19. Di foto e messaggi inaspettati

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Era fermo davanti a quella porta da dieci minuti, ogni volta che provava ad avvicinarsi per bussare si bloccava e tornava ad appoggiarsi al muro. Il suo orgoglio avrebbe dovuto sopportare un duro colpo, lo sapeva bene, ma... era anche l'unica idea che gli era venuta in mente, per cui... doveva farlo. Forse se fosse riuscito a rimanere calmo e impassibile, lei... non avrebbe infierito troppo.
Quando finalmente riuscì a costringersi a dare un colpo secco alla porta, sentì la sua voce che diceva:
-Era ora, moccioso! Per quanto altro tempo avevi intenzione di rimanere impalato là fuori?
Ecco, già andava male, eppure aveva soppresso la sua aura il più possibile, in modo che lei non se ne accorgesse.
-Hokage-sama,- la salutò entrando.
Lei lo stava guardando con un sorrisetto divertito. Sempre peggio.
-Allora, cosa porta nel mio ufficio nel suo giorno libero il piccolo Uchiha?
-Volevo chiederle una cosa,- iniziò cercando di darsi un contegno e senza assolutamente guardarla negli occhi, -come sa la settimana prossima è... il compleanno di Naruto...
Lei, che già immaginava dove sarebbe andato a parare, decise che non lo avrebbe minimamente aiutato, era troppo divertente vedere quel ragazzino imbarazzato. Per cui rimase in silenzio continuando a guardarlo compiaciuta.
-Visto che è il suo diciottesimo compleanno, mi stavo chiedendo... se... non poteva aiutarmi ad organizzare una festa per lui qui... nel palazzo dell'Hokage...
-E come mai?- chiese lei cercando di sembrare sinceramente curiosa.
Lui la odiò, era chiaro che voleva metterlo in difficoltà.
-Perché credo che... a lui... farebbe piacere...
Al vedere la sua faccia che arrossiva la donna non ce la fece più e scoppiò a ridere.
-Ma non capisco, Uchiha, eppure tu odi le feste... ce l'hai ancora con me per l'innocente scherzetto che ti ho fatto per il tuo compleanno...
Era vero, si era lamentato con lei più di una volta per avere chiesto a Sakura e Karin di organizzare la festa per il suo compleanno. Si ricordava ancora quel giorno con orrore, non solo la sua casa era stata invasa da quei pazzi che il biondo continuava a chiamare i "loro amici", poi c'era stata anche quella ridicola scena con Sai e Kiba, e per finire la maggior parte di loro era collassata completamente ubriaca sul divano o per terra e non se ne erano andati fino al mattino seguente. Aveva obbligato il dobe ad aiutarlo a pulire tutto, ma comunque ci avevano messo tutta la giornata... un vero strazio!
-Allora?- cercò di chiedere lui atono.
-Va bene, va bene, gli faremo una sorpresa qui,- disse la donna che cercava di smettere di ridergli in faccia.
La ringraziò e fece per andarsene, il più velocemente possibile.
-Che regalo hai intenzione di fargli?- gli chiese lei prima che potesse uscire.
Lui si gelò, il regalo, cazzo! Non poteva essere solo la festa il regalo! Che cavolo poteva fargli?
-Non so... ancora...- disse a bassa voce.
Lei si mise a ridere ancora di più e gli disse:
-Beh, tanti auguri allora!
Ecco, un altro problema a cui non aveva pensato, non solo era dovuto andare a chiedere un favore a quella donna che sicuramente glielo avrebbe rinfacciato per il resto dei suoi giorni obbligandolo a chissà quali noiose missioni, ma gli aveva anche fatto ricordare che aveva un problema ancora più grande. Cosa poteva regalare al dobe?
Stava camminando pensieroso per la strada quando sentì qualcuno che lo osservava, ancora... era una sensazione che aveva avuto spesso ultimamente, ma quando si girava trovava sempre solo delle ragazzine che scappavano via imbarazzate. Questa volta però era leggermente più persistente, per cui girò un angolo e poi sparì.
