43. Due anni dopo

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I bambini erano a letto ormai da un po' e il biondo stava leggendo svogliatamente dei documenti seduto al tavolo della cucina. Il moro invece si stava preparando una tisana e lo osservava. Stava aspettando, da settimane, che affrontasse l'argomento, ma sembrava che il dobe non ne avesse proprio intenzione, per cui, sbuffò e si decise a chiedergli finalmente:
-Allora?
-Cosa?- domandò il biondo senza neanche alzare la testa dai fogli.
-Il mese prossimo Haruki fa tre anni...- provò il moro.
-Sì, dobbiamo organizzare una festa infatti,- disse il biondo.
-Non intendevo quello...
-...
-Dobe!
-Cosa teme?- domandò il biondo alzando finalmente il capo per guardarlo.
-Quando diventi Hokage?- chiese scrutandolo attentamente.
-Eh?- fece perplesso.
Il moro stava iniziando a spazientirsi.
-L'accordo con la vecchia prevedeva che quando Haruki avesse compiuto tre anni, saresti diventato Hokage...
-Ah... già...- disse solo il biondo, per poi ricominciare a leggere.
Il sopracciglio del moro iniziò a contrarsi nervosamente, ma visto che l'altro sembrava non averlo notato e, soprattutto, non sembrava intenzionato a proseguire l'argomento, gli si avvicinò e strappò i documenti dalle sue mani, stizzito.
-Ehi teme! Sono importanti quelli! Devo leggerli e poi riferire a Baa-chan...
-Allora?
-Allora cosa?- sospirò il biondo.
-Naruto...- sibilò il moro guardandolo malissimo, -non provare a ignorare quello che ti ho detto, spiegami che sta succedendo!
-Niente,- rispose lui quasi sovrappensiero, guardando verso il muro, -non sta succedendo niente... insomma, Baa-chan è in splendida forma, non si vede perché dovrei sostituirla, no? In fondo ormai sono praticamente il suo assistente e... mi sono accorto, che la vita dell'Hokage non è poi così bella, sai? Anzi è una vera seccatura... poi Haruki è ancora piccolo... c'è tempo...
-Stai scherzando?- gli domandò assottigliando gli occhi.
-No, non sto affatto scherzando,- rispose lui serio stavolta.
-La vecchia ti porta in giro con sé, anche alle riunioni dei Kage, ti ha nominato suo erede, ti assegna anche delle delicate missioni diplomatiche, che ancora mi chiedo come tu faccia a portare a termine, e...
-Ehi!- esclamò il biondo indignato, -guarda che sono diventato un ottimo diplomatico!
-Appunto! Quindi perché non sei tu l'Hokage?- domandò ancora il moro, ormai esasperato.
-Beh...- provò a dire il biondo, -tu stai poco a casa da quando sei diventato Anbu... stai facendo velocemente carriera e sicuramente Ikeda a breve ti nominerà suo vice... se io diventassi Hokage, Haruki non ci vedrebbe praticamente mai e... questa cosa non mi piace...
-Allora rifiuterò la proposta, nel caso Ikeda me la facesse,- rispose prontamente il moro.
Perché gli sembrava che quelle fossero tutte scuse?
-No, non sarebbe giusto,- disse il biondo.
A quel punto il moro sfilò un kunai dal marsupio che portava alla vita e lo tirò dritto verso il biondo.
-Sei impazzito?- domandò quello scansandosi appena in tempo, mentre il kunai si conficcava nel pensile della cucina dietro di lui.
-Tu chi sei? Ridammi il mio dobe,- disse il moro gelido.
-Ehh?- fece il biondo sgranando gli occhi.
-Io ho sposato Naruto Uzumaki,- continuò il giovane, -un casinista biondo iperattivo, che da quando ha cinque anni ripete a tutti, in continuazione, che il suo sogno è diventare Hokage, testardo come un mulo e che non si arrende mai davanti a nulla. Tu non sei quella persona, quindi levati di torno e ridammelo, non so che farmene di uno che a ventiquattro anni decide di fare la casalinga...
Il biondo a quel punto arrossì e incrociò le braccia, imbronciato.
-Sei proprio un guastafeste... e io che stavo cercando il momento giusto...- borbottò.
-Il momento giusto per cosa?- domandò il moro a quel punto perplesso.
-Ok, è un po' che ci stavo pensando e... non sapevo come dirtelo... ma visto che sei così insistente, penso proprio che sia giunto il momento...
-Dobe che stai blaterando?
-Ne voglio un altro...- disse a bassa voce, arrossendo, guardando verso il basso.
-Un altro?
-Sì... un altro bambino...- sussurrò il biondo.
Stavolta fu il moro a sgranare gli occhi e rimanere con la bocca aperta.
-Ehh?
-Haruki me lo ha chiesto qualche mese fa... si lamenta che Miki è troppo occupata con i suoi allenamenti per dare retta a lui... mi ha detto che gli sarebbe tanto piaciuto avere un fratellino con cui giocare, e io... ci ho pensato un po' su, poi... ne ho parlato con Baa-chan e mi ha detto che per lei va bene rimanere Hokage per un altro po'...
-Ne hai parlato prima con la vecchia che con me...- sibilò il moro, palesemente offeso.
-Non ero sicuro che tu saresti stato d'accordo...- disse il biondo sempre più rosso, cercando di scusarsi.
-Che?- domandò stavolta il moro sinceramente stupito.
-Beh... l'altra volta la gravidanza non è stata facile... e poi a te... non piace il mio corpo femminile... e tutte quelle restrizioni sul sesso...
-Non puoi essere serio...- disse il moro basito.
-Perché? Quando sono tornato uomo sei praticamente impazzito, lo abbiamo fatto in continuazione per mesi e mi hai detto che dovevamo recuperare tutto il tempo perso!- esclamò il biondo guardandolo negli occhi stavolta.
-Usuratonkachi...- sospirò il moro prendendosi la testa tra le mani con un gesto sconsolato, -non posso davvero credere che un giorno dovrò chiamarti Hokage-sama...
-Eh?
-RAZZA DI DOBE, MA TI SEI COMPLETAMENTE RINCITRULLITO? È OVVIO CHE SONO D'ACCORDO SULL'AVERE UN ALTRO FIGLIO!!!! BAKA! NON TI RICORDI CHE TI AVEVO DETTO CHE NE VOLEVO ALMENO QUATTRO????
Il biondo dovette mettersi le mani sulle orecchie tanto aveva urlato il compagno.
Quello poi, ancora con il fiatone, andandosi a sedere sulle sue gambe gli prese il viso tra le mani e aggiunse, stavolta con un tono di voce normale:
-Il tuo corpo femminile mi piace moltissimo, solo che preferisco il te maschio, e dovresti anche esserne contento,- aggiunse andandogli a dare un bacio leggero, -e la gravidanza è stata faticosa in alcuni momenti, perché tu stavi male, ma è anche stata una delle esperienze più belle della mia vita... io... non ho osato chiederti di fare subito un altro bambino, perché so quanto è stato duro per te e perché volevo che tu realizzassi il tuo sogno di diventare Hokage... pensavo che, visto che siamo così giovani, avremmo avuto tempo tra qualche anno per pensare ad un altro bambino... ti sei scordato che il mio desiderio è sempre stato quello di far rivivere il clan Uchiha? Per cui se lo vuoi, se te la senti, sappi che io non aspettavo altro...
Gli aveva parlato fissandolo intensamente negli occhi, mentre l'altro si scioglieva al suono di quelle parole e lentamente un sorriso si apriva sul suo volto.
-Per cui,- continuò poi il moro, con la malizia nello sguardo, -che ne dici di farlo un'ultima volta come uomo stanotte e poi trasformarti?
La risposta gli arrivò istantaneamente sotto forma di due labbra morbide che si posavano fameliche sopra le sue.

In realtà era ancora mezzo addormentata quando entrò in cucina, ancora in pigiama, per fare colazione. In fondo era domenica mattina, l'unico giorno che non dovesse andare in Accademia, ed era ancora presto. Per cui non se ne accorse subito. Ma quando sentì un rumore provenire dal frigorifero e sollevò lo sguardo, rimase per un istante senza parole. Una ragazza, con dei lunghi capelli biondi raccolti disordinatamente con una matita, stava versando del latte in una tazza. Portava i pantaloni del pigiama di Naru-chan e una maglietta larga... un attimo... quello era Naru-chan! In versione femminile... quindi...
-Alla fine Haruki ti ha convinto...- disse andandosi a sedere al suo posto.
Il biondo si girò di scatto, quella ragazzina era diventata così silenziosa che non si accorgeva mai di quando entrava nella stanza.
-Miki!- esclamò.
-Sono d'accordo,- aggiunse lei sbadigliando e iniziando a versarsi dei cereali nella tazza.
-E da quando avremmo bisogno della tua approvazione?- le chiese il moro scettico entrando dalla porta con Haruki in braccio.
-Tsk...- fece solo lei guardandolo di sottecchi, con un ghigno sul volto.
-Voi due!- li riprese subito il biondo, come al solito, -non iniziate con le vostre cose uchihose fin dal primo mattino!
-Tsk...- fece il moro a sua volta e poi fece sedere il bambino sul seggiolone.
-Tu chi sei?- domandò Haruki guardando stranito la ragazza bionda.
-Haru-chan sono io, chichi!- disse il biondo avvicinandosi.
-Chichi!- esclamò il bambino stupito, -perché sei femmina?
-È un regalo per te, piccoletto...- disse a quel punto la ragazzina, ormai aveva dieci anni e si atteggiava da adulta per la maggior parte del tempo.
-Non mi chiamare così!- le rispose il fratello arrabbiato, per poi aggiungere rivolto verso i genitori, -che vuol dire?
-Haruki,- intervenne a quel punto il moro, -ti ricordi quando ci hai chiesto chi fosse la tua mamma e ti abbiamo spiegato che chichi era stato la tua mamma?
Il bimbo assentì, ma continuò a guardare perplesso tutti i componenti della sua famiglia che stavano sorridendo verso di lui, perfino la sorella.
-Haru-chan rimarrò trasformato in donna per tanto tempo,- gli spiegò a quel punto il biondo, -perché io e otosan abbiamo deciso di farvi un fratellino...
Il bimbo sgranò gli occhi e poi batté le manine felice.
-Io preferirei una sorellina a dire il vero,- fece a quel punto Miki iniziando a mangiare.
-No,- esclamò il bambino, -deve essere maschio come me! Le femmine sono antipatiche e non sanno giocare! Chichi è vero che mi fai un fratellino?- domandò a quel punto al padre facendo gli occhi da cucciolo, in quell'espressione che aveva ereditato da lui, ma che faceva sempre ridere tutti quelli che lo circondavano perché addosso a quegli occhi neri così Uchiha risultava assolutamente ridicola.
-Non lo possiamo decidere noi, se sarà maschio o femmina, Haru-chan,- spiegò a quel punto il biondo mettendogli davanti la sua tazza.
-Io voglio che sia maschio!- strillò il bambino sbattendo le manine sul tavolo.
-Haruki,- lo riprese a quel punto il moro, -che cosa abbiamo detto sul fatto che le cose non possono andare sempre come vuoi tu?
-Io non la voglio un'altra sorella!- disse il bambino incrociando le braccia e mettendo il broncio.
-Haru-chan, al momento puoi solo sperare...- disse il biondo facendogli una carezza, cercando di trattenere le risate visto che il bambino sembrava arrabbiatissimo.
Ma era talmente buffo che tutti e tre scoppiarono a ridere.

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