Capitolo 3

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"Non può essere, Riccardo" sussurro talmente piano che temo mi abbia sentito.
Scappo immediatamente al bagno, lasciando tutti interdetti, e una volta arrivata mi chiudo dentro ripensando a tutto ciò che mi ha legata e ancora mi lega al fratello della mia migliore amica.
La mia mente ritorna a sei anni fa, io avevo vent'anni e Riccardo ventidue, stavamo insieme già tre anni quando inaspettatamente scoprimmo di aspettare un bambino; eravamo entusiasti all'idea di condividere una vita intera insieme, davvero felici per tutto ciò che ci stava accadendo, così come lo erano le nostre famiglie. I miei conoscevano Riccardo fin dalla sua nascita così come, Maria e Marco, i suoi, conoscevano me, i nostri genitori erano amici fin dai temi del liceo infatti siamo cresciuti insieme, io, lui e Giulia.
Ma le cose belle non durano per sempre, infatti una mattina di primavera di sei anni prima, quando ero quasi al quarto mese di gravidanza, mi svegliai con dei fortissimi dolori al basso ero terrorizzata al solo pensiero di perdere il mio bambino, così mi precipitai insieme a mia madre all'ospedale e una volte arrivata l'esito fu devastante il medico mi confermò ciò che dentro di me non volevo si avverasse mai.
Dal quel momento tutto peggiorò, quando Riccardo apprese la notizia è come se qualcosa si fosse rotto anche tra noi; eravamo sempre più oppressi dalla malinconia e dalle tristezza, ormai eravamo distanti io credevo di non meritare più il suo amore, tanto era il senso di colpa nei confronti di quella piccola creatura e nei suoi, continuavamo a litigare ormai senza sosta, fino a che abbiamo deciso di mettere un punto a tutto, lui andò via da Milano, continuando i suoi studi in giurisprudenza all'estero; in tutti questi anni non ci siamo mai sentiti, non l'ho mai rivisto ma adesso è ritornato e con lui, anche quel vuoto dentro me che fino ad oggi avevo cercato di sopprimere o in qualche modo evitare.

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