Dopo qualche istante vide una ragazzina dai capelli castani, di circa 14 anni, affacciarsi sul vicolo con una macchina fotografica in mano. Ricomparve alle sue spalle e le domandò:
-Si può sapere per quale motivo mi segui da giorni?
Lei sobbalzò e per poco non le cascò la macchina dalle mani. Quando lo vide che la guardava con il sopracciglio alzato e le braccia incrociate, avvampò, poi chinò il capo e iniziò a profondersi in scuse:
-Mi scusi, mi scusi tanto, Sasuke-sama... io non volevo disturbarla o importunarla...
-Sai chi sono...- constatò.
Lei assentì con un gesto.
Lui la guardò scettico, poi vide la macchina fotografica e un'idea iniziò a farsi strada nella sua mente.
-Mi hai fatto delle foto?- le chiese.
Terrorizzata, rabbrividì e fece un lieve cenno del capo.
-E me ne hai fatte anche con il dobe, vero?- chiese ancora lui.
Si era accorto della sua presenza anche quando era con il biondo.
-Il.. dobe?- domandò lei rialzando leggermente la testa.
-Capelli biondi, occhi blu, sorriso da scemo stampato in faccia...- fece lui con un gesto della mano e un'espressione scocciata.
-Intende Naruto-sama?- chiese lei sbigottita.
Lui ridacchiò, a chi poteva venire in mente di chiamare il dobe con l'appellativo sama? Ma le fece lo stesso un cenno di assenso col capo.
Lei lo scrutò, iniziava a sembrarle meno pericoloso, all'inizio aveva temuto che la avrebbe uccisa dopo averla beccata, per cui si azzardò a rispondere:
-Sì, ho delle foto anche sue e alcune di voi insieme...
-Voglio vederle!- le intimò lui.
Lei rimase stupefatta, ma decise che poteva essere una buona occasione per fargliene altre, per cui lo invitò a seguirla.
-Perché ci hai fatto delle foto ragazzina?- le chiese lui mentre camminavano.
-Ecco... non è che io avrei voluto... non mi sarei mai permessa, ma... me le hanno chieste...
-E chi te le avrebbe chieste?- domandò lui perplesso.
-Praticamente tutte le ragazze di Konoha...- biascicò lei, cercando di guardare altrove.
-Cosa?
-Ecco,- iniziò lei torcendosi le mani, -mio padre fa il fotografo e io sto imparando da lui... spesso vado in giro per il villaggio e cerco di fotografare le persone senza che loro se ne accorgano... una volta ho fatto una foto a lei e Naruto-sama e una mia amica l'ha vista... da quel momento la voce si è sparsa e mi sono iniziate ad arrivare richieste sempre più frequenti di fare foto a voi due... sia da soli che insieme...
-Avresti anche potuto chiedermi il permesso...- disse gelido.
-Lei ha ragione, ma... ero sicura che non me lo avreste concesso, e poi... le foto scattate senza che il soggetto ne sia a conoscenza sono molto più belle...
Nel frattempo arrivarono ad un negozio con la scritta "Laboratorio di fotografia Kozuki". La ragazza lo invitò ad entrare, salutò il padre e gli spiegò che il ninja che la accompagnava era venuto per vedere alcuni dei suoi lavori. L'uomo gli fece un sorriso enorme, lo salutò calorosamente e lo invitò ad entrare in una stanzetta dietro al bancone. Sasuke entrò e si ritrovò circondato da foto sue e del dobe. Ora capiva perché quell'uomo era sembrato così felice di vederlo, pensava fosse il cliente che aveva ordinato tutte quelle foto.
Una camera oscura, la luce rossa, molte foto appese a dei fili, le pareti erano tappezzate, le immagini suddivise in tre parti. Da un lato c'erano tutte foto sue, da un altro tutte quelle del dobe, in mezzo c'erano quelle di loro due insieme. Rimase senza parole.
-Da quando hai iniziato a pedinarci?- domandò alla ragazza senza guardarla.
-Da tre settimane...- sussurrò lei sentendosi mortalmente in colpa.
Lui si avvicinò alle pareti e iniziò a guardarle, alcune erano davvero belle.
-Le voglio,- disse a bassa voce.
-Prego?- chiese lei che non aveva sentito bene.
-Le voglio,- ripeté lui, -tutte!
-Cosa?- strillò lei.
-Te le pagherò e voglio questa,- aggiunse indicandone una, -stampata più grande. Hai anche delle cornici e degli album?
-Sì... questi...- disse lei indicandogli uno scaffale, basita.
Lui scelse una cornice di legno scuro e degli album semplici con la copertina nera e blu.
-L'ingrandimento lo metterai qui dentro e in questi album metterai tutte le foto,- ordinò.
-Va... va bene,- rispose lei senza parole.
-Le hai già date a qualcun altro?
-Non di queste... queste ho appena finito di stamparle...
-Bene, da questo momento ti proibisco di dare foto mie o del dobe a chiunque altro che non sia io. Sono stato chiaro?- le disse girandosi verso di lei e guardandola con uno sguardo che non ammetteva repliche.
-Ma... io... le ho già promesse...
-Non mi interessa, queste foto sono mie, tutte, dì alle sceme che te le hanno chieste di venirsi a lamentare da me, se ne hanno il coraggio...- aggiunse ghignando e fece per uscire dalla porta.
-Le foto vengono...
-Non mi interessa quanto vengono, tra tre giorni passerò a prenderle.
Lei si ritrovò a guardare la porta, shockata, cominciava a capire perché mezza Konoha fosse innamorata di lui... ma soprattutto... aveva fatto un magnifico affare! Suo padre sarebbe stato orgoglioso di lei... il problema rimaneva solo dire a tutte le ragazze che non avrebbe più potuto dargli quelle foto...

-Uffa... anche oggi che è il mio compleanno quella vecchiaccia doveva mandarci in missione?- sbuffò il biondo trascinandosi verso il palazzo dell'Hokage.
-Smettila di lamentarti, dobbiamo consegnare il rapporto e poi potremo andarcene,- lo rimproverò il moro.
-Per fortuna che Sakura-chan sta preparando tutto a casa... sto morendo di fame! Quando dovrebbero arrivare gli altri?
-Per le sette,- rispose il moro con naturalezza.
Gli aveva detto che per il suo compleanno sarebbero venuti a cena tutti i ragazzi, in più l'Hokage li aveva mandati in una stupida missione di ricognizione per tenerli lontani da casa in modo che lui non si accorgesse che non era a casa loro che avrebbero festeggiato.
Salirono le scale del palazzo, ma poi Naruto vide il moro dirigersi verso un corridoio diverso da quello che portava all'ufficio di Tsunade.
-Dove vai?- chiese.
-Vieni un attimo, devo consegnare una cosa.
Il biondo lo seguì, ma quasi non gli venne un infarto quando Sasuke aprì una porta e sentì un botto e una miriade di voci gridare insieme:
-BUON COMPLEANNO NARUTO!!!
Dopo si ritrovò sballottato da mezza Konoha che lo abbracciava, gli stringeva la mano, gli dava pacche sulle spalle. Il moro guardava il tutto divertito, certo quando vide alcune giovani chunin farglisi incontro e abbracciarlo, si innervosì alquanto, ma cercò di trattenersi dallo squartarle in quel momento... Naruto non lo avrebbe mai perdonato se gli avesse rovinato la festa.
L'Hokage aveva fatto le cose in grande, con l'aiuto di Sakura aveva organizzato una festa simile a quella di Natale e aveva invitato praticamente mezza Konoha, erano presenti tutti i ninja non in missione, più vari altri civili.
Tra la folla adocchiò la ragazzina delle foto che stava scattando all'impazzata. Dopo poco lei si diresse verso di lui.
-Sasuke-sama, sono sicura che verranno benissimo! Naruto-sama era davvero stupito!
-Bene, ragazzina- le rispose lui con un sorrisetto soddisfatto.
-Sasuke-sama...
-Hm...
-Non pensa che, visto che mi ha nominata fotografa personale sua e di Naruto-sama, potrebbe cominciare a chiamarmi per nome?- si azzardò a chiedergli lei.
Lui la guardò e sbuffò:
-E come ti chiami?
-Yumi Kozuki,- gli disse lei con un bel sorriso e poi tornò a scattare in giro.
Sbuffò, quella ragazzina si stava prendendo un po' troppe libertà, ok che le aveva chiesto di fare le foto durante la festa, ma addirittura chiamarla per nome gli sembrava un po' eccessivo, inoltre gli aveva fatto spendere una fortuna...
Sentì un urlo e si girò verso quel suono, vedendo divertito che la sua idea era stata apprezzata. Il dobe stava praticamente piangendo alla vista di Teuchi, il proprietario del suo chiosco di ramen preferito, che aveva creato una postazione dove poter cucinare e preparare i suoi manicaretti nella sala.
Raggiunse il ragazzo e si divertì ad osservarlo mentre lui iniziava ad abboffarsi vicino a Choji e nel frattempo ringraziava tutti quelli che lo andavano a salutare. Si sedette vicino a lui, il biondo lo guardò, si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò:
-Grazie Sas'ke...

Tutti avevano mangiato in abbondanza, avevano bevuto, erano in giro a chiacchierare, il biondo, un po' brillo e ancora frastornato, continuava a chiacchierare con tutti quelli che incontrava. Lui lo osservava a distanza, sapeva che era felice, sapeva che era la sua prima vera festa di compleanno e che non si sarebbe mai aspettato che tutte quelle persone sarebbero intervenute per fargli gli auguri. Molti gli avevano anche fatto dei regali. Avrebbero avuto bisogno di una mano per trasportarli tutti a casa.
-Allora sei soddisfatto Sasuke?
Da un po' di tempo Sakura aveva smesso di usare il suffisso kun quando si rivolgeva a lui, e aveva scoperto che la cosa non gli dava poi tanto fastidio.
-Direi che è andata bene,- mugugnò lui accennando verso il dobe che rideva soddisfatto.
-Quella di far venire Ichiraku è stata una splendida idea!- continuò lei sorridente.
In quel momento però vide qualcosa con la coda dell'occhio e il suo cuore perse un battito. A pochi metri da lui il biondo si era accasciato al suolo. Si precipitò verso di lui seguito da Sakura che prese subito in mano la situazione. Mentre lui gli sollevava la testa e lo faceva poggiare contro il suo petto, lei gli ascoltò il polso, lo chiamò, poi guardò il moro, i due si scambiarono uno sguardo d'intesa. Sollevò il corpo del ragazzo mentre Sakura lo precedeva, li raggiunse anche Tsunade e li fece accomodare in una stanza vicina.
L'Hokage esaminò il ragazzo dopo averlo fatto sdraiare su un divano:
-Sembra solo svenuto...- disse lei dopo qualche minuto.
-È un genjutsu...- disse il moro tra i denti.
-In effetti, potrebbe essere...- disse la donna.
-Ma chi può averglielo fatto in quella stanza, con tutti quei presenti?- chiese la ragazza.
-Non è stato fatto ora,- disse il moro.
-E chi è in grado di fare un genjutsu a rilascio ritardato al giorno d'oggi?- chiese l'Hokage.
-Dipende da quanto tempo fa è stato fatto...- disse il moro, cercando di non mettere in evidenza la preoccupazione che lo stava attanagliando.
Le persone che sarebbero state in grado di fare una cosa del genere erano solo tre, ed erano tutte morte, tutte e tre ugualmente pericolose.
L'Hokage mandò Sakura a dire agli altri che il ragazzo era solo svenuto e di mandarli a casa, tanto la festa era praticamente finita.
Il moro si sedette sul divano accanto al ragazzo.
-Sono già dieci minuti che è in questo stato...- disse la donna, -tra quanto pensi che dovremo fare qualcosa?
-Se tra altri dieci minuti non si sveglia contatterò la volpe dentro di lui.
La donna fece un cenno di assenso. Se si trattava davvero di un genjutsu fatto tempo prima, voleva dire che era molto potente e interromperlo bruscamente avrebbe anche potuto essere pericoloso per Naruto. La cosa migliore sarebbe stata aspettare che si sciogliesse da solo. Poi avrebbero chiesto al ragazzo cosa fosse successo.
Dopo pochi minuti però il corpo del biondo sussultò, aprì gli occhi e un corvo uscì dal suo occhio sinistro, Sasuke scattò e lo afferrò, ma al suo tocco il corvo si dissolse.
-Itachi...- mormorò, voltandosi poi preoccupato verso il ragazzo.
Tsunade si era già precipitata su di lui:
-Naruto, Naruto, ti senti bene? Che diavolo è successo?
Il ragazzo aveva gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime.
-Ce ne è un altro...- disse tra sé e sé, poi si rivolse verso la donna che lo stava fissando preoccupata, -non ti preoccupare Baa-chan, va tutto bene...
Si rialzò su un gomito, cercò l'altro ragazzo, trovò i suoi occhi:
-Vieni, devo fartelo vedere,- gli disse.
Il moro si sedette sul divano vicino a lui, lo aiutò a mettersi seduto.
-Baa-chan, scusa, poi ti spiegheremo, ma... è per lui...
La donna sbuffò, poi vide l'Uchiha richiamare lo sharingan e puntarlo sugli occhi del biondo, entrambi si immobilizzarono, con gli occhi fissi uno in quelli dell'altro.

Si ritrovarono in un prato, al lato di una foresta, il biondo gli prese la mano.
-È un suo messaggio per te,- gli disse dolcemente.
-Lo so,- rispose l'altro.
Il biondo lo fece girare e si ritrovarono davanti ad un ragazzo moro, con i capelli lunghi legati in una coda bassa. Aveva uno sguardo dolce, cominciò a parlare.
Ciao Naruto, sono Itachi. Non ti spaventare, questo è un genjutsu che ti ho lasciato il giorno in cui ci siamo incontrati e abbiamo parlato. Se ha funzionato, oggi dovrebbe essere il giorno del tuo diciottesimo compleanno, per cui, innanzitutto, auguri! Inoltre, se lo stai guardando, questo vuol dire che io sono morto, sicuramente ucciso dalle mani del mio fratellino.
Il suo sguardo si riempì di tristezza. Ma la figura continuò.
Quel giorno ti ho lasciato due cose, spero tu non abbia dovuto usare l'altra che ti ho lasciato, si tratta del potere per contrastare il mangekyo sharingan. Spero davvero tu non abbia dovuto usarlo.
Quel messaggio era stato lasciato prima che si rincontrassero grazie all'Edo tensei durante la guerra. Quindi quell'Itachi non poteva sapere che il primo corvo era già uscito da Naruto.
Spero siate riusciti a fermare Tobi e che non sia scoppiata una guerra, ma se è scoppiata, spero voi l'abbiate vinta.
Ma la mia più grande speranza è che tu sia riuscito a riportare a casa Sasuke e che lui oggi sia con te a festeggiare il tuo compleanno e che tu, quindi, possa fargli vedere questo mio messaggio.
Se così non fosse, sono certo che troverai comunque il modo più giusto di comportarti rispetto a quello che sto per dirti. Ma nella speranza che lui invece sia con te, mi rivolgerò a lui da ora in poi.
Si spostò leggermente e Sasuke incontrò il suo sguardo.
Ciao otouto, comunque siano andate le cose, voglio che tu sappia che ti voglio bene, che ti ho sempre voluto bene. Anche se mi sono comportato in modi che ti hanno causato sofferenza. Mi dispiace, otouto, mi dispiace tanto.
Una fitta di dolore gli trapassò il petto, sentiva gli occhi che si gonfiavano, poi la mano di Naruto si strinse alla sua, lo sentì al suo fianco e si rilassò.
Ho lasciato questo messaggio a Naruto perché non potevo lasciarlo a te, tu te ne saresti accorto sicuramente. Mentre io non volevo che tu sapessi, ancora per qualche anno. Non volevo darti un ulteriore peso.
Anche tu dovresti essere maggiorenne oggi. Per cui tanti auguri anche a te.
Vorrei tanto che tu fossi tornato ad essere un ninja di Konoha, il Villaggio è la tua casa, otouto, anche se è pieno di brutti ricordi. Ci sono persone che ti amano ancora lì.
Ho deciso di fidarmi di Naruto perché so quanto lui tenga a te e di questo gliene sarò sempre grato. Lui è più di un amico, otouto, l'ho letto nei suoi occhi limpidi, lui può essere la tua famiglia.
A quelle parole Sasuke spostò lo sguardo sul biondo, pensò che il suo niisan sarebbe stato contento di sapere che era davvero diventato la sua famiglia.
Per quanto tu possa odiarmi, devo comunque dirti una cosa importante.
Anni fa, in seguito ad una battaglia in cui rimasi ferito e con troppo poco chakra, una donna del Villaggio del Giglio, subito dopo il confine del Paese dell'Acqua, mi curò e si prese cura di me. Il suo nome è Rie, non è un ninja, ma una guaritrice. Tornai a trovarla molte volte dopo di allora, anche se non ero ferito.
Il suo sguardo si perse per un istante, poi con una luce negli occhi continuò.
Abbiamo avuto una figlia, otouto. Si chiama Miki, perché volevo che il suo nome fosse simile a quello di nostra madre e, oggi, dovrebbe avere poco più di quattro anni.
A quelle parole Sasuke vacillò. Non era più l'ultimo degli Uchiha. Ce ne era un altro, una bambina, sua... nipote...
Nessuno sa di loro.
L'ultima volta che le ho viste, Rie sapeva che non ce ne sarebbe stata un'altra. È una donna forte e sono sicuro che si è presa cura di nostra figlia con amore, ma... ho paura per Miki. Se dovesse risvegliarsi in lei lo sharingan sarebbe in pericolo.
Poi Itachi abbassò un po' la testa e congiunse le mani davanti al petto.
So che sto chiedendo molto, a tutti e due voi, ma, vi prego, prendetevi cura di loro.
Rialzò lo sguardo e sorrise.
Naruto, è strano, sei la persona a cui ho dato più fiducia in tutta la mia vita. Ma sento che ho fatto bene. Ti ho già affidato Sasuke anni fa, oggi ti affido tutta la famiglia che mi rimane.
Poi aggiunse, con un sorriso pieno di malinconia.
Otouto, anche se hai sofferto tanto, la maggior parte per causa mia, ti auguro di essere felice e... spero tu possa odiarmi un po' di meno.
Grazie ragazzi...

Disciolse lo sharingan, erano tornati, sentì la mano del biondo cercare la sua e stringerla, guardarlo con intensità, mentre sentiva che gli occhi iniziavano a pizzicargli. Abbassò la testa per non farsi vedere. Poi sentì la voce di Naruto:
-Baa-chan, ti chiediamo il permesso di assentarci per un po' dal villaggio, dobbiamo andare nel Villaggio del Giglio nel Paese dell'Acqua, lì ci sono... la compagna e la figlia di Itachi.
La donna, che aveva aspettato fino a quel momento sbuffando, seduta su una sedia, strabuzzò gli occhi, poi, vedendo lo sguardo serio di Naruto, sospirò e disse:
-Beh, certo, non possiamo mica lasciare una piccola Uchiha incustodita in un altro paese...
Dopo si alzò, scompigliò i capelli del ragazzo moro affettuosamente e aggiunse:
-Vado a prepararvi i documenti di viaggio in modo che possiate partire domattina all'alba, ma... cercate di passare inosservati, la Mizukage non gradirebbe venire a sapere che proprio voi due siete andati nel Paese dell'Acqua e non siete passati a salutarla. La cosa migliore sarebbe che riusciste a passare il confine senza essere notati, ma se invece vi scoprissero vi preparerò anche una lettera personale per la Mizukage. In quel caso dovrete passare a salutarla, Naruto sai che è una donna molto permalosa e... che ha una passione per voi due...
Gli lanciò un'occhiata prima di lasciarli soli, vide il biondo che lo abbracciava e il moro che si stringeva a lui, cercando ancora di trattenersi.
-Ah, Baa-chan, la bambina... si chiama Miki...- le disse il biondo senza guardarla.
Richiuse la porta dietro di sé e una lacrima le scese sulla guancia, forse... a Konoha ci sarebbe stata nuovamente una Mi-chan...

Dopo che l'Hokage gli ebbe preparato i documenti, tornarono a casa. Sasuke non aveva detto una parola per tutto il tempo, l'unica cosa che aveva fatto era stata quella di non lasciare la mano del biondo, che la aveva tenuta stretta per tutto il tempo.
Si fecero una doccia veloce e si prepararono per andare a dormire, ma quando stavano per mettersi a letto il biondo domandò:
-E questo cosa sarebbe?- indicando due pacchetti poggiati sopra il suo cuscino.
-Dobe, scusami, mi ero dimenticato,- disse il moro dandosi un colpo sulla fronte, -è il tuo regalo di compleanno...
-Ma il regalo non era la festa a sorpresa, con tanto di Ichiraku?- chiese lui sinceramente stupito.
-Beh, sì, ma... oh aprili e basta,- fece l'altro un po' imbarazzato, mettendosi a sedere sul letto.
Il biondo si precipitò ad aprirne uno, lo scartò e trovò una cornice grande con una foto di loro due. Era bellissima, riprendeva solo i loro volti, leggermente di profilo, nessuno dei due guardava verso l'obiettivo, sembrava stessero ascoltando qualcuno che parlava. Lo sguardo era preso, attento, ma gli occhi del biondo brillavano divertiti, mentre il moro sembrava un po' scocciato.
-E questa dove l'hai trovata?- domandò il ragazzo stupefatto.
-E devi ancora aprire l'altro...- disse il moro soddisfatto.
Allora Naruto aprì anche l'altro pacco, che era più grande. Dentro trovò cinque album di fotografie, pieni di loro foto, una più bella dell'altra, alcune li ritraevano insieme, altre solo uno di loro.
-Ma... chi le ha fatte?
-È una lunga storia...
-Sono bellissime!
-Vero? Lo penso anch'io... e la stessa persona ti ha anche immortalato oggi durante la festa...
-Quindi quella che ci segue da settimane è la ragazzina con la macchina fotografica?
-Te ne eri accorto?- chiese il moro stupito.
-Teme, sono un ninja anch'io, sai?- rispose offeso il biondo.
Allora, ridendo, gli raccontò tutta la storia dell'incontro con Yumi e dell'accordo che avevano fatto.
-Teme, è un regalo bellissimo, grazie! Perché hai scelto proprio questa da incorniciare?- chiese sfogliando gli album.
-Perché quando non fai lo scemo sei bellissimo, come in quella foto...- disse arrossendo.
Al che l'altro lo abbracciò stretto e lo baciò intensamente.
-Ora dormiamo, che domani dobbiamo metterci in viaggio presto per andare a conoscere Rie e Miki!- disse il biondo andando a spegnere la luce.
-Ma, dobe, è il tuo compleanno... pensavo di...- fece il moro scocciato da quel contatto che si allontanava.
-Non ti preoccupare, faremo delle pause durante il viaggio, no?- gli rispose dandogli un altro bacio a fior di labbra e stringendosi a lui.


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