Capitolo 10 - La sfida

1.8K 74 2
                                    

Dopo pranzo Eric ci fa andare di nuovo a correre.
Facciamo lo stesso percorso di ieri.
Zeliah mi affianca quando partiamo, spero che oggi riesca a tenere il mio passo e quello di Eric.
Lui è partito senza guardarsi indietro, adesso è a qualche metro di distanza da noi.

Mi concentro sul respiro e sul ritmo che sto tenendo e immagino di correre in mezzo ai prati verdi delle fattorie dei Pacifici.
È un sollievo risentire il calore del sole sulla pelle. Mi mancava.

Perdo il senso del tempo mentre corriamo, in effetti perdo proprio il senso della realtà. Quando torno al presente mi accorgo che Zeliah sta faticando a starmi dietro. Abbiamo superato il punto in cui ha mollato ieri e sono fiera di lei. Sta migliorando.

«Forza Zeli» dico incoraggiandola «ce la puoi fare».
Lei annuisce e cerca di tenere il mio passo.
Mi guardo indietro, gli altri continuano a correre, ma anche loro rallentano a vista d'occhio.

«Non ce la faccio più, tu vai Aimeen» esclama alla fine la mia amica.
Cerco di prenderle la mano, ma lei si ferma e si piega su sé stessa, riprendendo fiato.
Sospiro e continuo la mia corsa dietro ad Eric.

Non so per quanto ancora corriamo, ma quando arriviamo ai piedi della salita di ieri mi sento meglio. Sono quasi arrivata.

Faccio un piccolo scatto e raggiungo quel ragazzo inquietante.
Per qualche minuto corriamo vicini, nessuno dice niente.
«Oggi non ci fermiamo sotto i binari» dice Eric mentre siamo a metà della salita.
Mi sento morire.

«Sadico fino in fondo» mugugno col fiatone «E dove dobbiamo arrivare quindi?».
«Vedrai».

Sbuffo, ma continuo a tenere il passo.
Quando passiamo sotto ai binari penso che non so quanto riuscirò a resistere prima di crollare a terra.
Continuiamo ancora per quello che mi sembra un chilometro, poi Eric allunga la mano e mi prende il polso.

«Fermiamoci qui».
Non me lo faccio ripetere due volte e mi blocco sul posto, piegandomi per riprendere fiato.
Sento gli occhi di Eric addosso, ma non ho la forza per parlare, né per fare altro.
Mi siedo, o meglio, crollo per terra.

«Speravi di vedermi mollare, vero?» chiedo quando finalmente ho ripreso a respirare normalmente.
Lui scuote la testa.
«Speravo di spronarti a migliorare. E speravo che le schiappe arrivassero, ma è chiedere troppo».
«Non tutti hanno la tua energia infinita» commento alzando gli occhi.

Siamo rialzati rispetto a gran parte della città, se socchiudo gli occhi riesco ad individuare le fattorie dei Pacifici all'orizzonte.
Guardo il sole che sta per tramontare. È facile ripensare alla vita tra i Pacifici, qui fuori all'aria aperta.

«Qual è il premio di oggi?» chiedo rompendo il silenzio.
«La mia compagnia» risponde secco lui.
Sbuffo «Sembra più una punizione che un premio».
«Lo sai che un giorno o l'altro potrei perdere la pazienza?». Si volta a fissarmi per intimidirmi.
Annuisco.

«Ho qualche speranza di sopravvivere ai prossimi giorni?» chiedo. Questa volta voglio davvero sentire la sua risposta. Ho bisogno di sapere che ce la posso fare.

Gli occhi di Eric sono fissi nei miei. Non so cosa provo al riguardo.
«Ricorda quello che ti ho detto ieri e fai del tuo meglio, ce la puoi fare».

Annuisco.
«Se fossi qualcun'altro ti abbraccerei, ma dato che sei tu sarebbe un altro desiderio di morte. Ormai ho perso il conto» dico facendo un sorrisetto «quindi solo grazie».
Lui alza le spalle e torna a guardare in giro.

* * *

Ripenso alla giornata di oggi mentre sto nel caldo del mio letto. Ho superato questi primi giorni, riuscirò a finire l'iniziazione. Non vedo l'ora di diventare un'Intrepida effettiva!

Una scelta per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora