17. La vera forza

162 11 1
                                    


-Kurama ci vuole parlare...- disse il biondo allontanandosi leggermente.
-Ora?- fece l'altro scocciato, provando a ricominciare a baciarlo.
-Sì.
-Non puoi dirgli di aspettare un po'?- propose il moro mentre gli mordicchiava la mandibola.
Il biondo gli scivolò di fianco, mentre l'altro grugniva, e gli disse:
-Dai, usa lo sharingan!
-Uff...- fece l'altro, ma attivò gli occhi e dopo un istante si ritrovarono davanti alla volpe.
-Ciao Kurama!- trillò Naruto.
-Cos'è, hai intenzione di farci un altro istruttivo racconto sul passato?- chiese il moro ancora seccato di essere stato interrotto.
-Cucciolo Uchiha non ti lamentare,- disse mostrando i denti la volpe, -se vi ho chiamati qui è per farvi un regalo...
-Come un regalo?- chiese il biondo stupito.
-Apriamo il cancello Naruto.
A quelle parole del bijuu, il biondo fece un cenno della mano verso il cancello, Kurama lo spinse dall'interno e l'enorme portone si spalancò.
La volpe si stiracchiò e si diresse verso di loro.
Il moro domandò incuriosito:
-Puoi rimuovere il sigillo con tanta disinvoltura?
-Il sigillo oggi serve solo a mantenere il nostro legame, ma ci siamo accorti che se il cancello è sempre aperto diventa troppo difficile distinguere i nostri due chakra, per cui abbiamo deciso di tenerlo chiuso la maggior parte del tempo, anche se ormai non rappresenta più una prigione. Diciamo che è il limite che ci permette di non fonderci completamente.
Non aveva fatto in tempo a finire quella frase che Kurama li aveva presi entrambi tra le zampe e aveva detto:
-Pronti?
-Pronti a cosa? Maledetta volpe!- il moro era sobbalzato a quella stretta, ok che Naruto era tranquillo a interagire con il kyuubi, ma a lui faceva una certa impressione sentire su di sé quella zampa.
Entrambi avevano chiuso istintivamente gli occhi quando avevano sentito come una scossa attraversarli, poi sentirono la voce di Kurama:
-Siete proprio due ragazzini, aprite gli occhi!
Si ritrovarono in una strada del villaggio, vicino all'accademia, ma c'era qualcosa di strano, era il vecchio villaggio, prima degli attacchi dell'ultimo periodo e... sulla montagna non c'era la faccia di Tsunade scolpita e neanche quella del quarto Hokage!
-Kurama dove siamo?- chiese il biondo sorpreso.
-Siete in un ricordo.
-Somiglia a un genjutsu,- disse il moro guardandosi intorno.
-Uchiha ti avverto, non provare a usare i tuoi occhi qui dentro o ad andartene in giro da solo, la mente di un bijuu non è come quella di un essere umano, potresti perderti.
-Ku... Kurama... perché sei così piccolo?- chiese il biondo che si era girato sentendo la voce provenire da dietro di lui e si era ritrovato davanti ad una volpe grande più o meno come un lupo, estremamente aggraziata e con nove code che fluttuavano nell'aria.
-Con questo aspetto posso farvi da guida in modo più agevole.
-Aspetta Kurama, fammi capire, che vuol dire che questo è un ricordo? Io non sono mai stato nel villaggio prima che la faccia di mio padre fosse scolpita sulla montagna!- disse il biondo sempre più confuso.
-Infatti questo è un MIO ricordo, di molto prima che tu nascessi...
-Quindi tu eri...
-Dentro tua madre, sì,- disse la volpe come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Ehhh? È possibile fare una cosa del genere?
-Evidentemente...
-E perché non l'abbiamo mai fatto prima?- continuò a chiedere il biondo sempre più eccitato.
-Non ce ne era motivo,- rispose distrattamente la volpe.
-Ma... ma...- provò a dire il biondo che non era affatto d'accordo con quello che Kurama aveva appena detto.
-E adesso quale sarebbe il motivo, volpe?- chiese il moro che era rimasto ad ascoltare senza interferire fino a quel momento.
-Sono stanco di venir svegliato tutte le notti da te che urli, Uchiha!- rispose la volpe acida.
Il moro arrossì leggermente, dannazione, si dimenticava tutte le volte che quella volpe era sempre tra i piedi.
-Tsk...- fece girandosi di lato.
-Eh no! Voi due! Fatela finita!- intervenne il biondo.
-Che vuoi da me?- chiese il moro stizzito.
-Voglio che la smettiate di bisticciare!
-Io non bisticcio! Quelle sono cose da umani!- aggiunse la volpe digrignando i denti.
-Chiamalo come ti pare, ma voglio che voi due impariate ad andare d'accordo!- disse deciso il biondo.
-Difficile...- disse il moro sollevando un sopracciglio.
-Almeno iniziate a chiamarvi per nome! Sasuke, lui è Kurama, Kurama lui è Sasuke, presentazioni fatte!
Entrambi si girarono di lato per non guardarsi, incrociando le braccia, stizziti.
Naruto sollevò gli occhi al cielo, poi li guardò e pensò che forse provocarli un po' non sarebbe stata una cattiva idea:
-Vi siete accorti che avete avuto la stessa identica reazione? Ora che ci penso vi somigliate parecchio...
-NON OSARE PARAGONARMI A LUI!- dissero all'unisono la volpe e il moro.
Al che il biondo non poté fare a meno di scoppiare a ridere. I due si ritrovarono a dare un pugno in testa a Naruto, insieme, cosa che non ebbe altro effetto che farlo ridere ancora di più.
-Ok basta, cominciamo,- disse la volpe che preferiva decisamente cambiare argomento, -ho cambiato un po' il ricordo in modo che possiate avere una visuale più chiara, eccole...
-Che vuol dire "eccole"?- chiese il moro.
Ma improvvisamente sentirono delle voci provenire da un vicolo, si avvicinarono e videro dei ragazzini di circa dodici anni che se la stavano prendendo con qualcuno.
-Avvicinatevi quanto volete, tanto non possono vedervi,- spiegò Kurama spingendoli in avanti.
Erano quattro ragazzi e stavano prendendo in giro una bambina. Lei aveva i capelli rossi, un viso tondo, stava stringendo i pugni e stava ribattendo a quello che loro dicevano. Tutti avevano il coprifronte di Konoha.
-Vi ho detto di non chiamarmi così!- strillò lei.
-Ahahahaha... rosso pomodoro... ahahahaha...,- la canzonò uno dei ragazzi.
-La tua faccia sta diventando rossa come i tuoi capelli, sicura che non ti stai per mettere a piangere?- le disse un altro.
-Kurama... ma quella...- provò a chiedere Naruto.
-Sì, è Kushina.
-Ehi!- si girarono tutti di scatto, sia i ragazzini, sia i due più grandi che erano lì ad osservare la scena.
Una ragazzina dai capelli neri, la pelle bianca e dei profondi occhi scuri, con uno sguardo freddo e duro li aveva apostrofati con sufficienza.
-Che vuoi Uchiha?- le chiese uno dei ragazzini.
-Che state facendo?- chiese lei incrociando le braccia.
-Non ti intromettere!- le urlò contro la ragazza dai capelli rossi.
-Ma come non hai bisogno che la tua amichetta ti venga a consolare?- le disse un altro dei ragazzi ridacchiando.
-Adesso mi avete stufata!- disse la piccola Kushina e subito dopo aver detto quelle parole si gettò sopra al ragazzo che le stava di fronte e gli diede un pugno che lo stese a terra, poi si girò verso altri due e con due calci li atterrò. Non fece però in tempo a girarsi verso il quarto che lui la aveva già bloccata contro il muro.
-Non ti permettere rosso pomodoro! Come hai osato attaccare i miei amici?- le disse tenendola ferma contro il muro.
Lei stava per divincolarsi e tirargli un calcio quando lo vide accasciarsi davanti ai suoi occhi e lasciare la presa sulle sue braccia.
-Ti avevo detto di non intrometterti! Potevo benissimo farcela da sola!- strillò contro la ragazza mora che aveva di fronte e che aveva appena fatto svenire il ragazzino dandogli un colpo ben assestato sulla nuca.
-Lo so benissimo Uzumaki, infatti l'ho colpito solo per non permetterti di infierire troppo su di lui. È più grande di noi e molto orgoglioso, se si venisse a sapere che ha perso mentre erano in quattro contro una sola ragazza, troverebbe il modo di fartela pagare. Se invece c'ero anche io, poiché tutti mi temono, non ci saranno ripercussioni.
Mentre quelle due discutevano i ragazzini a terra stavano cercando di andarsene il più in fretta possibile.
-Voi! Sappiate che farete di nuovo questa fine se osate prendermi ancora in giro!- gli urlò contro la rossa, mentre l'altra ragazza la tirava via per un braccio.
-Ti sei fatta male,- constatò la mora.
-Non è vero!- disse l'altra.
-Ah sì? E allora perché fai quella faccia se ti stringo qui?- le disse aumentando un po' la presa sul braccio della ragazza.
-Non è niente...- provò a dire lei strizzando gli occhi per il dolore.
-Uzumaki, per favore, smettila di comportarti così anche con me! Fammi vedere,- le disse più gentilmente, facendole cenno di sedersi su una panchina.
Al che la ragazza rossa si sedette e le permise di alzarle la manica e guardare il suo braccio.
-Hai un graffio e un brutto livido...
-Non importa, davvero, guarirà entro stasera...- disse lei cercando di divincolarsi.
Ma la ragazza mora non la ascoltò neanche, prese una crema e una benda dal marsupio che portava e la medicò.
-Grazie... Uchiha...- disse la ragazzina arrossendo un po'.
-Puoi chiamarmi Mikoto,- disse l'altra mettendo finalmente da parte l'espressione dura che aveva avuto fino a quel momento e facendole invece un lieve sorriso con un angolo della bocca.
-Tu allora devi chiamarmi Kushina!
-Ok.
Entrambe sorrisero.

-Wow!!! Kurama... ci hai fatto vedere il momento in cui le nostre mamme sono diventate amiche?!- disse Naruto estasiato, che non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle due ragazzine.
Il moro era imbambolato.
-Perché ci hai fatto vedere questo momento?- riuscì a chiedere dopo un po'.
-Perché, straordinariamente, sono d'accordo con quello che prima stava dicendo Naruto, conoscere meglio tua madre ti aiuterà a far finire quegli incubi...
-È davvero un regalo magnifico, grazie Kurama!- disse Naruto andando a dare una carezza al collo della volpe.
-Adesso non ti allargare però!- disse lui facendo un salto indietro che fece ridacchiare l'altro.
-Vi ho fatto vedere questo ricordo perché è utile per capire che rapporto avevano quelle due e le idee di tua madre... Sasuke,- aggiunse con un certo sforzo, guardando il biondo mentre pronunciava il nome dell'altro ragazzo.
-Ora il prossimo...

In un istante l'ambiente intorno a loro cambiò, erano nel mezzo di una foresta, c'era del fumo. Si avvicinarono e videro una ragazza mora aiutare delicatamente a sedersi contro un albero un'altra ragazza dai lunghi capelli rossi.
-Sono loro??? Sono cresciute!! E sono bellissime!!! Quanti anni hanno ora?- chiese il biondo eccitato alla volpe accucciata accanto a lui.
-Hanno sedici anni e sono nel mezzo di una missione di livello S, hanno deciso di dividere la squadra in due gruppi e loro si sono allontanate, ma sei ninja di un altro villaggio le hanno appena intercettate. Kushina è stata colpita da una carta bomba alla gamba.
Naruto assunse uno sguardo preoccupato e si avvicinò alle ragazze per sentire quello che dicevano, mentre l'altro lo seguì in silenzio.
-Non sei messa bene,- constatò la ragazza bruna.
-Mi dispiace, non l'ho proprio vista quella carta bomba,- disse l'altra mentre stringeva i denti dal dolore cercando di mettersi più comoda contro l'albero.
-Sono già arrivati,- disse la mora rialzandosi e guardando dietro di sé, -uff...
-Non mi sembrano molto in gamba, solo uno forse,- disse la rossa.
-Due sono di livello jounin, mentre gli altri quattro sono semplici chunin,- disse la mora.
-Fai attenzione Mi-chan...
La ragazza mora la guardò un attimo, l'altra le fece un cenno del capo del capo e lei sorrise:
-Lo so...
Con un balzo sparì dalla sua vista e si mise al centro di una radura.
-Perché si mette in una posizione così scoperta?- disse Sasuke ad alta voce a quel punto con un'aria preoccupata.
-Guardala attentamente e soprattutto ascolta quello che dice...
Il gruppetto si spostò per seguire la ragazza.
Quattro ninja di un altro villaggio uscirono dagli alberi e si diressero verso di lei. Quello che sembrava il capo parlò:
-Ragazzina della Foglia, cos'è, hai deciso di arrenderti?
-Niente affatto,- rispose lei con un'aria scocciata, mentre con tranquillità prendeva un elastico dalla tasca e si legava i capelli in una coda alta.
-Cos'è quel modo di fare, mocciosa?- disse un altro ninja.
-Sembra che la bimba qui abbia voglia di giocare...- disse il terzo leccandosi le labbra.
Lei lo guardò disgustata e disse ad alta voce rivolgendosi al capo:
-Dì agli altri due di uscire, non ho tempo di giocare a nascondino!
-Ahahahaha, la ragazzina qui ha voglia di scherzare!!! Adesso non mi dirai che ci ucciderai tutti in cinque minuti, eh? Ahahahah...
Ma i due che erano nascosti si affacciarono, incuriositi dalle parole e lo strano atteggiamento di quella ragazza, pronti a darle una lezione.
-Non ho nessuna intenzione di uccidervi,- disse lei calma.
-Oh... e allora cosa vorresti fare mocciosa?- disse uno con voce maliziosa.
Lei chiuse gli occhi per un attimo, quando li riaprì erano rossi, con lo sharingan attivo, alzò le braccia e sfilò dai foderi sulla schiena due corte katane.
-Mi limiterò a rendervi inoffensivi per i prossimi anni,- disse gelida e, in un attimo, quello che aveva parlato per ultimo si ritrovò a terra, urlando, con sangue che gli usciva dai gomiti e dalle caviglie.
I due ninja più vicini le andarono incontro, ma lei li immobilizzò con un genjutsu in un istante, fece un balzo all'indietro con l'agilità di un felino e, in pochi secondi, altri due caddero a terra dopo che lei gli aveva inflitto delle ferite alle articolazioni di braccia e gambe.
Il capo aveva fatto un balzo all'indietro, pronto ad attaccare:
-Maledetta...- aveva sibilato tra i denti.
Ma prima che potesse riuscire a controbatterla con una tecnica si ritrovò immobilizzato, delle catene di chakra lo stringevano e lo avevano costretto in ginocchio.
-Potevo farcela anche da sola, Kushina...- disse la ragazza mora con un tono leggermente seccato, guardando nella direzione in cui aveva lasciato l'amica.
-Sbrigati a sistemare anche gli altri due, il tuo genjutsu starà per sciogliersi,- le disse l'altra ridacchiando.
-Uff...,- in un attimo anche gli ultimi due erano sistemati nello stesso modo.
Tornò verso il capo e gli puntò alla gola una delle due spade, quello deglutì terrorizzato, mentre lei lo osservava inclinando leggermente il capo.
-Chi diavolo sei, donna?
-Mikoto Uchiha, ricordati bene il mio nome stupido uomo!
-Vuol dire che non mi ucciderai?- chiese lui perplesso.
-Certo che no, non ho nessuna motivazione per ucciderti!
-E allora che cosa hai fatto ai miei compagni?- gridò quello che vedeva i suoi a terra sanguinanti, immobili.
-Non sono morti e non moriranno, ma per un bel po' di tempo non potranno muoversi bene.
-Maledetta, ti ucciderò!- fece quello provando a liberarsi.
-Non riuscirai a slegarti dalle catene di Kushina e tra poco anche tu sarai nelle loro stesse condizioni, ma a te lascerò un braccio intatto con cui potrai fare un'evocazione e mandare un messaggio ai tuoi compagni per farvi venire a riprendere.
-Perché dovresti farlo? Non fai prima a ucciderci tutti?- chiese lui stupito.
-Se io vi uccidessi questo creerebbe solo dolore alle vostre famiglie e ai vostri amici e, presto o tardi, qualcuno di loro, colmo di odio, verrebbe a reclamare vendetta contro il nostro villaggio. Se io invece mi limito a ferirvi in modo grave, recidendo la maggior parte dei tendini delle vostre articolazioni, otterrò due cose. La prima è che ci metterete molto a curarvi e a poter tornare ad essere impiegati in missione, per cui ho comunque raggiunto il mio obiettivo di ridurre le risorse del nemico. La seconda è che le vostre famiglie saranno felici di riavervi con loro e fiere di voi, perché penseranno che siete stati abbastanza forti da sopravvivere. L'unica cosa ad essere irrimediabilmente ferita sarà il vostro orgoglio, ma per quello ve la potrete prendere solo con me, perché solo io saprò esattamente cosa è avvenuto.
-Cos'è questa stupidaggine ragazzina! I ninja sono assassini, cos'è non te lo hanno insegnato all'Accademia? Faresti meglio a uccidermi...
-Uccidere è disgustoso e inutile, anzi, crea solo più problemi di prima. Se il tuo orgoglio non riuscirà a sopportare la sconfitta, vieni a cercarmi quando sarai diventato più forte...
Con quelle parole gli recise con gesti precisi i tendini del gomito sinistro e del ginocchio destro, quello urlò, lei si voltò e se ne andò.
-Wow, tua madre è proprio una dura!- disse il biondo lanciando un fischio.
-E non è ancora finita, ehehehe...- sghignazzò Kurama.
Sasuke era davvero ammirato, era rimasto colpito sia dalla velocità con cui la madre si era liberata di quei ninja, sia dalla grazia ed eleganza dei suoi movimenti, le sue parole poi lo avevano lasciato stupefatto. Anche lui aveva sempre trovato disgustoso e inutile uccidere e lo aveva fatto solo quando lo aveva trovato strettamente necessario.
-Come ti senti?- chiese la ragazza mora avvicinandosi all'amica.
-Mi-chan non credi che sia un po' pericolosa questa tua ossessione di non uccidere nessuno? E se poi davvero tutti quelli che continui a sconfiggere ti venissero a cercare?
-Per quello mi basterà rimanere la più forte,- disse sbuffando e sciogliendosi i capelli.
-Mi vuoi spiegare una buona volta il perché di tutto questo?
Mikoto la guardò un po' scocciata, poi si morse un dito e fece un'evocazione.
Con uno sbuffo apparve un enorme gatto nero, grande quanto un orso. La ragazza si inginocchiò:
-Fugiko-sama, mi dispiace disturbarla per una cosa così futile, ma la mia compagna di squadra è ferita e ho bisogno che lei mi aiuti a trasportarla da un medico.
La gatta la guardò stringendo gli occhi, poi si leccò una zampa e le disse, mentre si accoccolava a terra e permetteva alla ragazza di sistemarle l'amica sopra:
-Mikoto-chan, per questa volta permetterò alla tua amica jinchuuriki di salirmi in groppa, ma dovrai ripagarmi per questo...
-Fujiko-sama le prometto che le cucinerò personalmente tutto il pesce che vorrà,- disse nascondendo un sorrisetto la ragazza.
A quel pensiero la gatta rialzandosi fece un accenno di fusa, poi si incamminarono.
-La ringrazio molto Fujiko-sama, per il suo aiuto,- disse Kushina sorridente alla gatta.
-Jinchuuriki della volpe, sai che noi gatti ninja non amiamo particolarmente stringere patti con voi umani, ma Mikoto-chan è riuscita a convincerci dopo aver cucinato per tutti noi per tre giorni interi, poi ha anche promesso che ci avrebbe chiamati il meno possibile. Inoltre ci assomiglia così tanto che abbiamo imparato ad accettarla e a rispettarla...
-Capisco, in effetti è proprio vero, Mi-chan sembra proprio una gatta...- disse la ragazza rossa ridacchiando, poi si rivolse di nuovo all'amica e continuò, -allora? Non me lo dici neanche oggi?
-Kushina non essere fastidiosa... sono stanca...
-Ma figuriamoci se sei stanca, Mi-chan, l'ultima volta mi avevi promesso che me lo avresti spiegato...- disse lei lamentosa.
-E va bene, va bene, tanto abbiamo da fare un po' di strada prima di arrivare al campo base. Allora tu sai che faccio parte del clan Uchiha, e che sono la discendente più diretta di Madara Uchiha, l'uomo che fondò il villaggio della Foglia insieme al primo Hokage e che poi combatté contro di lui alla valle dell'epilogo, giusto?
-Certo!
-Beh quello che non sai è che gli Uchiha sono un clan di imbecilli!
-Ehhh????- fece Kushina sconvolta.
La gatta ridacchiò.
Anche i due ragazzi che le stavano seguendo avevano strabuzzato gli occhi a quell'uscita e avevano guardato perplessi la volpe che camminava al loro fianco e che nel frattempo se la rideva di gusto.
-Esatto, il clan Uchiha è composto da uomini e donne interessati solo al potere e a cercare di tenere sotto controllo tutto quello che provano. Tutti pensano che la caratteristica principale degli Uchiha sia lo sharingan, ma non è così, la caratteristica principale di ogni Uchiha è quella di provare emozioni assolute...
-Che vuol dire Mi-chan?- chiese Kushina sempre più perplessa.
-Se un Uchiha odia, distruggerà tutto quello che incontra per dare soddisfazione al suo odio, se un Uchiha è arrabbiato scaricherà la sua rabbia in modo violento e incontrollato, se un Uchiha vuole vendetta non ci sarà niente e nessuno che potranno fermarlo dall'ottenerla...
-E se un Uchiha ama?- chiese l'altra ragazza.
-Quando un Uchiha ama è per sempre, con un amore totale, geloso e possessivo, ma se quella persona dovesse essergli strappata, allora quell'amore si muterà in odio e quell'odio brucerà ogni cosa sul suo cammino...
Naruto guardò Sasuke e gli domandò:
-È vero?
-Beh, dovresti ormai essertene accorto...- rispose quello tranquillamente, non avrebbe saputo dirlo meglio di così.
Naruto deglutì un po' preoccupato a quell'affermazione tanto candida del compagno.
-E sono proprio quelle emozioni che permettono allo sharingan di svilupparsi ed evolversi,- continuò la ragazza mora, -sono in pochi a saperlo, ma il modo per sviluppare lo sharingan più potente, il mangekjo sharingan è... qualcosa di orribile...
-Mi-chan...- Kushina aveva visto sul volto dell'amica un'espressione triste che non le conosceva e si stava preoccupando.
-Per sviluppare il mangekyo bisogna uccidere la persona più importante della propria vita, l'affetto più caro...
-Perché?- chiese l'altra ragazza sconvolta.
-Perché non c'è emozione più forte di quella...
-Mi-chan, ma tu...
-No, io non ho il mangekyo sharingan e non ho nessuna intenzione di provare a svilupparlo, per questo voglio essere la più forte del clan, diciamo che è una mia scommessa personale... voglio dimostrare a quegli insulsi che si può diventare forti senza uccidere nessuno...
-Ma ci sono degli Uchiha che hanno quello sharingan?
-Non attualmente, l'ultimo di cui si sia certi che lo abbia sviluppato è proprio Madara Uchiha, il mio antenato, non si sa neanche se tutti gli Uchiha abbiano la potenzialità per svilupparlo in realtà. Io invece ho deciso che voglio testare fino in fondo le abilità dei miei occhi, voglio provare che non è solo abbandonandosi ad emozioni così terribili che si può sviluppare il potere. I miei occhi si sono risvegliati quando ho desiderato proteggere i miei compagni, quando ho avuto paura di perderli e non ho esitato a rischiare la mia vita... voglio che i miei occhi siano usati con... amore... non con odio...
-Questa è la mia migliore amica! E io sono molto fiera di te...- disse Kushina regalandole un magnifico sorriso.
Mikoto arrossì.
-Ma dimmi, anche il tuo futuro marito fa parte degli imbecilli?- le chiese maliziosamente.
-Non è il mio futuro marito!- le rispose la mora guardandola male, -e comunque lui sa tutte queste cose e mi appoggia...- aggiunse arrossendo e girandosi per non farsi vedere.
-Ahahahaha,- rise la ragazza rossa, -comunque ti capisco più di quanto tu non possa credere, sai? Per me è più o meno la stessa cosa, io sono il contenitore di kyuubi, che è un concentrato di odio, e l'unica possibilità che ho per non farmi divorare da quell'odio è quella di contrastare quell'odio con l'amore, Madama Mito lo diceva sempre...
-Mi sembra che Minato-kun ti stia aiutando in questo, non è vero?- le disse la mora ghignando.
-Smettila!!!

-Pronti per il prossimo?- chiese la volpe.
Ma non gli diede il tempo di rispondere che si erano già ritrovati in un altro luogo.
Stavolta erano in un parco del villaggio, le due ragazze erano diventate più grandi, avevano entrambe il pancione, anche se quello di Mikoto era enorme mentre quello di Kushina solo accennato, e un bambino dai capelli neri giocava poco lontano da loro.
-Itachi...- sfuggì dalle labbra del moro.
-Sì, quello è tuo fratello e le vostre madri lì, sono incinte di voi due,- spiegò la volpe.
-Vieni...- disse il biondo prendendo per mano il compagno e avvicinandosi alle due donne.
-Mi annoio Mi-chan...- disse la donna dai capelli rossi sbuffando.
-Kushina sei sempre la solita, possibile che tu non riesca mai a stare ferma?
-Ma essere incinta è una noia, non posso andare in missione e Minato non fa altro che preoccuparsi per me e dirmi di stare a riposo! Non mi permette di fare niente...
-Non lamentarti!- le intimò la mora puntandole contro un dito, ma sorridendo.
-La fai facile tu,- disse la rossa imbronciandosi, -è da quando è nato Itachi che non sei più andata in missione, ti sei abituata a fare la casalinga... io invece sono solo pochi mesi che mi sono ritrovata così e mi sento strana...
-Kushina... non è poi così male fare la mamma, sai?
-Lo so, lo so, anzi lo immagino... ma... mi annoio lo stesso!- rispose lei sbuffando, ma con un sorriso in sottofondo.
-Goditela fino a quando il tuo bambino non sarà uscito dalla pancia, poi non avrai più tempo per fare niente!
-Come hai fatto Mi-chan?- le chiese poi la rossa.
-A fare cosa?
-A smettere di andare in missione! Perché non hai ricominciato quando Itachi è diventato più grande, dove è finita la tua scommessa con il clan?
-Ma la mia scommessa non è finita, solo è cambiata...
Kushina la guardò con fare interrogativo e l'altra continuò:
-Diciamo che la mia scommessa ora riguarda i miei figli,- disse dolcemente carezzandosi la pancia e guardando in modo tenero il bambino che giocava nel prato di fronte.
-Cioè?
-Io ho vinto la mia scommessa con il clan, fino a quando non sono rimasta incinta di Itachi sono stata la ninja più forte del clan Uchiha... nessuno è mai stato capace di sconfiggermi.
-E tuo marito?
-Fugaku è stato abbastanza intelligente da non provare mai a battermi,- rispose lei divertita e con una luce negli occhi.
L'altra rise.
-Ora sto passando il testimone ai miei figli, o meglio ho capito che il modo migliore per continuare la mia scommessa è quello di crescerli in modo differente rispetto a come in genere vengono allevati gli Uchiha.
-E Fugaku-san che dice di questo?
-Fugaku lo sa e abbiamo deciso che ognuno di noi insegnerà ai nostri bambini quello in cui crede. Io ho deciso di crescere i miei figli insegnandogli il rispetto per la vita e l'amore, lui gli insegnerà tutte le tecniche che conosce e ad essere forti nel modo classico in cui lo farebbe un capoclan.
-E questo non creerà confusione nei bambini?- chiese l'amica con una faccia preoccupata.
-No, perché anche io gli sto insegnando ad essere forti, ma quello che voglio che imparino è l'essenza della vera forza...
-Hai visto Sas'ke!!! Anche lei parla della vera forza!!!- disse tutto contento Naruto, stringendo ancora più forte la mano del ragazzo al suo fianco.
Quello non replicò, troppo attento al discorso delle due donne.
Kushina le sorrise:
-Credo di capire...
-Itachi e Sasuke sono i figli del capoclan, questo vuol dire che avranno grandi responsabilità, sia verso il clan che verso il villaggio, io continuerò a crescerli infondendo in loro la volontà del fuoco, quella volontà che ha creato il Villaggio della Foglia e che ho ereditato da Tsunade-sensei, e il desiderio di pace, quella pace che abbiamo con fatica conquistato dopo l'ultima guerra. E l'unico modo che ho per farlo è quello di dedicarmi completamente a loro, amarli, farli sentire sicuri e protetti, dargli l'esempio e fargli sperimentare che una vita costruita sull'amore è più piena di una vita costruita sul potere.
-Anche io voglio crescere così il mio bambino!- disse la rossa sorridendo e massaggiandosi la pancia, -sono sicura che i nostri figli diventeranno grandi shinobi, saranno amici per tutta la vita come lo siamo noi e combatteranno per la pace proteggendo i loro compagni!
-Spero solo che in loro non prevalga mai il lato distruttivo degli Uchiha...- aggiunse la mora con uno sguardo triste.
-Mi-chan non dire così! Sono sicura che Itachi e Sasuke capiranno i tuoi insegnamenti, e anche se per un periodo dovessero perdersi, sicuramente ritroveranno la strada... e poi ci penserà il mio bambino a dargli una mano, no? Sarà forte e testardo come la sua mamma e se dovessero fare degli errori li prenderà a pugni talmente forte da farli rinsavire!
A quelle parole entrambe si misero a ridere, poi la mora chiese:
-Avete deciso come chiamarlo?
-Naruto...
-Sasuke e Naruto... suona bene!
-Vero?

La scena davanti ai loro occhi iniziò a dissolversi, il moro allungò un braccio, come per provare a toccare la madre:
-Mamma...
Ma si ritrovò nell'antro buio, la volpe aveva lasciato la stretta e si era accucciata davanti a loro, nel suo solito aspetto. La sua mano era ancora stretta a quella di Naruto, si guardarono, entrambi avevano gli occhi lucidi.
Rimasero per un po' in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Poi il moro alzò il viso e guardò intensamente la volpe:
-Grazie... Kurama...
-Tsk...- fece quello sbuffando, -ora andatevene che sono stanco!- aggiunse sbuffando e tornando verso il cancello.
-Kurama, sei stato davvero prezioso!- disse il biondo sorridendogli e la volpe si girò per non fargli vedere che stava sorridendo.
-Spero sia stato utile a farti capire meglio qual è l'eredità di tua madre...- finì lanciando un'occhiata al ragazzo moro.
-Sì...

Si ritrovarono stesi sul divano, ancora abbracciati.
-Sai, forse sono un po' geloso...- disse il biondo pensieroso.
-E di cosa?- chiese l'altro stupito.
-È la prima volta che Kurama condivide con me un suo ricordo e lo ha fatto per te...
A quelle parole il moro scoppiò a ridere:
-Beh, puoi sempre chiedergli di farlo ancora...
-Lo farò sicuramente infatti!- disse lui con forza.
-Però in fondo era per tutti e due, ci ha fatto vedere il passato delle nostre mamme, ed è stato...
-Meraviglioso!- concluse il biondo sorridendo soddisfatto.
-Già... meraviglioso...

Tutto è già cambiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora