44. Una verità dolorosa

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Uffa... ecco quello che stava pensando Miki mentre spingeva il fratello sull'altalena del parco vicino casa. Ormai era maggio, era una splendida giornata e lei sarebbe stata tanto volentieri in giro con le sue amiche, ma no... anche se era domenica ojisan era al lavoro, Naru-chan era incinto di cinque mesi, per cui spesso era stanco, e Haruki era una vera peste! Non riusciva proprio a starsene tranquillo a giocare in giardino... per cui aveva deciso di portarlo un po' fuori per lasciar riposare Naru-chan.
Lui la aveva ringraziata quando lei si era offerta e poi era crollato istantaneamente sul divano.
Anche al parco Haruki non riusciva mai a stare fermo, correva da una parte all'altra, chiamandola in continuazione:
-Nee-chan! Guarda che bella quella farfalla! Nee-chan, nee-chan! Ci arrampichiamo sull'albero? Nee-chan, prendimi se ci riesci!
E lei doveva ammettere che, anche se a volte lo trattava un po' male e lo chiamava piccoletto, perché era troppo divertente vederlo arrabbiarsi e mettere il broncio, in realtà si stava divertendo a giocare con lui. Al parco non c'era praticamente nessuno perché era subito dopo pranzo e le loro risate risuonavano tra le fronde degli alberi.
Si stese contro un albero per riposarsi un po', dopo aver giocato per l'ennesima volta ad acchiapparello, il fratello sembrava avere delle batterie inesauribili, lei invece era esausta. Socchiuse un attimo gli occhi godendosi una leggera brezza che le sfiorò il volto e le mosse un po' i capelli, che ormai erano diventati lunghi e le arrivavano a metà della schiena, sempre tenuti su un lato dal fermaglio della madre.
Ma li riaprì di scatto quando sentì delle voci.
-Moccioso, mi sei venuto addosso!- disse un ragazzo di circa quattordici anni, rivolgendosi in modo brusco ad Haruki che stava seduto per terra vicino a lui, -chiedimi scusa!
-Cosa?- chiese il bambino stupito, massaggiandosi la testa che aveva sbattuto, senza aver ben capito cosa fosse successo.
Lei si alzò di scatto, il fratello era circondato da tre ragazzi più grandi che lo stavano guardando male.
-Hai un viso strano, piccoletto,- disse un altro ragazzo osservandolo, -come ti chiami?
-Io sono Haruki Uchiha!- esclamò il bambino mettendosi in piedi e posando le mani sui fianchi in modo plateale.
-Che? Il figlio dei due uomini?- disse l'altro ragazzo storcendo il naso.
-Che problema avete?- sibilò Miki comparendo dietro al fratello.
Sapeva che non avrebbero osato parlar male di Naru-chan, era l'eroe del villaggio e l'erede dell'Hokage, ma non le piaceva il modo in cui avevano accerchiato il fratello e il ghigno beffardo sui loro volti.
-E tu che vuoi ragazzina?
-Lei deve essere l'altra Uchiha,- disse uno dei ragazzi, -guarda i loro occhi, sono uguali...
-Chi? La figlia del traditore?
-Sì, la figlia di quello che ha trucidato tutto il suo clan e poi è stato ucciso dal fratello,- disse l'altro ragazzo con cattiveria, guardandola schifato.
-Che cosa hai detto bastardo?- domandò Miki, con la voce che le tremava.
Cercò di rimanere calma, ma le parole di quel ragazzo la avevano sconvolta. Di che diavolo stavano parlando?
-Ho detto che siete due luridi Uchiha,- disse sputando poi verso il bambino, -figli di traditori...- e mentre diceva quelle parole sferrò un calcio al bambino, facendolo volare di qualche metro.
Emise però un urlo subito dopo, perché il corpo di Haruki, prima che lo toccasse, si era completamente ricoperto di chakra rosso e il ragazzo si era ustionato quando lo aveva colpito.
Miki lanciò un breve sguardo al fratello, per controllare che stesse bene, e capì subito quello che era successo, il chakra della volpe aveva reagito al pericolo e lo stava proteggendo.
-Mostro, mi hai bruciato!- sentì gridare al ragazzo.
Ma quello fu troppo per Miki, qualcosa dentro di lei si contorse e poi divampò, i suoi occhi divennero rossi e si avventò sul ragazzo che aveva osato toccare suo fratello.
-Tu non toccherai mai più il mio otouto, sono stata chiara?- gli sibilò dopo averlo atterrato con un calcio.
Gli altri due provarono ad intervenire, ma a lei sembrò di vederli al rallentatore, sapeva dove avrebbero provato a colpirla, per cui li anticipò e colpì per prima.
Quello che era finito a terra all'inizio si rialzò e le corse incontro con il pugno alzato, ma lei schivò il colpo e gli diede un pugno colmo di chakra in pieno stomaco, facendolo svenire all'istante. Le lezioni di zia Sakura sembravano aver dato i loro frutti, pensò, i tre ragazzi erano a terra, svenuti. Si girò verso Haruki e lo trovò con gli occhi sgranati, poi gli sorrise e cadde a terra.

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