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Jungkook
« Dio, stai calmo, era che ne so una porta, un insetto, devi tranquillizzarti. » disse Tae, dal camerino.

Dopo la scuola avevamo deciso di andare a fare shopping, Tae sosteneva che dovessimo prendere qualcosa per la primavera.

« Ti piace? » chiese scostando la tenda, con una camicia a maniche corte bianca con delle piccole decorazioni.

« Wow. É semplice. »

« Beh, a te piacciono le cose semplici. »

« Sì, é vero, e ti sta benissimo. Nessuno ti vieta di prenderla, tranne tu stesso, davvero mi piaci in tutti i modi, soprattutto, sei fantastico in qualsiasi capo d'abbigliamento, tranquillo. »

Sorrise. « Lo prendo come un sì. »

« Taehyung... »

« Se tiri di nuovo fuori la storia della foto, giuro che ti strozzo. »

« É che... Potrebbero renderla pubblica. »

« E allora? Dio, tutti fanno sesso, che c'è di male? »

« Che siamo due ragazzi, e che con tutta questa storia... »

« Dio santo, Jungkook. Non c'è nessuna foto, d'accordo? » Lo abbracciai, e lui mi accarezzò la testa.

« Tranquillo. »

« Tu stai bene? » chiesi poi.

« Se sono con te, sto sempre bene. »

Jimin
« Y-yoongi, rallenta! »

« No. » fece uno scatto di velocità con la macchina « Comunque ti sei dimenticato lo Hyung. »

« Cazzo Hyung rallenta! Finirà che andremo a sbattere così. »

« Come prospettiva Park Jimin nella mia auto e la parola sbattere mi piace molto. »

« Stai scherzando? » chiesi ad occhi spalancati.

« Forse. » lo guardai scuotendo la testa mentre si fermava di colpo.

« Casa Min! » disse aprendo la mia portiera e prendendomi per mano. Sorrisi, e lui ricambiò.

Il suo sorriso era ciò che dava un senso alla mia vita.

« Perché siamo a casa tua? » chiesi.

« Perché no? » fece lui aprendo la porta.

« Cazzo, che posto buio. »

« E piccolo. Fa schifo, lo so. » disse buttandosi sul divano.

« Nah, nemmeno tanto. Ora mi dici perché siamo qui? »

« Tua mamma alla fine? »

« Abbiamo... Chiarito. Mi ha detto che le va bene... Che capisce... »

« Stai bene? » quella mano. Quella fottuta mano sulla mia guancia.

« Sì. » dissi arrossendo. Sembrava che mi stesse analizzando, mi fissava.

« Vieni con me. » disse alzandosi.

Lo seguii, casa sua era davvero piccola, e quando arrivammo a Delle scale, fummo costretti a stringerci nello spazio che c'era.

Poi, tutto cambiò.

Il tetto era magnifico.

Pieno di fiori, una panchina, dei tavoli e Delle luci.

« Wow... Sembra che tu viva quassù. »

« Praticamente é così. Diciamo che in casa ci sto solo per dormire... Quando ci riesco... »

Party {Yoonmin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora