...non...non puoi...
...non puoi...sottrarti...
...non puoi...
...sottrarti...
...sottrarti dal tuo destino....
...il tuo...
....destino...
...
Apro gli occhi di scatto. Quasi fosse un passo di tango, mi avvinghio con le unghie al corpo del grosso tronco su cui mi sono coricata, ma non per avere più punti in una gara di ballo ma per evitare di fare un volo poco apprezzato di dieci metri sul suolo. Ritornata alla realtà, sbuffo sonoramente e mi rimetto comoda, usando le mani e la mia forza per spostare le mie gambe su un lato del grosso ramo. Poso velocemente lo sguardo sul mio zaino, agganciato a quello che un tempo doveva essere un ramo ma che ora assomiglia solamente a una grossa e tozza protuberanza legnosa.
Sempre per calmarmi dall'ormai monotono incubo notturno, osservo il sole fare capolino sulle punte degli alberi che coronano il Parco di Burgess, indisturbati e immobili come la statua solitaria posta ormai da decenni nella piazzetta circolare dello spiazzo verde. Si trova sempre controluce a quell'ora del mattino. Il suo viso è invisibile ai miei occhi, ma non alla mia memoria. Tutti i tratti del suo viso li disegnerei a occhi chiusi se mai mi chiedessero di farlo.
Contemplato per un po' quel temporaneo paradiso terrestre, mi appoggio goffamente al busto del grosso albero millenario e lascio che, come tutti i giorni, i pensieri e le ansie tornino a tormentarmi anche di giorno. Non che di notte sia meglio, sia chiaro.
L'ultimo sogno fatto? Non esiste. Sono anni che Sandman mi sta alla larga, manco fossi un'appestata. Non sia mai che abbia un minimo di tregua in questi anni di Esilio. Ogni occasione è buona per ricordarmi il grande casino che, teoricamente volevo volentieri evitare, mi si è schiantato addosso come una macchina della Formula Uno e un muro di cemento armato.
E la cosa più strana è che incubi di questo tipo dovrebbero proprio essere originati da uno dei Grandi a cui ho fatto non so quanti diamine di tradimenti. No. Loro hanno il buon senso di lasciarmi galleggiare nel mio brodo. Questo invece mi tormenta in sonno con un bastimento carico di:" non puoi sottrarti dal tuo destino"
Questa frase non potrebbe essere più chiara di così. Ma che ci posso fare? Dopo dieci anni me ne devo fregare altamente per forza, sia perché da loro, in ginocchio, a implorare il loro perdono non ci penso proprio, e loro dubito che abbiano voglia di vedermi.
Quello che sto passando già basta e avanza. Per colpa sua.
In confronto, i 300 anni vissuti prima di questo incubo erano un viaggio gratuito in crociera ai caraibi con tanto di abbonamento gratuito alla sauna. Una vita dignitosa, anche se solitaria, ma un paradiso terrestre in confronto a quei giorni.
L'abituarmi a vivere da sola è stato indispensabile per rigare avanti senza perdere il lume della ragione.Ora piantala, Miriam.
Scendo dall'albero.
Qui intorno rischio di vedere sia lui che Jamie. Va bene che ogni giorno me lo ripeto, ma, sicuramente io, da Burgess, non me ne vado...è casa mia e nessuno ha il diritto di esiliarmi anche da qui. Non me ne andrò.
Senza accorgermene, risalgono dal profondo dei miei ricordi le immagini di me e lui assieme. Il mio cuore si lascia trasportare, mentre la mia testa continua a insistere di tornare alla realtà. Una fitta colpisce il cuore, e nasce un sorriso amaro sul mio viso. Agito la testa per svegliarmi da quei pensieri.
Perché penso ancora a lui? mi ha cacciato dal polo. Non ha provato neanche a chiedermi spiegazioni, non ha cercato di capire, neanche mi ha guardato negli occhi. La rabbia l'ha accecato a tal punto da cacciarmi.
Dovrebbe prendersela con Pitch, non con me. È lui che mi ha minacciato, mi ha costretto a compiere i suoi loschi piani, io facendo il lavoro sporco, e lui rimanendo dietro le quinte. Non mi sono offerta volontaria per aiutarlo, neanche a un pazzo gli passerebbe per la testa una cosa del genere.
"Basta smettila Miriam...vai dai bambini che ti rilassano" fmm...no. I bambini non mi rilassano più. Mi fanno sentire come quando dovevo farli divertire con lui. mi riportano in superficie troppi ricordi. Troppe cose riportano a galla troppi ricordi. Non voglio ritornare a soffrire come i primi anni.
"però distogli la testa dai soliti problemi." Sì, lo so, Distrazione.
Libero la mente da tutti questi pensieri, e il mio sguardo cade sul ciondolo azzurro attorno al mio collo.
《su nera esci fuori. Hai dormito abbastanza per i miei gusti.》 con ancora la voce impastata dal sonno, la chiamo.
Lo spiritello di pelle color blu notte esce, subito dopo la piccola performance di polvere bianca che esce fuori. Compare in tutta la sua bellezza, per poi ingobbirsi su se stessa, grattandosi la schiena, e sbadigliando. Ecco la vera Nera.
《perché mi hai svegliato a quest'ora? 》 risponde con ancora gli occhietti chiusi. Se li stropiccia e infine li apre, ammirando quel color giallo acceso. Si stiracchia lentamente, per poi avvicinarsi al mio naso con uno sguardo abbastanza severo. Appoggia le sue manine sui fianchi, come segno di autorità.
《 ti ho fatto una domanda!》prova ad urlare ma non ci riesce. Il sonno gli avrà tappato la voce. Alza gli occhi al cielo, sbuffando.
《sei troppo carina quando ti arrabbi》 dico scherzosamente, cambiando argomento. Mi piace quando comincia a svolazzare agitata proprio quando non rispondo alle sue domande. Quasi implorasse di rispondergli. O che lo pretenda.
《grazie, ma voglio sapere perché mi hai svegliato così presto! Hai la vaga idea di che ore sono?》 questa volta la sua vocina si è sentita fin troppo bene. Indietreggio con la testa e mantengo uno sguardo sorpreso. È a pochi centimetri dal mio naso. Sorrido e gli rispondo in modo dispettoso:
《perché non so cosa fare e mi annoiavo...》 mi difendo. 《e ...ehm, volevo anche sapere come stava il mio spiritello preferito! Sai, con le tue dormite secolari, qui fuori non ci si diverte così tanto, alla fin fine. Sei tu che dai un po' di vita a questo giornate solitarie.》 continuo con un bel sorriso sul viso. Avverte una nota di bugia nella mia voce, in effetti devo trovare sempre un qualcosa che non la faccia arrabbiare, o mi fulmina sul posto.
《sto bene, grazie per l'interessamento...》 risponde. É ancora assonnata, perché non sta sorridendo. I suoi occhi si aprono e si chiudo lentamente, le palpebre sembrano pesanti.
《...ma se ti stai annoiando ti consiglio di farlo da sola, e ora buonanotte!》 conclude ritornando velocemente nel ciondolo. Che pigrona. Non mi fa mai compagnia. Anche se devo dire che di mattina proprio era l'ultimo momento della giornata in cui dovrei svegliarla.
《sei molto socievole, vedo.》 non risponde. Quella neanche un clacson la sveglia.
Vabbè, sgranchiamoci un po' le gambe, abbiamo poltrito abbastanza.
Afferro le mie cose e mi tengo agganciata al ramo per scendere completamente, senza volare. Mi butto giù, aspettandomi di atterrare sul suolo erboso. Finché non sento nulla sotto di me, la luce diminuisce velocemente, e noto solo dopo la mia caduta libera in un profondo tunnel.
Il panico mi assale, e il cuore comincia a battere come un trapano.
Mi dimeno, cercando di afferrare le pareti scure e umide che mi circondano. Provo anche a librarmi in volo verso l'uscita, ma niente, continuo a sprofondare. Mi arrendo, e appena capisco cosa stia succedendo, la rabbia mi assale e l'odio risale dopo anni.
Si.
Qui c'è lo zampino di Black.
oF
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6°GUARDIAN - III
Fantasy(❌LIBRO IN REVISIONE❌) . . . . Un tempo vivevano nello stesso villaggio, ora sotto lo stesso tetto. Prima duecomuni mortali, ora due guardiani, molto diversi tra loro. Tutti direbbero che non sono fatti per stare insieme, chi per invidia, chi per od...