Un nuovo amico.

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Dopo quella sera passarono diversi giorni. A differenza però che, dall'incontro, i nostri saluti erano diventati più lunghi e molto più amichevoli. Dopo due lunghi anni, finalmente, ero riuscita a portare a capo questa cosa, grazie al mio 'coraggio'.
Spesso ci incontravamo all'ingresso delle ville, all'inizio delle scale e ci raccontavamo alcuni aneddoti delle nostre giornate. Le sue erano sicuramente più interessanti, in quanto si parlava di musica, io mi limitavo a sbattere la testa sui miei soliti libri.
Quel pomeriggio però ci fu una nuova 'svolta'.

•Ah, Elis• Disse, come se si fosse ricordato di qualcosa. Lo guardai con sguardo attento, aspettando la sua risposta.

•Visto che sei sempre chiusa in quei dannati libri, che ne dici di andare in un bar del centro oggi pomeriggio?• Disse, guardandomi speranzoso.
•Mi farebbe bene distrarmi un pó• Risposi sorridente.
•Perfetto, ci vediamo per le 15?•

Feci un'occhiolino per risposta, avviandomi poi verso casa. Non era stata una cattiva idea, ero sopra quei libri da giorni ormai, un po' di tregua mi avrebbe solo che fatto bene. In qualche modo, speravo che prima o poi succedesse qualcosa del genere, perché per quanto sia non potevamo davvero conoscerci bene parlando nell'ingresso delle nostre scale e in più avevo davvero bisogno di staccare un po' la spina.

***

•Allora, che cosa posso offrirti?• Mi chiese lui, ridendo.
•Credo che prenderò il mio solito cappuccino• Risposi con un sorrisetto divertito.

Una volta ordinato, il cameriere tornó da noi con il vassoio.

•Sto scrivendo un'altra canzone• Sbottó lui, dopo aver bevuto un sorso del suo frullato.
•Fantastico, posso chiederti se hai già in mente il nome?•
•In realtà non ancora, quello di solito lo scelgo alla fine• Rise.
•Bene, allora posso chiederti di cosa parla?• Domanda di riserva.
•Come tutte le altre parla in genere della mia vita, però invece di farla deprimente ho scelto una base più... 'simpatica'• Sorrise.
•Oh, menomale• Dissi, bevendo il mio cappuccino. •Anche se la melodia di 'Come Milano', che comunque è abbastanza lenta, non mi dispiace per niente, ma ovviamente bisogna cambiare ogni tanto•

Finimmo poi di consumare le nostre bevande, ma quel bar era veramente ospitale e caldo.

•Ho un'altra domanda per te• Dissi, quasi ridendo.
•Ti ascolto•
•Nella canzone 'Mamma'... di chi parli?•
Lui quasi inizió a ridere.
•È una storia un po' lunga, ma cercherò di spiegartela in breve• Disse.

Mi spiegó in perfette parole che quella canzone si riferiva ad un suo cugino in Tunisia, che, parlando con Ghali dell'Italia, decise di scappare dalla sua terra, cercando, una notte, di salire su di un traghetto, ma non ci riuscì e il mattino seguente lo trovarono sotto di un portico, tutto sporco e malandato.

•Pensa che flash che ha avuto quel ragazzo, per reagire così• Dissi i miei pensieri ad alta voce.
•Voleva solamente scappare dalla miseria• Rispose lui, estraendo dalla tasca della giacca, un pacco di sigarette, accendendosene una.
•Vuoi?• Mi porse il pacchetto.
•No grazie, io non fumo•

Mi guardó un po' perplesso, poi rise.

•Cos'hai da ridere?• Dissi scherzosamente.
•Non fumi, non bevi, non esci• Disse. •In poche parole stai sprecando la tua vita• Continuó.
•Non sto... 'sprecando' la mia vita• Sputai io. •Semplicemente ho scelto il lavoro che più mi rendeva felice e per farlo devo fare qualche sacrificio• Dissi, quasi arrabbiata.
•Ok, va bene, non ti arrabbiare ma a me sembra che di sacrifici ne stai facendo ben troppi• Rise non appena vide la mia faccia. Lo stava facendo di proposito. Almeno speravo.
•Tutti per fare ciò che amiamo abbiamo dovuto fare dei sacrifici, chi più e chi meno•
Lui sospiró, buttando fuori il fumo.
•A chi lo dici• Rispose, giocherellando con l'accendino tra le dita.

Dopo quella risposta era inevitabile chiedere qualcosa in più sulla sua vita.
Mi raccontó malinconico dell'infanzia passata, dei brutti momenti che ha passato con il padre, della sua carcerazione e della situazione economica molto critica in cui si trovavano.

•Avevo questo sogno sin da bambino• Disse, guardandomi dritto negli occhi. Potevo notare i suoi straordinari lineamenti stranieri e i suoi occhi scuri.
•Non ho mai smesso di crederci• Mi sorrise.

Potevo dire che dopo quel pomeriggio, sicuramente, sapevo dei dettagli in più sulla sua vita. Può sembrare tragica a volte, ma con lo svolgersi, in certi casi era veramente emozionante. Insomma , fare il cantante era da sempre stato il suo sogno e ora lo stava concretizzando, era una cosa magnifica.

SPAZIO AUTRICE

Salve a tutti!
Ho aggiornato con questo nuovo capitolo sperando vi piaccia!
Come sempre, spero nella vostra collaborazione☺️
Grazie!

Ti aspettavi tutto questo? || GhaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora