso modo.
-E... questa storia... continuerà?
Lui la guardò torvo, ma lei lo supplicò:
-Per favore, Sasuke, ho bisogno di saperlo...
-Sì...
Lei fece un sospiro, ma poi non poté fare a meno di continuare:
-Non capisco, Sasuke, dicevi che volevi ucciderlo non molto tempo fa!
-Non capisci? È proprio per questo...
-Che vuol dire?
Non aveva una gran voglia di risponderle, ma, in fondo, proprio in fondo, glielo doveva, e sapeva che il Dobe sarebbe stato d'accordo con lui... aveva tentato di ucciderla e la aveva coinvolta in una guerra nella quale aveva seriamente rischiato di rimanere uccisa, ma lei... lo aveva perdonato ed era rimasta al suo fianco, nonostante tutto... per cui decise che meritava una risposta:
-Karin...- le parole facevano fatica ad uscire, -semplicemente, mi sono arreso... davanti all'evidenza... che quel legame non può essere spezzato... da nessuno... neanche da me...
Lei rimase ad osservarlo in silenzio, a lungo.
-Avresti potuto dirmelo prima...- sussurrò poi con un tono leggermente arrabbiato, -almeno non avrei sprecato tutto quel tempo a correrti dietro, no?
-Non lo sapevo... l'ho capito solo da un po'...
-Dal giorno prima della cena, vero?
Lui la guardò stupefatto e annuì.
-Lo sapevo... in realtà lo avevo già capito quella sera... solo ho provato a far finta di niente. Era troppo doloroso ammetterlo. Sasuke ti rendi conto di quanto sei cambiato da quel giorno? Oggi quando ci siamo incontrati davanti a casa tua, non mi ero accorta che stessi arrivando... io, che ti sono stata accanto per più di un anno e sono probabilmente il miglior ninja sensoriale che in questo momento è a Konoha, non ti ho riconosciuto...
-Che cosa stai cercando di dirmi?- le chiese a questo punto lui, perplesso.
-Sto cercando di dirti che, anche se in questo momento il mio unico desiderio è quello di prendere a pugni quel biondino cretino che ti sei scelto, io... lo capisco... se lui è stato capace di creare un tale cambiamento in te... allora io... lo accetterò...
-Grazie Karin...,- era sorpreso, anzi, era quasi sconvolto che la avesse presa tanto bene.
-Ma come farete con quella pazza forzuta dai capelli rosa?
-Ci sta parlando lui in questo momento...- sospirò il ragazzo.
-Speriamo che lei non lo ammazzi allora, perché sappi che io non ci andrò leggera...- detto questo lei si alzò, mentre lui ridacchiava.
-Non fargli troppo male, però...
-Solo qualche osso rotto, tranquillo...- ribadì lei con uno strano ghigno sul volto che non prometteva niente di buono.

Intanto un Naruto agitatissimo, stava cercando di preparare una cena decente per mettere un po' di buon umore Sakura. Poco prima delle otto sentì il campanello della porta.
-Benvenuta Sakura-chan!- la accolse sorridendo.
-Ciao Naruto.
-Accomodati, è quasi pronto.
-Ok.
Sakura si accomodò al tavolo e vide che il ragazzo si era sforzato per una volta di non cucinare il ramen, c'era del pesce arrosto, delle verdure saltate e del riso.
-Wow Naruto! Hai deciso di prendermi per la gola?
Lui ridacchiò e le chiese se volesse una birra. Lei annuì e la versò nei bicchieri. Cominciarono a chiacchierare del più e del meno, raccontandosi le ultime novità mentre mangiavano.
Quando ormai avevano quasi finito, Sakura disse:
-Sai Naruto, sono proprio contenta di vedere che tu e Sasuke andiate così d'accordo, mi sembra quasi un sogno assistere di nuovo ai vostri battibecchi e sentire tu che lo chiami Teme e lui che ti chiama Dobe...
Naruto capì che doveva cogliere quell'occasione, per cui si fece coraggio e le disse:
-È proprio di questo che volevo parlarti...
-C'è qualche problema con Sasuke? Vuole andarsene di nuovo?- iniziò a tempestarlo di domande lei, allarmata.
-No, no, Sakura-chan, niente del genere... senti... tu sai quanto ti voglio bene e che per me sei praticamente una sorella, vero?
Lei lo guardò un po' perplessa e, arrossendo leggermente, gli rispose:
-Sì, certo, anche tu per me sei come un fratello...
-E sai che non farei mai niente per farti del male, vero?
-Sì...- annuì lei sempre più confusa.
-Però io... ho fatto una cosa che ti farà soffrire...
-Naruto che stai dicendo?
-Io e Sasuke stiamo insieme,- ecco, lo aveva detto.
-Lo so, siete tornati ad essere insieme durante le missioni...
-Non intendevo in quel senso, Sakura...- decise di ripeterglielo visto che non stava capendo, -io e Sasuke stiamo insieme...
La verità la colpì come un macigno. Sbiancò, con gli occhi fissi in quelli azzurri dell'altro, che vedeva velati da una lieve tristezza, ma anche dalla determinazione che gli conosceva. In pochi istanti le passarono davanti tanti momenti degli ultimi mesi, a cominciare dalla fine della guerra, quando aveva visto Sasuke proteggere il biondo, lui guardarlo stupito e riconoscente e poi entrambi colpire insieme il nemico con un ultimo finale attacco. Li aveva visti crollare a terra, coperti di sangue, esausti, Naruto aveva chiuso gli occhi e aveva visto l'altro andargli incontro trascinandosi e urlandogli: "Naruto non ti azzardare a morire, solo io posso ucciderti!", aveva visto Naruto riaprire gli occhi e sorridergli mentre lei e Tsunade correvano verso di loro per controllare le loro ferite.
Aveva sentito le parole del biondo: "Ora torniamo a casa, teme" e stringergli la mano prima di svenire. Aveva dovuto strappare Sasuke da quella stretta per farlo stendere e guarire le sue ferite, mentre lui chiedeva in continuazione alla sua maestra come stava Naruto, con qualcosa che assomigliava alla... disperazione.
Poi li rivide insieme, girare per il villaggio alla fine delle missioni, mentre litigavano, si punzecchiavano, mentre giorno dopo giorno sembravano tornare quelli di sempre, come se non ci fossero stati tutti quegli anni di lotte e lontananze, mentre si guardavano in un modo nuovo, diverso...
Davvero non se ne era accorta che c'era qualcosa di differente? Aveva visto Naruto felice come non mai, aveva visto quel sorriso, che solo lei sapeva quanto fosse stato finto negli anni passati, diventare sempre più pieno, più vero, più autentico... e aveva visto anche Sasuke... una volta lo aveva visto guardare la schiena di Naruto che si allontanava con qualcosa nello sguardo che non gli conosceva, che non gli aveva mai visto neanche quando erano poco più che bambini, qualcosa che sembrava... dolcezza. Perché non si era domandata niente?
Poi le tornò in mente quella sera, alla cena che avevano fatto con tutti gli altri, lei era seduta davanti a Sasuke, perché si era arrabbiato improvvisamente ed era uscito? Cosa era successo? Ritornò con la mente a quel ricordo, si immaginò nella sua posizione e girò lo sguardo, vide Naruto con Ino in braccio, circondato da Hinata, Ten Ten e Sai che lo riempivano di attenzioni... era per questo che lui si era arrabbiato tanto? Possibile che si fosse ingelosito? Poi Naruto si era alzato ed era uscito anche lui... Eppure lei si era accorta che c'era qualcosa di strano, altrimenti perché dopo qualche minuto li aveva seguiti? E come li aveva trovati? Naruto teneva Sasuke contro il muro, avevano le guance rosse, ansimavano, lui aveva un labbro tagliato. Non si erano presi a pugni...
-Quella sera non stavate litigando...- più un'affermazione che una domanda.
-No,- le rispose lui capendo immediatamente a cosa si riferisse.
Era stato un litigio tra amanti... come aveva potuto non accorgersene? Non aveva voluto vedere, quella era la realtà, non le piaceva quello che aveva visto e quindi aveva semplicemente deciso di far finta di non aver visto.
-Da quando?- gli chiese lei chinando la testa verso il basso, per non guardarlo.
-Dal giorno prima di quella sera.
-Sono passate tre settimane...- anche questa volta più un'affermazione che una domanda, -per questo mi stavi cercando?
-Sì, volevo essere io a dirtelo, dovevo essere io a dirtelo...
Naruto la stava guardando, lo sentiva, allora alzò lo sguardo e vide che la stava supplicando di dirgli qualcosa, ma lei non era pronta, non sapeva che dirgli, ancora...
-Lasciami pensare...- gli disse allora poggiando la fronte tra le mani e mettendosi le dita tra i capelli, costringendosi a capire quello che stava succedendo.
Cosa stava pensando? Cosa stava sentendo? Era arrabbiata? Sì. Ma con chi? Si sentiva tradita? Un po'. Stava soffrendo? Sì, moltissimo. Però... non poteva... semplicemente non poteva permetterselo... non quando Naruto, il suo Naruto, il suo migliore amico, che aveva fatto tanto per lei, che aveva fatto tutto per lei, che metteva sempre gli altri, e soprattutto lei, prima di ogni altra cosa, per la prima volta, aveva fatto qualcosa per se stesso. Si era preso qualcosa che era suo, in fondo, e lei lo sapeva, lo sapeva da sempre.
Negli anni in cui avevano rincorso Sasuke lei aveva dubitato, tante, troppe volte, aveva anche pensato di ucciderlo lei ad un certo punto, ci aveva provato, e non ci era neanche riuscita. Mentre lui, lui non aveva mai ceduto alla tristezza, alla delusione, la sua determinazione era stata totale, assoluta, la sua fiducia che sarebbe riuscito a portarlo indietro, incrollabile. Gli aveva anche detto che era pronto a morire con lui, per farsi carico di tutto quell'odio che provava... e lei sapeva che diceva sul serio, sapeva che, se le circostanze fossero state diverse, lo avrebbe fatto, senza esitare, rinunciando a tutto, al suo sogno di diventare Hokage, alla sua stessa vita. Per lui.
E cosa era stata capace di fare lei? Per lui, per loro? Per anni era stata inutile, ora scopriva anche di essere stata una palla al piede... no, molto peggio. Quanto aveva fatto soffrire Naruto in quegli anni? Quanto gli doveva essere pesata quella promessa che lei gli aveva estorto? Quanto aveva dovuto, lui, sopportare il peso delle lacrime di lei, di quell'amore egoista e infantile che lei aveva per Sasuke? Quando lui, lui...
-Sei innamorato di lui... da sempre?- stavolta assomigliava di più ad una domanda, ma era anche una constatazione.
-Credo di sì...- le rispose lui, -ma... non riuscivo ad ammetterlo neanche a me stesso, fino a poco tempo fa.
-Quando lo hai capito?
-Durante la battaglia contro Obito e Madara.
-Naruto... perdonami,- gli disse con gli occhi che le si riempivano di lacrime.
-Perdonarti?- le chiese lui sorpreso, -sono io che devo chiederti perdono. Io mi sono preso Sasuke pur sapendo che anche tu lo amavi...
-No, Naruto, non è così. Se sono onesta con me stessa devo ammettere che lui è sempre stato più tuo che mio...
Silenzio, per un lungo istante si guardarono in silenzio.
-Sakura... sei arrabbiata?
-Sì,- a quelle parole lui si sentì tremare, -sono arrabbiata con me stessa.
Lui la guardò basito:
-Come con te stessa?
-Sono arrabbiata con me stessa perché non me ne sono accorta, nonostante vada in giro a vantarmi che sono la persona più vicina a voi due. Perché sono stata cieca, perché ho voluto essere cieca... quando invece avrei potuto benissimo capirlo e non farti stare qui agitato a guardarmi con quella faccia. Naruto... perdonami per non averlo capito prima... avrei dovuto, davvero avrei dovuto... ma... non ce l'ho fatta, mi faceva troppo male...
-Sakura, mi dispiace...
-E di cosa? Di essere felice? NON TI AZZARDARE NARUTO UZUMAKI!- gli disse alzandosi di scatto in piedi e facendo cadere la sedia con un tonfo.
-Non ti azzardare a non essere felice per me, chiaro? Tu te lo meriti! Più di chiunque altro! Di sicuro più di me! Io, tutti, non abbiamo fatto altro negli ultimi anni che contare su di te, che pesare su di te, che rivolgerci a te per qualsiasi difficoltà e tu che cosa hai fatto per te stesso? Niente. Ti sei allenato come un pazzo, ti sei caricato sulle spalle le sorti di tutti i cinque grandi paesi, ti sei preso cura di tutti noi, soffrendo, rimanendo ferito, senza mai fare una piega, senza mai cedere un momento alla stanchezza o alla tristezza! Ora ti meriti di essere felice, più di tutti noi!
Aveva detto quelle parole urlandogli contro, le mani poggiate con forza sul tavolo, sporgendosi in avanti, il volto rosso, mentre le lacrime ancora le scendevano sulle guance. Lui la aveva ascoltata stupefatto e un'immensa sensazione di gratitudine lo aveva iniziato ad avvolgere, un calore gli stava invadendo il petto mentre gli occhi gli diventavano lucidi.
-Ora vieni qui e fatti abbracciare, baka!- finì lei, correndogli incontro e stritolandolo tra le sue braccia.
-Sakura, ma... tu?
-Io me ne farò una ragione, non preoccuparti per me,- provò a dire lei mentre ancora lo stringeva, ma le lacrime non la smettevano di solcarle le guance.
Era felice, era davvero felice per lui e pensava con tutta se stessa le cose che gli aveva detto, ma... semplicemente non riusciva a smettere di piangere...
Lui la abbracciava stretto, la fece sedere sulle sue gambe per stare più comoda, mentre lei continuava a piangere e anche a lui iniziava a scendere qualche lacrima.
-Sakura-chan... grazie...


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