42. Ritornare

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Si svegliò appena sentì la sua voce. Ancora non riusciva a credere che proprio lui, che era noto per essere uno che non si svegliava nemmeno con le cannonate, avesse invece sviluppato quella capacità di svegliarsi istantaneamente appena percepiva qualsiasi minuscolo rumore provenire dal figlio.
Rimase un istante con gli occhi chiusi, non stava proprio piangendo in fondo.
Sentì la voce di Miki provenire dalla camera del bambino, allora aprì un occhio e si sporse un po' dal letto per vedere quello che stavano combinando. Lasciavano sempre le porte aperte per controllare Haruki, la sua stanza infatti era esattamente di fronte alla loro e così potevano vedere il suo lettino.
Vide Miki parlare con il bambino e sorrise, poi la vide girarsi verso di loro e lei, vedendolo con gli occhi aperti, gli chiese:
-Naru-chan posso tirare Haruki fuori dal lettino? È sveglio...
Lui le fece solo un cenno con il capo, controllando però quello che stava facendo.
La vide abbassare le sbarre del lettino e prenderlo in braccio. Ormai Haruki aveva sette mesi, era diventato un bambolotto paffutello e sorridente e adorava la sorella, infatti mentre lei lo sollevava lo sentì emettere degli urletti di felicità. Sentì Miki lamentarsi per quanto pesava e poi la vide metterlo a terra per dirigersi insieme verso la loro stanza, lui gattonando, cosa che aveva da poco imparato a fare, pericolosissima perché in un istante spariva e non si riusciva più a trovarlo, e lei camminando dietro di lui per controllare che non se ne andasse in giro per il corridoio.
Si tirò a sedere e sospirò, era presto, la sveglia non era ancora suonata...
-Naru-chan!- sentì Miki esclamare, -sei tornato maschio!
Istintivamente si portò le mani al petto e lo sentì vuoto... non aveva più il seno! Si guardò spaesato e poi sentì Miki abbracciarlo forte.
-Naru-chan come sono contenta!
-Non mi preferivi come donna?- domandò lui a bassa voce.
-No, questo è il vero Naru-chan!- rispose lei con il tono da saputella che assumeva quando pensava che la persona con la quale stava parlando avesse appena detto una stupidaggine.
-Ne sei sicura?- domandò ancora lui, sentendo l'ansia crescergli dentro.
-Ma certo! Anche se prima eri più morbido quando ti abbracciavo...- fece toccandogli il petto, ora liscio e piatto, -questo è il vero te! Non è così ojisan?
-Ha ha...- sentì dire al moro dietro di lui.
Il biondo si voltò appena e vide il compagno alzarsi e fare il giro del letto per prendere Haruki ed evitare che si infilasse sotto l'armadio.
-Allora Haruki,- iniziò a dire il moro, -stamattina è successo qualcosa di importante, vedi di comportarti bene...
Poi si sedette sul letto. Il bambino iniziò a guardare il biondo perplesso e Naruto si sentì morire. Era terrorizzato da mesi per quello che stava accadendo in quel momento, e se Haruki non lo avesse riconosciuto? Se non lo avesse più voluto?
-Chichi è tornato maschio,- sentì dire al moro rivolto verso il bambino, -ma è sempre Chichi, lo vedi?
Il bambino lo stava guardando, poi sporse una manina verso di lui e gli toccò il volto, lui si immobilizzò, non sapendo cosa fare.
-Parlagli...- suggerì il moro, che sapeva quanto il compagno in quel momento fosse teso.
-Haru-chan...- iniziò lui titubante, -sono io... mi riconosci?
Il bambino continuò a guardarlo stupito, gli toccò i capelli che erano diventati corti e glieli tirò un po'.
-Ahi!- disse il biondo.
Allora il bambino lo guardò negli occhi, il suo volto si illuminò e disse:
-Chichi!- tendendogli le manine per farsi prendere in braccio.
Naruto sentì un peso enorme sciogliersi nello stomaco e lo prese subito, ma quando il bambino fu tra le sue braccia gli andò a toccare il petto e, appena non trovò il seno, lo guardò male e iniziò a piangere a squarciagola.
-Oddio, te lo avevo detto Sas'ke,- fece il biondo mentre cercava di far calmare il bambino, -non gli piaccio così...
-Ma no,- si intromise Miki a quel punto, -non è che non gli piaci, ha solo fame ed è preoccupato perché vuole la tetta e non la trova!
-Come fai a dirlo?- le domandò il moro.
-Io so sempre quello che vuole dire Haruki!- fece lei sicura di sé, -aspetta, vado da Mayumi a farmi dare un biberon e vedrai che si calma subito...
Poi corse fuori dalla porta.
-Dallo a me intanto,- provò a dire il moro vedendo il compagno sempre più disperato, visto che non riusciva a far calmare il figlio.
Lo prese in braccio lui, ma il bambino continuava a strillare, fino a quando, dopo pochi minuti, Miki tornò portando un biberon pieno di latte e lo diede al biondo. Allora lo prese di nuovo in braccio e gli diede da mangiare. Il bambino si calmò subito e ciucciò voracemente finendo il biberon in pochi minuti. Poi ricominciò a ridere di gusto come faceva sempre quando c'era tutta la famiglia intorno a lui.
-Mi sa proprio che avevi ragione Miki,- constatò il moro.
Lei lo guardò con una terribile occhiata di sufficienza made in Uchiha, offesa che avesse potuto non aver fiducia in lei e aggiunse anche uno:
-Tsk...
Per poi uscire dalla porta andando a vestirsi e lasciando i due basiti.
-O dei!- esclamò Naruto, -se fa così a sette anni, non oso pensare come ci tratterà a quattordici!
-Dici che la dobbiamo strillare?- domandò il moro perplesso guardando ancora verso la porta.
-E di cosa?- domandò il biondo, -di essere una perfetta Uchiha?
Poi scoppiò a ridere, finalmente più rilassato, e si alzò tenendo Haruki che stava cercando di continuare a ciucciare il biberon, palesemente seccato che fosse già vuoto, incamminandosi verso il piano di sotto.
-Andiamo a fare colazione che questo qui ha ancora fame...
-È senza fondo proprio come te,- sbuffò il moro.
-Che altro ti saresti aspettato da mio figlio?- domandò con un ghigno il biondo, -se vuoi un perfetto Uchiha vatti a prendere un'altra occhiataccia dalla signorina...- finì indicando la stanza di Miki.
Il moro sospirò sconsolato e lo seguì.

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