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Yoongi
La musica invadeva le mie orecchie. Le feste in questo posto erano sempre le migliori. Peccato che, quattro anni prima, ero stato punito per esserci venuto di nascosto, e mi avevano mandato a fare il cameriere.

Questo comportava starsene dietro un bancone mentre tutti gli altri ballavano, comportava pulire il vomito degli ubriachi e allontanare persone sospette e non ben accette.

Eppure, se non volevo pagare, era l'unico modo per entrare e godermi un po' di musica, stare un po' in compagnia e distrarmi. Poi, era anche l'unico lavoro che avevo.

Avevo anche recentemente conosciuto una ragazza, e a volte ci vedevamo, prendevamo qualcosa da bere e parlavamo del più e del meno. Sinceramente, però, non mi sentivo tanto a mio agio con lei. E cominciavo a chiedermi perché. Di sicuro lei si aspettava che io le chiedessi di stare insieme ma io non l'avrei fatto.

Sono sempre stato un tipo chiuso, difficilmente mi espongo agli altri, non parlo del mio passato, di come sono, di cosa mi piace. E di come mi sento. Non piango da anni ormai, trovo altri modi per sfogarmi, se devo.

Sciacquai due bicchieri e li asciugai, riponendoli sullo scaffale.

Appena mi girai, un ragazzino stava venendo verso il bancone. Barcollava, probabilmente aveva bevuto troppo. Si sedette su uno sgabello e singhiozzò, mettendosi una mano sulla testa. Rise piano, e poi sussurrò « Merda ».

Di solito non mi fregava dei clienti, anzi, di nessuno, ma questo ragazzo poteva essere minorenne, e forse era meglio mandarlo via prima che se ne accorgesse qualcun'altro.

« Senti... Forse non é meglio che chiami qualcuno che ti riporti a casa? » richiamai la sua attenzione da dietro il bancone.

« No. Posso stare qui. »

« Quanti anni hai? »

« 18. Compiuti da poco. » Non mi guardava negli occhi e continuava ad agitarsi nella sedia, a volte singhiozzava.

« Mi dia un drink. » disse dopo un po'.
Sorrisi, e con una leggera risata mi allontanai da lui.

« Sei già ubriaco abbastanza. Non voglio finire nei guai. »

Sbuffò e mise le braccia incrociate sul bancone, per poi appoggiare la sua fronte sui polsi, ora aveva tutta la faccia coperta, i capelli biondi che ricadevano sulle sue braccia.

Cercai di non darci importanza e continuai a servire ai clienti, intanto si erano fatte le tre di notte e il ragazzo continuava a stare lì, canticchiando e a volte muovendo la testa a tempo con la musica.

Alla fine mi avevano detto di accontentarlo e io gli avevo dato altri alcolici.

Ora era davanti a me con gli occhi chiusi, la sua testa si muoveva lentamente con i battiti della traccia scelta dal dj, mentre un sorrisetto gli incurvava la bocca.

Quando la musica si fermò, lui si chinò verso di me, mettendo i gomiti sul bancone.

« Come hai detto che ti chiami? » mi fece.

« Non l'ho detto. » rimasi fermo contro la macchinetta per il ghiaccio, stava cominciando a farmi male la testa.

« Mh... Io mi chiamo Jimin. » risi, quel ragazzino era proprio andato.

« E con ciò? »

« Possiamo essere amici. » disse lui buttando la testa in avanti, sussurrando qualcosa.

« Vuoi vomitare? »

« Chi cazzo vorrebbe mai vomitare? »

« Stai calmo ragazzino. » lo vidi alzarsi e barcollare.

Party {Yoonmin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora