31. Di rabbia, orgoglio e cambiamenti

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C'era silenzio. Si rialzò. Guardò di fronte a sé e lo vide, steso, con gli occhi chiusi. Temari gli si stava avvicinando. Una rabbia cieca lo travolse.
-Maledetto bastardo,- sussurrò andandogli incontro barcollando.
Era sfinito, gli faceva male un braccio, ma era furioso.
Gli si accasciò accanto e lo scosse brutalmente.
-Teme, teme!- gridò.
Ma l'altro non si mosse.
-Naruto stai bene?- la voce di Temari alle sue spalle.

-Sakura andiamo,- disse Karin alzandosi velocemente.
La ragazza dai capelli rosa si mosse per seguirla, ma sentì una piccola mano afferrarle il polso. Si girò.
-Zia Sakura portami con te.
-Miki...
Voleva dirle di non preoccuparsi, ci avrebbero pensato lei e Karin a rimettere in sesto quei due, ma vide la bambina guardarla con quegli occhi che le ricordavano così tanto Sasuke. Una penetrante occhiata Uchiha. Aveva già imparato nonostante fosse ancora così piccola... come poteva dirle di no?
-Portala,- sentì dire a Karin.
Prese la bambina in braccio e saltò giù dagli spalti sull'arena. Poi la mise a terra e corse verso i due ragazzi. Miki le seguì.
Si avvicinarono ai due. Sasuke era a terra, Naruto lo stava scuotendo e gli diceva di rialzarsi insultandolo.
Sakura fece per accostarsi al moro, ma Karin la fermò.
-Aspetta, non toccarlo,- le disse.
Si accostò al ragazzo steso e assottigliò gli occhi, in ascolto. Uno sguardo stranito le comparve sul volto. Poi il chakra verde curativo le avvolse le mani e lei le posò sopra il ragazzo per ispezionarlo. Dopo poco le risollevò e disse al biondo:
-Sta bene, è solo svenuto.
-Questo imbecille mi ha fatto vincere...- disse lui stringendosi i pugni fino a conficcarsi le unghie nelle mani.
-Ha fatto bene,- gli rispose lei.
Lui alzò gli occhi per guardarla, shockato.
-Non guardarmi in quel modo,- gli fece lei.
-Sveglialo, dobbiamo continuare...
-No.
-Karin!- urlò lui.
-Se ha deciso di lasciarti vincere ci sarà un motivo, no?- gli disse allora lei decisa, -Sasuke non fa mai nulla per caso, non lo sai?
-È uno stronzo...- sibilò lui, -non può farlo...
-Invece lo ha fatto e ha fatto anche bene! Guardati intorno, non te ne accorgi? Naruto questa è sempre stata una buffonata, non lo capisci? Se non avesse interrotto il flusso del chidori ora sareste entrambi svenuti! Questa scemenza del torneo dei chunin è sempre stata solo uno spettacolo per il pubblico, e il pubblico desidera un vincitore... come avrebbero reagito tutti se avesse vinto un ex-nukenin? Tu sei l'eroe della guerra, diventerai Hokage, è giusto così...- finì con un tono più conciliante.
-Questa era la nostra sfida...- sussurrò il biondo.
-Naruto...- sussurrò Sakura avvicinandoglisi e mettendogli una mano sulla spalla.
Poi la ragazza dai capelli rossi fece un cenno ai ninja medici a bordo campo di portare una barella. Loro si avvicinarono e ci misero sopra il moro.
-Vengo con lui,- disse il biondo rialzandosi.
-Non se ne parla,- gli rispose Karin, -tu ora vai da Temari e ti fai proclamare vincitore.
-No...
Ma Temari nel frattempo gli aveva preso un braccio e, facendolo alzare, proclamò:
-Naruto Uzumaki...
-Uchiha,- aggiunse lui con lo sguardo a terra.
Temari si voltò verso di lui non capendo.
-Mi chiamo Naruto Uzumaki Uchiha...- le spiegò lui senza guardarla, -anche prima ti sei sbagliata...
Lei sbuffò e poi continuò:
-Naruto Uzumaki Uchiha vince l'incontro!
Un coro di applausi e grida finalmente si levò dagli spalti.
Lui alzò lo sguardo solo per osservare la barella con sopra il suo compagno, seguita da Sakura e Karin. Miki le seguiva guardandolo, con un'espressione preoccupata sul volto.

Si sentiva malissimo. E non era per le innumerevoli ferite che gli ricoprivano il corpo, o per le mani bruciate dal chidori. Un pensiero fisso continuava a bucargli la testa, nonostante fosse andato verso la tribuna dei Kage e dei Daymio e stesse ricevendo i loro complimenti. Nessuno sembrava essersi accorto di nulla. Per lui invece era chiarissimo. Ad un certo punto Sasuke aveva perso lo spirito combattivo e aveva lentamente smesso di lottare. Aveva voluto che lui vincesse. Perché? Eppure era stato lui a voler partecipare a quel torneo! Era stato lui a dire a Temari che voleva combattere contro di lui in finale... Allora perché? Doveva essere la loro sfida... quella che avevano lasciato in sospeso... Invece non aveva avuto fiducia in lui, ancora una volta, non aveva avuto fiducia nelle sue capacità, non aveva riconosciuto il suo valore e tutti gli sforzi che aveva fatto... non gliene importava niente del motivo, non gliene fregava niente del perché... si sentiva a pezzi...

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