11. Fidarsi... che fatica!

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Non era riuscito a dormire per tutta la notte. Si era girato e rigirato nel letto fino alle cinque, dormendo solo a tratti, poi aveva deciso che era inutile e si era alzato, tanto alle sette aveva appuntamento alle porte del villaggio con gli altri. Era furioso. Con se stesso e con il dobe. Possibile che in quelle poche settimane gli fosse entrato talmente sotto la pelle da non riuscire più a dormire senza di lui? Come si era permesso di fargli un affronto del genere? Gli aveva detto che voleva restare un po' da solo, poi! Come osava? Dopo tutto quello che era successo, dopo le cose che si erano detti e quelle che avevano fatto insieme, ora non poteva, non poteva levargli tutto d'un tratto la sua presenza! Doveva rimediare, assolutamente, e c'era un'unica soluzione a quel problema. Anche se c'era la questione aperta con il suo orgoglio che in quel momento lo turbava anche di più. Come dirglielo? Semplice glielo avrebbe ordinato. Così forse non avrebbe perso del tutto la faccia, quel poco che gliene era rimasta dopo le ultime settimane, almeno...
Si avviò in anticipo verso il luogo dell'appuntamento, e si mise ad aspettare gli altri poggiandosi contro un albero. Sai arrivò dopo poco e cercò di intavolare una conversazione, ma lui lo ignorò completamente.
-Sasuke-kun, come mai sei così di cattivo umore, oggi? Non hai dormito bene?
L'altro si limitò a non rispondere e l'altro desistette.
Dopo poco sentì finalmente arrivare quel tornado ambulante del dobe, che strillava da lontano, salutandoli e sorridendo come un bambino. Doveva essere andata bene, pensò. Ne ebbe la conferma quando il biondo si avvicinò e, dopo aver salutato Sai, gli si rivolse e fece con le dita il segno della vittoria, ridacchiando.
-E tu come mai sei così felice stamattina, Naruto-kun?- chiese Sai con fare indagatore.
-Ieri mi è successa una cosa bella!- disse lui saltellando su un piede.
-Non sembra però che questa cosa bella sia in grado di tirare su il morale a Sasuke-kun...
-Eh? Perché che ha il teme?
-Non lo so, guarda tu, è di pessimo umore,- gli rispose Sai perplesso.
-Teme, che hai?- gli fece il biondo avvicinandosi.
-Niente,- disse lui scocciato. Per sua fortuna in quel momento arrivò Kakashi e l'attenzione del biondo fu distolta. Iniziarono a parlare della missione che avrebbero dovuto svolgere quel giorno, dovevano accompagnare dei commercianti dal villaggio fino a due città vicine, per questo motivo si sarebbero separati, dopo una prima parte di strada in comune. Sai e Kakashi avrebbero accompagnato un ricco signore in una città più vicina, mentre Sasuke e Naruto avrebbero accompagnato una donna grassa e petulante, che si era appena avvicinata loro, nell'altra città. Avrebbero dovuto farcela in giornata, ma probabilmente i due ragazzi sarebbero tornati tardi.
Tutti annuirono e si incamminarono visto che anche l'altro committente della missione li aveva raggiunti.
Verso mezzogiorno arrivarono nel punto in cui avrebbero dovuto separarsi. Sasuke non aveva mai praticamente aperto bocca, mentre gli altri avevano chiacchierato allegramente tra di loro e con i due commercianti. Non era avvenuto nulla di strano, nessuno li aveva attaccati e tutto sembrava tranquillo, sembrava solo una giornata noiosa, pensò il moro.
I due continuarono con la signora che parlava incessantemente e Naruto che le andava dietro. Sembrava sereno e contento, ma in realtà non vedeva l'ora di rimanere solo con Sasuke. Solo ad un certo punto avevano incontrato qualcuno sulla strada, che li aveva guardati minacciosamente, ma era bastato che Naruto alzasse un po' la voce e si facesse casualmente sfuggire che la signora era stata così fortunata da avere come scorta il grande Sasuke Uchiha, ex nukenin, terrore di tutti i ninja, per far desistere velocemente quei due scagnozzi e vederli correre via più velocemente che potevano. Il problema però, da quel momento, fu che la signora era diventata curiosissima e aveva ingaggiato con Naruto una lotta per fargli dire più cose che poteva su quel tenebroso ragazzo che non aveva mai aperto bocca per tutta la giornata.
-Ma davvero lui è quel nukenin? Quello che era scappato da ragazzino e poi è tornato all'improvviso nel momento centrale della guerra? Quello che ha sconfitto i nemici insieme all'eroe della Foglia?-continuava a tempestarlo di domande a mezza bocca, pensando, ingenuamente, che in questo modo il moro non la sentisse.
-Eheheh, sì, è proprio lui...
-Quello che non sa,- intervenne improvvisamente Sasuke, facendo sobbalzare la signora, -è che accanto a lei c'è proprio quel famoso eroe della Foglia di cui stava parlando...
A quelle parole la signora quasi sbiancò.
-Tu? Tu davvero sei quel Naruto? L'eroe dell'ultima guerra? Ma sei solo un ragazzino!!!
-Bè sì, sono proprio io...- biascicò lui lanciando uno sguardo ostile al moro. Ben ti sta, sembrò dire l'occhiata che questi gli lanciò.
E la signora a quel punto aumentò ancora di più le sue domande, per lasciarlo sfinito alle cinque, quando finalmente erano arrivati a destinazione. Profondendosi in ringraziamenti ai due e dicendo che da quel momento avrebbe potuto vantarsi con tutti i suoi conoscenti e la sua famiglia che aveva avuto l'onore e la fortuna di fare un lungo viaggio con i due eroi della guerra. Inoltre, non paga evidentemente, li abbracciò e baciò entrambi sulle guance senza che loro riuscissero a fermarla o ribattere in alcun modo. Sasuke aveva semplicemente un'espressione disgustata, quando vide la donna finalmente andarsene, Naruto non ce la faceva a smettere di ridere pensando allo shock che aveva visto negli occhi del moro quando la donna lo aveva stretto tra le sue braccia e aveva osato dargli un bel bacio a schiocco sulla guancia.
Per riprendersi un po' e prima di rincamminarsi verso casa decisero di mangiare qualcosa e si diressero verso un chiosco di soba.
Naruto provò finalmente a fare un po' di conversazione.
-Ieri sera è andata meglio del previsto con Sakura...
-Ti ha picchiato?
-No, anzi, mi ha abbracciato e mi ha detto che mi merito di essere felice! È stato... bellissimo... e poi abbiamo pianto come due scemi abbracciandoci.
A queste ultime parole il moro storse il naso, imbronciandosi. Ma il biondo se ne accorse:
-Sasuke, stiamo parlando di Sakura, non fare quella faccia!
-Sì, infatti, la Sakura di cui hai detto di essere innamorato fino a due giorni fa, praticamente.
Naruto alzò gli occhi al cielo e lasciò perdere, tanto non sarebbe servito a nulla provare a farlo ragionare mentre era in quello stato.
-Perché sei così di cattivo umore?
-Quella vecchiaccia mi ha urlato nelle orecchie per tutto il santo giorno, è un miracolo se non sono diventato sordo!
-Teme... eri nervoso già da prima...
L'altro sbuffò e si alzò, incamminandosi verso l'uscita della città.
Naruto lo seguì, cercando di domandarsi cosa potesse essere successo. Anche se erano stanchi avevano deciso di mantenere un'andatura serrata per cercare di non arrivare troppo tardi al villaggio, saltando da un albero all'altro oppure correndo sulla strada.
Ad un certo punto, al tramonto, Naruto si fermò:
-Basta, teme, sono stanco, riposiamoci un po', mi sembra che qui vicino ci sia un laghetto, vieni!
Sasuke annuì, era stanco anche lui, in fondo poi stava cercando il momento per parlargli, ma non sapeva come fare.
Si addentrarono un po' nella foresta e, come aveva detto il biondo, si ritrovarono in una piccola radura con un ruscello che si allargava a formare un laghetto.
-Eccolo!- esclamò tutto contento il biondo, -non è bellissimo, qui?
Si voltò verso l'altro e gli si fece incontro con fare malizioso:
-Sicuro che non c'è niente che io possa fare per farti tornare il buon umore?
Con una mano gli sfiorò i capelli e poi lo baciò con dolcezza, l'altro rispose al bacio, ma con non troppa intensità. Naruto si preoccupò:
-Insomma, teme, mi vuoi dire che hai?
-Ho dormito male,- bofonchiò quello.
-Anche io non ho dormito bene, sai? Mi sei mancato...- gli disse iniziando a baciarlo sul collo lentamente, cercando di farlo sciogliere.
Perché, perché lui riusciva a dirlo con tanta semplicità? Avrebbe fatto prima a dirgli anche lui la stessa cosa, invece si sentì dire acido:
-Se non riesci a dormire senza di me, allora c'è solo una cosa che si possa fare.
-Cioè?- chiese il biondo che si stava incuriosendo dello strano comportamento del compagno.
-Ti trasferirai da me.
Naruto si imbambolò, lo guardò spaesato, pensando di aver capito male e gli chiese:
-Come... hai detto, scusa?
-Ho detto che la soluzione al TUO problema è trasferirti da me,- si sentì stranamente magnanimo mentre lo diceva, in fondo gli stava facendo un favore, non lo stava chiedendo per sé, giusto? Ma la sua sicurezza svanì quando vide il volto del biondo.
-Sa... Sasuke, stai scherzando, vero?
-Se non vuoi, non fa niente, lo stavo dicendo solo per te,- disse l'altro stizzito a quel punto. Come si permetteva di rifiutare quel dobe?
-Che?- il biondo si stava riprendendo velocemente dallo shock e a quel punto lo stava guardando a metà tra l'arrabbiato e il divertito.
-Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo, teme? Ma ti sembra il modo di fare una proposta del genere? Così su due piedi? Dopo un'intera giornata in cui non mi hai mai rivolto la parola?
-Non era una proposta,- fece lui sempre più acido.
-E cos'era allora?
-Una gentile concessione,- fece il moro, accorgendosi però che non sembrava molto convincente.
-Ma sei scemo?
-E tu sei il solito dobe che non capisce niente!
A quel punto Naruto si era stufato, lo spinse verso un albero e lo intrappolò tra questo e il suo corpo:
-Baka di un teme, vuoi smetterla una buona volta di fare l'orgoglioso e mi dici quello che ti sta passando per la testa?
Provò a baciarlo, ma quello girò la testa e disse solo a mezza bocca:
-Rispondi...
-A cosa?- il biondo decise di giocare solo un altro po', in fondo era così divertente vedere quel rossore sulle guance del suo compagno.
-Alla... proposta... che ti ho fatto...
-Quale proposta?
-Quella di venire a vivere con me, dobe!- gli strillò contro il moro, con una voce un po' più alta del normale.
-E pensi pure che ci sia bisogno di chiedermelo?- gli rispose l'altro incollandosi alle sue labbra stavolta.
L'altro cercò di divincolarsi per essere certo di quello che aveva appena sentito:
-Quindi?
Naruto voltò gli occhi al cielo e sospirando gli disse:
-Teme, ti sembra che non sia esattamente quello che voglio anche io? Che pensi che stia facendo con te? Solo non pensavo che saresti stato tu a chiedermelo e per giunta così presto... per questo sono rimasto shockato...
-Perché dovrebbe essere presto? Ci conosciamo da quando eravamo bambini...
-Hai ragione,- gli disse l'altro iniziando a riempirlo di piccoli baci su tutto il volto, -non vedo l'ora di venire a vivere con te! E sono molto felice che tu me lo abbia chiesto, contento ora?
A quelle parole il moro riacquistò d'improvviso tutta la sua baldanza e invertì le posizioni, sbattendo il biondo contro l'albero e iniziando a baciarlo con passione. Mentre scendeva lungo il suo collo e iniziava a spogliarlo, levandogli il giubbotto e sfilandogli la maglietta, gli disse ghignando:
-Ora pagherai per non avermi fatto dormire stanotte ed essere voluto rimanere a dormire da solo...
-Ma ti ho già detto che mi sei mancato...- ansimò l'altro.
-Non è sufficiente, poi devi anche pagarmela per aver raccontato un sacco di cose su di me a quella vecchia megera... e devi pagarla per non avermi risposto subito...
Naruto, anche se aveva la testa che si stava spegnendo, tra tutti quei baci e quelle carezze, capì una cosa che fino a quel momento aveva ignorato... Sasuke era insicuro... di lui, nonostante tutto quello che era successo. Era comprensibile, pensando alla sua storia, ma non riusciva davvero a credere che potesse avere paura di fidarsi di lui, che potesse essere insicuro dei sentimenti che lui provava nei suoi confronti.
-Non glielo hai mai detto, scemo...
Kurama! Che voleva Kurama adesso? Cos'è che non gli ho mai detto, chiese mentalmente alla volpe.
-I tuoi sentimenti, non glieli hai mai detti...
Aveva ragione, si erano detti tante cose, ma non gli aveva mai detto chiaramente quello che provava, quelle due piccole parole non le aveva mai pronunciate. Grazie Kurama... ora però vai, eh?
Risate in sottofondo...
Capì che era giunto il momento, quella sera, mentre il cielo imbruniva, su quella radura, si sarebbe lasciato completamente andare a lui. In fondo nessuno dei due lo aveva fatto fino a quel momento, per questo non avevano ancora avuto un rapporto completo, erano troppo spaventati, troppo insicuri che quella bolla che li aveva avvolti fino a quel momento potesse rompersi all'improvviso e si erano protetti, non facendo e non dicendosi le cose come stavano veramente.
Quindi bloccò il moro, gli prese il viso tra le mani, lo guardò negli occhi e gli disse:
-Sas'ke... ti voglio, prendimi...
Un lampo passò negli occhi del moro a quelle parole, ma non se le fece ripetere due volte, aveva capito, aveva capito perfettamente.
Allora, mentre il cielo si tingeva di rosso, fece stendere il biondo, mettendogli sotto i vestiti che nel frattempo si erano sfilati, gli salì sopra, in ginocchio, guardandolo, lo baciò ancora, poi scese a leccare e baciare tutto quello che incontrava, giocò con i capezzoli, mentre con una mano gli stringeva una coscia e lo tirava più verso di sé.
Arrivò alla sua erezione e dopo averci un po' giocato con la lingua sulla punta la inglobò completamente nella sua bocca, mentre sentiva l'altro gridare e tendersi sotto di lui. Lo leccò, lo succhiò, voleva che impazzisse, voleva che lo supplicasse, con una mano andò a cercare la sua apertura e la solleticò per poi penetrarla lentamente con un dito, inumidito dalle prime gocce di liquido seminale dell'altro.
-Aspetta... un attimo...- fece il biondo alzandosi un po' e cercando di trovare la tasca del suo giubbotto tra i vestiti che erano sotto di loro. La trovò e porse una piccola scatola al moro, che capì al volo, la crema per le ferite, la avrebbe potuta usare come lubrificante.
Lo guardò negli occhi, ancora, come a chiedergli se era proprio sicuro, l'altro sorrise, capendo quello che gli stava chiedendo, si stese di nuovo e si lasciò andare. A quel punto era lui ad essere un po' spaventato però, il biondo sembrava così sereno, così fiducioso, aveva paura di fargli male, ma sapeva che era giusto quello che stavano facendo. Lo desideravano entrambi da un po'... forse avevano avuto bisogno dell'approvazione di Sakura?
Senza darsi una risposta tornò a baciare il ragazzo sotto di sé, fece sfiorare le loro erezioni ed entrambi diedero un gemito, poi tornò ad occuparsi del membro dell'altro con una mano, mentre con l'altra prese un po' di crema sulle dita e le avvicinò di nuovo al suo orifizio, questa volta entrarono molto più velocemente. Continuò a lavorare il membro del biondo leccandolo, mentre lo allargava sempre di più. Quando sentì che era pronto, cosparse altra crema sul proprio membro, che gli faceva male da quanto era eccitato, e si sistemò meglio tra le sue gambe. Si spinse verso l'apertura dell'altro, lo vide tendersi e lasciarsi sfuggire un gemito, di dolore stavolta, ma decise di continuare, spinse, fino a quando non fu completamente dentro. L'altro si sentiva spaccato in due, ma si accorse che il moro si stava trattenendo per lasciarlo abituare a quella presenza, mentre lo baciava con dolcezza e andava a raccogliere con la lingua quella lacrima solitaria che gli era uscita. Dopo poco si sentì un po' meglio e gli diede un ok a proseguire muovendosi leggermente verso il suo bacino. L'altro capì e allora si sfilò un po' per poi tornare a spingere dentro di lui, gli uscì un gemito, era così stretto e caldo, non aveva mai provato una sensazione del genere. Continuò a spingere dentro di lui, fino a quando non si accorse che i gemiti dell'altro cambiavano leggermente e lo sentì rilassarsi ancora di più.
-Non fermarti... lì... spingi lì...- gli disse il biondo supplicandolo.
Allora riprese a spingere con più foga, verso quel punto, senza più trattenersi, mentre l'altro gli allacciava le gambe intorno alla vita, per permettergli di muoversi meglio, assecondando le sue spinte. Non lo stava semplicemente prendendo, entrambi andavano uno incontro all'altro, godendo, sentendo il piacere che li avvolgeva. Il biondo lo attirò più a sé, lo baciò con un'intensità che non gli conosceva ancora, poi gli prese il viso tra le mani, ormai illuminato dall'ultimo raggio del sole calante, lo guardò negli occhi e gli disse, con gli occhi che brillavano:
-Sas'ke... ti amo...
Lui si immobilizzò, non riusciva a distogliere lo sguardo da quei pozzi azzurri che erano i suoi occhi, qualcosa dentro di lui si era appena rotto, poteva sentirlo distintamente. Le sbarre che avevano tenuto prigioniero il suo cuore, avevano ceduto...
-Non devi dirmi nulla, non rispondermi, volevo dirtelo, volevo solo che lo sapessi e non dubitassi mai più dei miei sentimenti,- gli sussurrò sulle labbra il biondo.
A quelle parole si riscosse, riprese a spingere ancora più forte, un calore nuovo si stava diffondendo dentro di lui, tra i loro corpi che si muovevano, si cercavano, lo baciò di nuovo, mentre con una mano andava a stimolare il suo membro che sbatteva tra i loro addomi. Dopo poco, sentì il biondo che stava venendo tra i loro corpi e lui, lo guardandolo, gli si avvicinò all'orecchio e gli sussurrò:
-Scemo, ti amo anch'io...- e venne anche lui con un'ultima spinta.
Gli occhi del biondo si riempirono di un leggero velo di lacrime salate, con la luna e le stelle che diventavano di minuto in minuto più visibili, uniche testimoni di quel momento che per la prima volta li aveva fatti sentire fusi insieme.
Il moro si accasciò sopra di lui, con il respiro ancora spezzato, lo abbracciò, lo strinse più che poteva, poi si scansò per non pesargli troppo, si sfilò da lui lentamente e gli cadde accanto continuando a tenerlo abbracciato. Non dissero nulla, solo si guardarono, occhi negli occhi, azzurro nel nero, fino a quando non iniziarono a rabbrividire, era ormai buio.
Si alzarono, si fecero un bagno veloce nel laghetto per ripulirsi, poi si rivestirono e si incamminarono velocemente verso casa, in un silenzio placido e calmo a cui non erano abituati. Del resto non avevano più cose di quelle che si erano già detti, da dirsi.

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