La partenza.

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Quei due giorni passarono in fretta.
Tanto che ci trovammo in aereo porto con le valigie fra le mani, intenti ad approdare nella città dove si sarebbe svolta la prima data del tour.
Ghali era euforico.
Io quanto lui.
Mi immaginavo che ci saremmo divertiti da morire.

Salutai i miei genitori a casa, perché in aereo porto ci andammo con tutta la troupe di lui.
Quindi senza farli uscire inutilmente, li salutai.
Mia madre aveva il viso visibilmente commosso, mentre mio padre rideva per il nervosismo.
Non ero mai stata lontano da casa così a lungo.
Con Ghali si era parlato di tornare a Milano fra una tappa e l'altra, almeno se ci saremmo trovati nelle città vicine.
Ma decise poi di fare un tour senza 'scalo casa'.
Quando lui salutò sua madre fu un momento emozionante.
Lei piangeva, più che altro di felicità per il figlio che era finalmente riuscito nel suo più grande sogno.
Amel ci avrebbe raggiunto a qualche concerto, non voleva davvero perdersi le prime vittorie di Ghali.

Ad ogni modo, sistemammo le valigie e salimmo su quell'enorme pezzo di ferro alato e in pochi minuti ci ritrovammo a migliaia di metri di altezza.
Nel cielo.
Nelle nuvole.
Passai la maggior parte del tempo a guardare fuori dal finestrino.
Ghali era seduto di fianco a me, stringendomi forte la mano, mentre parlava e scherzava con i suoi compagni.
Mi addormentai nel dolce bel vedere delle nuvole, poggiando la testa sulla sua spalla.
Sentirlo ridere era la migliore delle ninna nanne.

                                         ***

Amore, svegliati, siamo arrivati•

La sua voce mi fece tornare nella realtà.
Già siamo arrivati? Pensai, mentre scrutai per l'ultima volta il finestrino, prima di alzarmi.
Solo dopo aver guardato l'orologio mi resi conto fossero passate quasi tre ore buone.

•Firenze• Disse lui, guardandosi intorno.

•Aspetta di arrivarci, per il momento siamo ancora in aereo porto• Dissi ridendo, seguita da Sami e Nathan.

Un ragazzo venne poi verso di noi.
Era vestito in modo elegante.
Lavorava per noi, da quanto capii.
Ci informò che non avremmo dovuto preoccuparci per le nostre valigie, in quanto le avremmo trovate in Hotel, non appena saremmo arrivati.

Prendemmo un taxi, non appena usciti da lì.
Raggiungendo poco dopo la nostra postazione.

•Per stasera è già tutto pronto?•

Sentii la voce di Ghali, scoprendo poi stesse parlando al cellulare.
Non capii ovviamente la risposta della persona dall'altro capo del telefono, ma dall'espressione di lui potevo capire fosse tutto a posto.

Il suo primo concerto.
La sua prima vittoria.
Il suo primo traguardo.
Ero euforica.

Quella sera lo avrei seguito.
Il mio pensiero era quello di restare in Hotel, mentre lui si esibiva, per poter studiare.
Ma non sarei potuta mancare, almeno alla sua prima performance.

•Tu verrai con me stasera• Disse serio, come quasi per sgridarmi.

•Puoi starne certo• Sorrisi, appoggiando le mie labbra sulle sue, facendo partire un caloroso e dolce bacio innocente.

Tutta la troupe di Ghali aveva una stanza per se.
Mentre io e lui avevamo una stanza diversa.
Però avevamo rispettivamente la 113 e la 123.
La 113 era nostra, mentre la 123, che si trovava proprio di fronte, era dei ragazzi.
La loro era molto più grande.
Decisero di prenderne una sola, così da poter stare tutti insieme.
Avremmo sentito molto chiasso durante notte, ne ero certa.

Posizionai le valigie sotto al nostro letto matrimoniale.
Dove c'era abbastanza spazio, in quanto i piedi della struttura si alzavano di svariati centimetri da terra.
Ghali con una corsa ci si fiondò sopra, riempiendo quasi tutto il materasso con le sue gambe lunghe.

Ti aspettavi tutto questo? || GhaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora