Capitolo 23 - Una teoria

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Non so come faccio a vivere il resto della giornata. So solo che tutte quelle ipotesi mi girano in testa mentre mangio, mentre cerco di avere una conversazione normale con Zeliah, mentre mi lavo e mentre cammino lungo i corridoi.

Zeliah mi chiede più volte cosa mi distragga ma non ho la minima intenzione di dirglielo. Devo prima capire cosa voglio fare, se posso fare qualcosa.

Non so se gli altri capifazione siano d'accordo. Non so se abbiano già dato la loro disponibilità alla leader degli Eruditi. E non so quando tutto questo dovrebbe succedere. Potrebbe essere domani come tra un mese o tra un anno.

Quando dopo cena rientriamo nel dormitorio sono sorpresa di vedere Eric. Ma poi i miei occhi scendono e trovano la lavagna appoggiata ai suoi piedi.
La classifica della fine del secondo modulo. Me ne ero completamente scordata.

Ascolto il discorso di Eric, gli occhi fissi su di lui. Quando incrocia il mio sguardo mi assicuro di trasmettergli tutta la mia disapprovazione. Alla fine è lui a cedere.

Gira la lavagna.
Il mio nome occupa la prima riga seguito dal tempo, quattro minuti e 35 secondi.
Il secondo è Derick, otto minuti e 52 secondi.

Continuo a leggere. Zeliah, Paul e Trina. Zeliah è terza con appena un minuto di differenza da Derick.
La guardo e le sorrido. Lei si lancia su di me e ci abbracciamo.

Sono contenta, ma non come dovrei.
Sono prima, eppure non sento la minima felicità. Con una scusa lascio la mia amica ed esco dal dormitorio.

Dovrei parlarne con qualcuno, ma di chi mi posso fidare? Non dei capifazione, sicuramente non degli iniziati interni, li metterei solo in pericolo. E non conosco nessun'altro, se non di vista.
Vago per i corridoi, finché incrocio una figura familiare.

«Sera, Pacifica» saluta.
«Quattro!» esclamo. Mi guardo intorno.
«Ti devo parlare» aggiungo sottovoce.
So che la residenza degli Intrepidi è piena di telecamere e se sono sfortunata mi stanno ascoltando in questo preciso momento.

Lui si ferma e mi guarda perplesso.
«Possiamo andare in un posto sicuro?» chiedo.
«Va bene» risponde confuso «Vieni».
Lo seguo lungo il corridoio e quando svolta in un altro gli sto dietro.
Apre una porta e mi fa entrare, deve essere il suo appartamento.

È molto simile a quello di Eric, tranne che qui non c'è traccia di computer e nemmeno di libri.
«Ci sono telecamere qui?» chiedo.
Scuote la testa. «Aimeen, che succede?».
«Eric mi ha detto una cosa. Stavamo parlando e gli ho chiesto se lui guarda le simulazioni, perché non volevo che...» mormoro «oh, insomma. Non volevo vedesse quella di stamattina».

Quattro sorride leggermente e mi fa segno di continuare.
«Ha detto che lo fa solo se ci sono cose strane, cose da Divergenti».
Quattro contrae le labbra «Lo so».

«Ha detto che Jeanine sta cercando di avere il loro appoggio, dei capifazione, e vuole farsi segnalare i Divergenti Intrepidi» sussurro.
Lui aggrotta le sopracciglia «Sei sicura?».
«Sì. Questo l'ha detto lui. E la mia teoria è che Jeanine voglia usare gli Intrepidi per procurarsi un esercito. E attaccare gli Abneganti. Pensi ci sarebbero motivi validi per attaccare gli Abneganti? Se non sbaglio tu eri uno di loro».

«Motivi validi? Gli Eruditi vogliono spodestare gli Abneganti da tempo. È una cosa risaputa, non li ritengono adatti a governare. Forse non ti è giunta voce, ma stanno scrivendo articoli diffamatori sugli Abneganti in questi giorni» Quattro si passa una mano tra i capelli.
«Cosa te lo fa pensare, comunque?» chiede scrutandomi.

«Se Jeanine preme per avere l'aiuto degli Intrepidi non si può trattare di altro. Per quanto riguarda il resto, gli Abneganti sono gli unici che potrebbero essere nel mirino di Jeanine. Ed Eric non ha negato» spiego «Ah, e penso che Jeanine abbia intenzione di controllare questo ipotetico esercito con un siero di simulazione».

Quattro inarca il sopracciglio «Predisposizione per gli Eruditi?».

Spalanco gli occhi e faccio un passo indietro. È così evidente?

«Me n'ero già accorto, Aimeen. Affronti le simulazioni velocemente, è una cosa inusuale. E quella di oggi me l'ha confermato, sono abbastanza sicuro che non spareresti al vero Eric» spiega Quattro. Poi si avvicina «Sei una Divergente».
Annuisco.
«L'hai detto ad Eric?» chiedo, spaventata all'idea.
Lui scuote la testa.
«Se posso evitare morti di innocenti lo faccio».
Un brivido mi percorre la spina dorsale. Morti?

«Eric ha ucciso dei Divergenti?» chiedo abbassando la voce.
«No. Ma ci sono state sparizioni e suicidi apparentemente senza motivo» spiega lui cauto.
Mi porto le mani alla bocca «Oddio».

«Quindi, Intrepidi ed Eruditi?» chiede, lo sguardo addolcito. Cercando probabilmente di distogliermi dal pensiero dei Divergenti morti.
«Anche Abneganti» aggiungo, stringendomi nelle spalle.
«Altruismo. Sì, spiega tutto» mormora concentrato.

«Possiamo fare qualcosa?» chiedo speranzosa, tornando al problema principale per il quale sono qui.
«Non lo so, i nostri capi stanno già collaborando?» chiede strofinandosi la mano sul mento.
«Non so nemmeno chi siano oltre Max ed Eric. Ed Eric non è stato di molte parole. Solo non ha negato niente.
Ho provato a farlo ragionare, ma sai meglio di me com'è, no?».
«Gli piaci, ma non capisco come lui possa piacere a te» risponde lui osservandomi.

«Me lo chiedo anche io» ribatto arrossendo.
«Se ci tiene a te potrebbe prendere in cosiderazione quello che gli hai detto. Non l'ho mai visto così preso da qualcuno, potrebbe davvero dar peso a quello che dici».
«Non è poi tanto preso da me». Mi passo una mano sugli occhi.
«Trattandosi di Eric anche il minimo segno è una cosa enorme. Passa con te molto tempo, vorrà dire qualcosa».

«Ascolta, dammi qualche giorno. Provo a capirci qualcosa dal centro di controllo, potrei riuscire a sentire cosa si dicono i capofazione. Tu stai all'erta. E non far capire a nessun'altro che sei Divergente. Soprattutto non farlo capire durante il test finale».

Annuisco.
Lui mi guarda «Non dire a nessuno di questa storia. Prima assicuriamoci che la tua teoria sia giusta».
«Va bene. Grazie, Quattro» mormoro «Sapevo di poter contare su di te».

«Stai attenta, Pacifica. Sono abbastanza sicuro che Eric non voglia farti del male, ma la tua posizione in classifica ti mette in pericolo. Cerca di spostarti sempre con qualcuno. Non è prudente girare sola» mi avverte Quattro, la preoccupazione nello sguardo.
Annuisco ed insieme usciamo dal suo appartamento.
Mi riaccompagna alla mensa, dove trovo Zeliah seduta ad aspettarmi e pronta a interrogarmi su Quattro.

Trovo una scusa per spiegare perché eravamo insieme. Lei ci crede, o fa finta di crederci. Ceniamo e cerco di lasciarmi dietro tutti i pensieri per godermi questo momento. La fine dell'iniziazione è sempre più vicina, manca solo l'ultimo modulo, dopodiché saremo Intrepide.

Dopo cena usciamo dalla mensa.
Imbocchiamo il corridoio che porta alla mensa ed è lì che mi ritrovo sbattuta contro la parete di roccia.
Mi sento mancare il fiato mentre una mano mi preme sulla gola.

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