Yoongi
« Yoongi? » risposi al telefono il più velocemente possibile, vedendo il nome del mio capo scritto su di esso.« Buon pomeriggio... » dissi con la voce ancora assonnata. Erano le cinque.
« Stasera avremo un nuovo apprendista. »
« Oh... Va bene, benissimo, sono abituato con quelli nuovi. »
« Perfetto allora. Cerca di non dare l'esempio sbagliato, per esempio quello di correre fuori dal locale con un ragazzino tra le braccia. »
« Ho chiesto a Cheo Myeon se poteva darmi il cambio! É andato tutto bene alla fine, comunque. Volevo solo evitare che le altre persone facessero qualcosa a lui perché essendo minorenne... »
« Da quando tu hai fatto quell'intelligente scherzo, controlliamo la carta di identità a tutti, perciò quel ragazzo era per forza maggiorenne. »
« Ah. Non ci credo ancora. Comunque volevo solo evitare guai. Tutto qua. Non lo conoscevo nemmeno! »
« Che hai Yoongi? Ti conosco da quattro anni e non sei mai stato così. Che ti ha fatto quel ragazzo? Sembri un adolescente che pensa alla sua cotta. »
Feci finta di ridere, poi mi inventai una scusa per riattaccare.
« A proposito, ho un appuntamento. Quindi, devo andare. A stanotte e buonasera, capo. »
« Sì, sì, ciao Yoongi. »
Non volevo più sentire parlare di quel ragazzo.
Se doveva crearmi una reputazione del genere solo perché l'avevo riaccompagnato a casa, dovevo starmene alla larga.
In fondo non volevo altri amici. Avevo già Jin, era più grande di me ma con una mente da bambino, e mi aveva detto di recente di essere gay.
L'avevo sempre sospettato, ma mi aveva dato la conferma quel giorno.
Guardai l'orologio, era ancora presto. Decisi di andare a trovarlo.
Sapevo che non dormire prima del lavoro mi avrebbe fatto tornare a casa morto, ma non riuscivo a prendere sonno.
Uscii tranquillamente di casa, e presi un autobus.
La casa di Jin era lontana dalla mia, quindi ci misi più o meno un quarto d'ora.
Lui aveva un anno in più di me, viveva da solo e lavorava come segretario.
Il suo lavoro non gli piaceva, ma diceva sempre che era solo un lavoro di passaggio.
Peccato che lo dicesse da due anni.
Anche io parlavo del mio lavoro come uno di passaggio, ma non sapevo cosa avrei fatto dopo.
L'aria fredda mi investì e uscii dall'autobus. La casa di Jin era all'ultimo piano di un palazzo in centro a Seoul.
Con i soldi dei genitori e con i suoi non si era accontentato di un piccolo locale come il mio.
Era un tipo lussuoso, ci teneva a quello che lo circondava, e a se stesso.
Salii con l'ascensore e suonai al suo campanello.
Passò così tanto che pensai di andarmene. Forse avrei dovuto avvisarlo prima di presentarmi così alla sua porta.
Finalmente mi aprì, dopo che ebbi suonato per un bel po'.
Aveva il fiatone e il sudore sulla fronte.
« Yoongi! » Mi disse tenendo la porta socchiusa.
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Party {Yoonmin}
FanfictionDove Yoongi, cameriere ad una villa dove organizzano spesso delle feste, si imbatte in un Jimin adolescente e ubriaco.