23. Verso Konoha

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Sorpassato il Villaggio della Nebbia volarono sopra campi e foreste. Il falco gli aveva lanciato un paio di occhiatacce, come per avvisarli di evitare di fare troppo casino e rischiare di cadere anche stavolta e il biondo gli aveva promesso di stare buono ridacchiando.
-Teme, incrocia le dita così,- aveva detto ad un certo punto.
Lui gli si era seduto a fianco e poi il biondo gli aveva spiegato come usare il chakra per ottenere una copia. In meno di cinque minuti comparve una perfetta copia del moro.
-Ma è così facile?- chiese lui stupito.
-Facile è farne una,- gli spiegò l'altro scocciato, -difficile è farne tante, distribuire adeguatamente il chakra e renderle resistenti. Quanto gliene hai dato?
-Forse un venti per cento?
-Ok, adesso vediamo quanto dura.
Infatti dopo circa venti minuti la copia si dissolse.
-Tu quanto tempo riesci a farle durare?- chiese il moro.
-Quanto voglio, ma io ho un sacco di chakra, dovrai allenarti,- disse ghignando.
L'altro sbuffò.
Dopo qualche ora furono in prossimità del Villaggio dell'Iris. Atterrarono prima dell'entrata e si diressero a piedi verso l'orfanotrofio.
Quando suonarono il campanello la donna che aprì li guardò stupefatta e gli disse:
-Già di ritorno?
-Siamo ninja...- ridacchiò il biondo.
Poi lei li accompagnò direttamente in giardino.
La copia di Naruto stava giocando con Miki e altri bambini, la chiamò e le disse:
-Sono qui,- e scomparve con uno sbuffo.
Lei si guardò stupita intorno e li vide sulla porta.
Se qualcuno gli avesse detto, solo pochi mesi prima, che un giorno il suo cuore avrebbe sussultato davanti ad una bambina che gli correva incontro e gli porgeva le braccia, non ci avrebbe mai creduto, pensò il moro. Allungò le mani e prese in braccio la bimba che gli si allacciò al corpo.
-Siete tornati davvero...- sussurrò lei.
-Certo che siamo tornati, te lo avevamo promesso,- le disse lui stringendola.
La Signora Reico gli si avvicinò.
-Ma siete già stati fino al Villaggio della Nebbia?- domandò incredula.
-Certo,- le rispose il biondo, -e abbiamo l'autorizzazione della Mizukage.
Le porse il rotolo, mentre la donna li guardava perplessa. Poi lo lesse e sorrise.
-Vado a preparare il resto delle cose, voi aspettate qui con lei,- disse allontanandosi.
I ragazzi si andarono a sedere su una delle panchine, mentre una delle assistenti faceva rientrare gli altri bambini per lasciarli un po' da soli.
-Miki, c'è una cosa che dobbiamo dirti,- iniziò Sasuke mettendola seduta sulle sue gambe.
-C'è qualche problema?- chiese lei spaventata.
-No, no, piccola- le disse il biondo, -nessun problema, solo... vogliamo spiegarti un po' meglio la situazione. Tu sai che io e Sas'ke siamo amici, giusto?
Miki assentì.
-Ecco,- continuò il biondo, -noi siamo più che amici...
-Siamo una famiglia...- continuò il moro.
-Vuol dire che siete fratelli?- domandò lei.
-No, non siamo fratelli...- disse il moro, -io e Naruto... stiamo insieme...
E mentre diceva quelle parole il biondo gli prese la mano facendo vedere a Miki quello che stava facendo. Lei li guardò incuriosita.
-Vuol dire che vi volete bene?
-Sì, vuol dire che ci vogliamo tanto tanto bene,- le spiegò il biondo sorridendo.
-E anche che viviamo insieme e... dormiamo insieme,- continuò il moro arrossendo un po'.
-Come marito e moglie?- domandò lei guardandoli un po' perplessa.
-Esattamente,- disse Sasuke, -infatti tra qualche mese ci sposeremo...
-Si possono sposare anche due uomini?
-Sì, possono farlo,- le spiegò il biondo.
-Ti sembra una cosa... strana?- le chiese il moro titubante.
Lei li guardò un po', poi vide l'anello sul dito del biondo e chiese:
-Quindi questo è un anello di fidanzamento?
-Sì,- le rispose il biondo arrossendo, mentre l'altro ridacchiava.
-Vi baciate anche?
A quella domanda arrossirono entrambi e annuirono.
-Vuoi venire con noi... lo stesso?- le chiese il moro.
Lei lo guardò stupita. Ma assentì decisa con la testa.
-Miki, Sas'ke è preoccupato che la nostra famiglia sia un po' troppo strana per te...- le spiegò il biondo.
-Beh, forse è un po' strano, ma prima la mia famiglia eravamo solo io e la mamma, non mi ricordo del papà, quindi se adesso avrò due otosan va bene...- disse lei semplicemente.
-No, Miki non ci devi chiamare otosan, perché tuo padre era mio fratello e, anche se tu non lo ricordi, io non voglio che lo dimentichiamo,- le disse dolcemente Sasuke.
-Quindi tu sei il mio ojisan?
-Sì, sono tuo zio,- le rispose lui.
Lei lo abbracciò stretto, con il volto sorridente, poi si rivolse verso il biondo e gli domandò:
-E tu?
-Io non sono tuo parente di sangue, Miki, per questo al momento sarà solo Sas'ke ad adottarti, perché è tuo zio, poi quando saremo sposati, ti adotterò anche io.
-E quando vi sposate?
-In primavera, quando fioriranno i ciliegi,- le rispose il moro.
-Ma sarà bellissimo!- esclamò lei battendo le manine, - e io... potrò esserci?
-Tu sarai la più bella della festa,- le disse Naruto prendendola in braccio, -avrai un vestito bellissimo e faremo tante foto!
Lei rise divertita mentre il biondo la faceva volare tra le sue braccia, lanciandola in alto e poi riprendendola.
-E chi sarà la moglie?- domandò ad un certo punto la bambina.
-Lui...
-Nessuno...
Lei li guardò sorpresa.
Naruto guardò in cagnesco il compagno, che disse sbuffando:
-Nessuno, saremo marito e marito...
-Quindi io come posso chiamarti?- chiese la bimba al biondo, la cui testolina continuava a ragionare sulle cose che le avevano appena detto.
-Tu come vorresti chiamarmi?- le domandò lui.
-Naruchan...
-Vada per Naruchan allora,- disse il biondo facendola ridere mentre le solleticava il pancino.

Poi rientrarono e andarono verso l'ufficio della Signora Agarie. Nel corridoio incontrarono una delle assistenti che disse alla bambina:
-Miki, vieni con me che ti aiuto a prepararti.
I due ragazzi le dissero che la avrebbero aspettata nell'ufficio della direttrice e la bambina la seguì.
Quando entrarono la trovarono intenta a preparare uno zaino.
-Queste sono cose di Miki che le ha lasciato la madre,- disse la donna, -purtroppo alcuni dei suoi vecchi vestiti non le entrano più e, se non vi dispiace, vorrei tenerli per gli altri bambini. Vi ho messo qualche cambio e alcuni ricordi di Rie. E questo è il rotolo della Mizukage che ho controfirmato e altri documenti della bambina.
-Reicosan- cominciò il biondo, -non ci dia troppe cose, le tenga per gli altri bambini, non si preoccupi...
-Inoltre,- continuò il moro, -ci farebbe piacere inviare una donazione all'orfanotrofio, mi sembra di capire che avete bisogno di molte cose...
Ne avevano parlato durante il viaggio.
-Ragazzi, grazie,- disse la donna stupita, -in effetti abbiamo bisogno di tutto...
-Potrebbero farvi comodo anche dei mobili?- chiese il moro.
-Certo!- rispose lei.
-Allora vi organizzerò una spedizione, sono pieno di cose che non servono più...
Sentendolo dire quelle parole Naruto gli strinse la mano, capendo che il ragazzo al suo fianco si riferiva a tanti dei mobili e degli oggetti dei suoi genitori che al momento erano chiusi in un magazzino sul retro della casa. Sicuramente sarebbero stati più utili lì, visto che lui aveva detto che non li voleva più vedere.
In quei mesi avevano lentamente messo a posto il resto della casa. Avevano sgombrato la maggior parte delle stanze e avevano donato una parte dei vestiti dei suoi genitori e di Itachi, c'erano tante persone che erano rimaste senza niente dopo la guerra. Ma moltissime cose erano ancora lì a prendere polvere.
Villa Uchiha era stata rinnovata, avevano tenuto solo pochi mobili, avevano comprato qualcosa per sentirla più loro, anche se continuavano ad utilizzare solo il piano di sotto. Quello superiore era praticamente deserto, ma il biondo pensava che fosse meglio vuoto che pieno delle cose di persone morte più di dieci anni prima.
Era stato molto difficile per Sasuke entrare in alcune stanze. Il biondo gli era sempre rimasto a fianco, silenzioso, capendo quando il ragazzo preferiva rimanere solo e quando invece avesse bisogno di averlo vicino.
Erano soddisfatti del lavoro che avevano fatto, ora quella era diventata davvero casa loro. A volte Sasuke faceva fatica a riconoscerla, si stava abituando alla nuova disposizione che avevano dato.
Mentre erano in volo avevano deciso quale sarebbe stata la stanza di Miki, due porte più in là della loro, dall'altra lato del corridoio, vicina, ma non troppo... Al momento era adibita a stanza degli ospiti, quindi era già pronta, inoltre era molto luminosa e aveva un'aria allegra perché Naruto aveva voluto dipingere una parete di azzurro. Il moro aveva protestato per giorni a quell'idea, ma poi, una volta che era in missione con altri, il biondo la aveva pitturata, per cui quando l'altro era tornato a casa aveva trovato lui tutto sporco e la stanza che puzzava di vernice. Lì per lì si era infuriato, ma poi a forza di guardarla, si era accorto che in fondo non era stata una cattiva idea. Anche se non lo aveva mai ammesso.

Sentirono bussare e videro Miki entrare dalla porta, si era cambiata. Prima indossava una specie di divisa, come tutti gli altri bambini, ora invece aveva un vestitino blu con sotto una maglietta bianca a maniche lunghe e dei sandali da viaggio simili a quelli che portavano loro. I capelli erano tenuti da un fermaglio sulla tempia destra e le arrivavano poco sotto le spalle. Alle spalle aveva uno zainetto da cui spuntava la gamba di un peluche.
-Nello zainetto le ho messo anche una maglia più pesante,- disse l'assistente.
-Miki, ma sei bellissima!- disse il biondo chinandosi alla sua altezza.
Lei sorrise e arrossì un po'.
-Questo vestito me lo ha fatto la mamma...
-Ti sta benissimo il blu!- le disse il ragazzo con un sorrisone.
-Allora è tutto pronto,- disse la Signora Agarie con una nota di malinconia nella voce.
-Andiamo a salutare gli altri bambini,- le disse dolcemente Naruto prendendola per mano.
Lei fece un cenno con la testa e lo tirò con sé fino ad una grande sala, seguiti dagli altri.
La Signora Agarie batté le mani e richiamò l'attenzione dei bambini:
-Bambini, come vi ho già accennato stamattina, Miki ha trovato una famiglia che si prenderà cura di lei, per cui sta andando via, venite a salutarla e facciamole tanti auguri.
Tutti i bimbi le si avvicinarono, alcuni le diedero un disegno, altri un abbraccio, altri avevano le lacrime agli occhi. Solo un bimbo era rimasto lontano.
-Reicosan chi è quel bambino?- chiese il moro alla donna.
Lei sbuffò:
-Quello è Arata, è molto triste per la partenza di Miki...
Quando gli altri bambini ebbero finito di salutarla, il moro vide Miki cercare con gli occhi quel bambino, lui non la guardava e lei si morse il labbro. Le diede una leggera spinta con la mano nella direzione di quel bambino, sbuffando e guardando da un'altra parte. Lei si girò verso di lui stupita e capì. Allora corse verso Arata e gli diede un bacio sulla guancia. Lui arrossì. Lei gli fece un sorriso, gli disse ciao e poi tornò dai due ragazzi. Naruto, che non si era perso un attimo della scena, guardava sconvolto alternativamente lei e Sasuke, che aveva i pugni stretti e uno sguardo truce rivolto alla parete.
Poi la Signora Agarie li accompagnò al portone, abbracciò forte la bambina con gli occhi lucidi e la salutò. Tutti i bambini corsero in giardino per vederli passare in strada e li salutarono con la mano, stavolta anche Arata era lì.
Si incamminarono verso le porte del villaggio, Miki non faceva altro che fargli domande.
-Quanto ci vuole per arrivare a Konoha?
-Se andassimo a piedi ci vorrebbe una settimana, ma noi faremo molto prima,- le rispose il moro.
-E come?- chiese lei.
-Così,- e detto quello evocò il falco, poiché nel frattempo erano usciti dal villaggio.
Lei chiuse gli occhi allo sbuffo che accompagnò l'arrivo dell'enorme volatile, quando li riaprì spalancò gli occhi e lanciò un urletto.
-Miki, ti dà fastidio l'altezza?- le chiese il biondo preoccupato.
-Non... non lo so...- rispose lei incredula, -non ho mai provato...
Poi il biondo la prese in braccio e la passò a Sasuke che era già salito sul dorso dell'animale.
Fecero sedere la bambina tra loro due e il falco si levò in volo. Miki chiuse gli occhi e si strinse forte tra le braccia di Naruto.
-Apri gli occhi Miki, guarda che bello,- le sussurrò il ragazzo.
Lei li riaprì piano, il vento le scompigliava i capelli. Tenendosi ancora forte si sporse un po' per vedere meglio il paesaggio e lanciò un urlo di sorpresa. Continuava a guardarsi intorno e a indicare tutto quello che vedeva.
-Quindi voleremo fino a Konoha?
-Faremo delle tappe, intanto tra poco dobbiamo scendere per recuperare i nostri vestiti da ninja, li abbiamo lasciati poco dopo il confine,- le spiegò il moro.
Infatti dopo non molto scesero e recuperarono le loro cose dal tronco cavo dell'albero. I due si cambiarono e Miki restituì a Sasuke il suo coprifronte.
Poi ripresero il viaggio e fino a sera volarono. Incontrarono un piccolo villaggio, scesero, cercarono una locanda, mangiarono e presero una stanza.
-Miki ti piace il ramen?- le chiese Naruto quando si sedettero a tavola.
-Per niente,- rispose lei con la faccia schifata.
Al vedere la faccia depressa e delusa del ragazzo, il moro scoppiò a ridere.
-Perché ci è rimasto così male?- chiese la bambina sottovoce a Sasuke.
Lui le rispose, tra le risate:
-Perché per lui il ramen è la cosa più buona del mondo...
-E cosa ti piace mangiare allora?- le chiese il biondo desolato.
-Mi piacciono il riso, le verdure e il pollo,- rispose lei.
Lui sospirò sconsolato:
-Prima o poi ti farò cambiare idea...
-Non se ne parla!- gli intimò Sasuke, -è molto più sano che mangi le verdure che il ramen!
L'altro si imbronciò e Miki rise.
Poi ordinarono e mangiarono chiacchierando.
-Perché vi siete cambiati prima?- domandò la bambina.
-Perché ora siamo nel Paese del Fuoco e se ci avessero visto andare in giro senza divise su un falco qualcuno avrebbe potuto scambiarci per nemici,- le spiegò il moro.
-Ahhh...- disse lei, ormai stanca, mentre quasi la testa le cadeva nel piatto.
Vedendola così i ragazzi chiesero il conto, poi Sasuke la prese in braccio e la portarono in stanza, facendola stendere sul futon che avevano sistemato sopra ai loro due, praticamente già dormiva. Poi si misero a letto anche loro.

Rumore di coperte che si spostano, piedini che sgambettano furtivi, il lenzuolo si solleva, un corpicino caldo si accoccola accanto al suo. Non si muove, fa finta di non essersi svegliato. Gli viene da sorridere.
Il biondo li ritrovò così la mattina. Si era appena svegliato e aveva subito guardato verso il futon dove avrebbe dovuto essere Miki, vicino alla sua testa. Quando lo vide vuoto quasi gli prese un colpo, poi si girò e fece un sospiro. Si poggiò su un gomito per godersi quella scena, Sasuke addormentato che abbracciava teneramente la sua nipotina. Quanto avrebbe voluto avere una macchina fotografica in quel momento...
Si svegliò anche lui, vide il biondo che lo guardava con un sorrisetto e sbuffò.
-Si è infilata nel futon a metà della notte...- sembrava si stesse giustificando e questo fece ridere l'altro.
Si prepararono lasciandola dormire ancora un po', poi quando furono pronti la svegliarono.
Lei si stropicciò gli occhi e li guardò ancora mezzo addormentata.
-Oggi riandiamo sul falco?- chiese.
-Certo e per stasera dovremmo essere arrivati a Konoha,- le rispose il biondo.
-Che bello!!- disse lei scattando in piedi.
Naruto provò ad aiutarla a vestirsi, ma Miki gli disse che lei era grande e sapeva occuparsi di se stessa da sola, offesissima che lui avesse potuto pensare il contrario.
-Scusa, scusa,- le disse lui, grato che la bambina fosse abbastanza grande da essere anche capace di andare in bagno a lavarsi da sola.
Sasuke intanto era uscito per comprare degli onigiri da portarsi dietro per il pranzo, in modo da non dover fare altre soste e riuscire quindi davvero ad arrivare a Konoha per cena.
Si incamminarono e, appena usciti dal villaggio, richiamarono il falco e proseguirono in volo.

Dopo alcune ore in cui la bambina aveva guardato ammirata il paesaggio e fatto mille domande, Naruto la vide pian piano ammutolirsi. Stava immobile, si teneva le gambe con le manine e sembrava avere un'espressione sofferente.
-Miki qualcosa non va?- le chiese il biondo preoccupato.
Il moro era in piedi sul dorso del falco e guardava verso l'orizzonte. Non si era accorto di nulla.
-No... niente...- fece lei mordendosi un labbro.
-Miki, che cosa c'è? Non ti senti bene?
Lei arrossì e scosse la testa. Ma lui si stava preoccupando sul serio, per cui la prese in braccio e la vide stringere le gambe.
-Ti fa male qualcosa? Sas...
Ma la bambina gli mise una mano davanti alla bocca per impedirgli di chiamare l'altro ragazzo.
-Non dirglielo...- sussurrò lei.
Lui la guardò stupito, continuando a non capire.
-Mi... mi scappa la pipì...- bisbigliò lei nascondendo la faccia contro la sua spalla.
-Miki, scusa!!!- le disse il biondo finalmente rilassato, -siamo due stupidi, avremmo dovuto pensarci noi, scusa...
Poi, mentre la abbracciava, si rivolse al moro:
-Teme, fai scendere subito il falco!
L'altro si girò stupito:
-Perché?
-Fallo e basta,- gli rispose il biondo indicando con lo sguardo la bambina.
Lui non capì, ma dopo pochi istanti il falco stava atterrando.
Naruto fece scendere Miki e le disse:
-Vai dietro quell'albero, noi ti aspettiamo qui...
Lei annuì e sparì dietro un tronco.
-Dobe, ma che cavolo...
-Siamo sue idioti...- borbottò il biondo mettendosi una mano tra i capelli.
-?
-Doveva fare pipì!!- gli spiegò a bassa voce.
L'altro lo guardò basito. Erano due scemi, pensò anche lui. Avevano molto da imparare...

Era il tramonto quando videro i profili degli Hokage sulla montagna.
-Siamo arrivati,- disse il moro.
-E quelli cosa sono?- chiese la bambina indicando le facce scolpite.
-Quelli sono i cinque Hokage di Konoha. Il quarto era mio padre,- le spiegò il biondo, -e un giorno ci sarà anche il mio viso!
-Davvero???
-Certo! Io sarò il prossimo Hokage!- disse lui con aria orgogliosa.
-Dobe...- borbottò l'altro.
-Ehi! Non ti permettere, teme!- lo sgridò il biondo.
Miki ridacchiò, si stava abituando a quegli strani scambi di insulti tra i due. Sembravano dirsele di tutti i colori, ma si era anche accorta, osservandoli attentamente da due giorni, che in realtà i loro occhi si cercavano sempre e quando si trovavano una luce illuminava il volto di entrambi.
Poiché era tardi, decisero di atterrare direttamente al palazzo di Tsunade. Per cui sorpassarono l'entrata del villaggio, volando piano e vicino a terra per farsi riconoscere, mentre il biondo salutava con una mano le guardie che li guardavano sconvolti e planarono sul Palazzo dell'Hokage.
Il falco non era ancora sceso che la porta della terrazza si aprì con un botto e una donna bionda strillò:
-Solo a voi due poteva venire l'idea di atterrare direttamente qui allarmando tutti i ninja del villaggio!
Miki si rintanò dietro alle gambe del moro.
-Ciao Baachan!- le urlò il biondo salutandola con la mano.
-È sua nonna?- chiese la bimba a Sasuke a bassa voce.
-Più o meno- le rispose lui.
Poi la prese in braccio e il falco sparì, mentre loro saltavano sulla terrazza. Il moro poggiò la bambina a terra e lei si aggrappò ad una sua gamba.
Tsunade al vedere la bambina si calmò.
-E la...
Ma si fermò vedendo il biondo che le faceva un segnale negativo con la testa. La donna li guardò perplessa per un attimo, poi sbuffò e si avvicinò.
-Miki, lei è Tsunadesama, l'Hokage di Konoha,- le disse il moro.
-Bu... buonasera...- balbettò lei intimorita.
La donna la osservò e poi sorrise:
-Benvenuta a Konoha Miki, ti stavo aspettando... scusami un attimo...
Poi diede un pugno in testa a ognuno dei due ragazzi:
-SI PUÒ SAPERE PERCHÉ NON MI AVETE FATTO SAPERE NIENTE PER TUTTO QUESTO TEMPO, RAZZA DI IDIOTI!!!
-Baachan... mi hai fatto male...- si lamentò il biondo.
-Ora venite dentro e raccontatemi...- si girò e li precedette.
-Miki non ti preoccupare,- le disse il moro massaggiandosi la testa, -Tsunadesama è fatta così, si è arrabbiata perché era preoccupata...
-Ojisan, ma a Konoha quando le persone si vogliono bene, litigano sempre?- gli chiese a bassa voce.
A quelle parole i due ragazzi scoppiarono a ridere. Poi il moro la prese per mano e raggiunsero l'Hokage che li stava aspettando sulla porta.

Tutto è già cambiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora