«Si può sapere perché capiti sempre nei momenti peggiori?» chiedo mentre seguo Eric lungo il tunnel ormai familiare.
«Dipende dal punto di vista» mormora mentre allunga il passo diretto al suo appartamento.Fatico a stargli dietro «Non puoi qualche volta evitare di ascoltare i discorsi imbarazzanti dei miei amici?».
Lui si lascia scappare un suono che sembra una mezza risata.
«Credimi, certi discorsi farei volentieri a meno di ascoltarli».«Dai che ti stanno simpatici» replico dandogli un pugno leggero sul braccio.
«Un po' come gli Esclusi» risponde lui.
Sbuffo.
«Smettila di fare il ragazzo di ghiaccio e lasciati un po' andare» gli prendo la mano e intreccio le nostre dita.
«Il ragazzo di ghiaccio?» i suoi occhi hanno un guizzo divertito mentre si gira a guardarmi.«Sì, un po' è merito dei tuoi occhi e un po' di tutto il resto» spiego mentre lui infila la chiave nella serratura e spalanca la porta del suo appartamento.
«Mnh. E tu invece che saresti?» chiede mentre entriamo.
Richiude la porta dietro di noi e mi osserva intensamente.
«Il sole?» rispondo piegando la testa di lato mentre riporto alla memoria i giorni passati a contatto con il calore del sole, nelle terre dei Pacifici.«Sole e ghiaccio» mormora riflettendoci.
«Dovrò scioglierti» replico sporgendomi verso di lui e allacciando le braccia al suo collo.
«Buona fortuna, piccola Pacifica» Eric mi toglie le braccia da lui e mi porta fino all'angolo del suo appartamento in cui si trova il sacco da boxe.Lo guardo perplessa.
«Comincia!».
Si posiziona a braccia conserte, appoggiato alla parete dietro di lui, e mi fissa.
«Non è che per caso soffri di disturbo della doppia personalità?» chiedo scrutandolo.
Il suo sguardo non fa una piega, la sua espressione rimane impassibile.Alzo le spalle e comincio a colpire il sacco. Sento subito che i miei muscoli non sono più abituati a questo tipo di sforzo, infatti mi ritrovo ad essere stanca già dopo cinque minuti.
«Che c'è? Ti fermi già?» chiede Eric mentre io riprendo fiato.
«Non sono più abituata» sbuffo strofinandomi le mani. Mi scorticherò tutte le dita, cosa che non mi mancava per niente.«Forse ho cambiato idea» butto là, facendo un passo indietro.
«Quel che è fatto è fatto, cara mia» Eric mi spinge di nuovo avanti. Poi si allontana un attimo e torna porgendomi un paio di guantoni da boxe.
Li prendo e sorrido, cercando i suoi occhi con i miei.
Mi alzo in punta di piedi e gli sfioro la guancia con le labbra «Grazie, Intrepido».Infilo i guantoni e riprendo con calma a colpire il sacco, ma ci deve essere qualcosa di sbagliato nella mia posizione perché sono sempre sul punto di perdere l'equilibrio e non mi sento per niente salda sui miei piedi.
«Hai intenzione di farti stendere dal sacco?» la voce di Eric mi tuona nelle orecchie.
«No, non è molto allettante» rispondo mordendomi il labbro.
«Devi essere ben stabile sulle tue gambe, girati leggermente, ecco...» Eric mi posa le mani sui fianchi e mi fa vedere come sistemarmi. Dopodiché mi afferra il polso destro e guida il mio braccio a colpire il sacco «Così, vedi?».
Annuisco, distratta dal contatto con lui.
«Concentrati Pacifica!» sbotta sul mio orecchio.«La fai facile tu» mormoro «Se fai così, la mia concentrazione si sotterra, caro istruttore».
Sospiro e mi appoggio al suo petto con la schiena «Sai, questa cosa non la dovresti fare con le tue iniziate».
«Questa cosa la faccio solo con te» sussurra lui nel mio orecchio, facendomi venire i brividi.«Meglio. Altrimenti potrei tagliarti le mani» allaccio all'indietro le mie braccia intorno al suo collo, tenendolo stretto a me.
«Quello che può minacciare qui sono solo io» risponde categorico.
Sbuffo «Quanto sei rompiscatole. E comunque quell'Ava... Non mi piace come ti gira intorno».
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Una scelta per sempre
FanfictionChicago è suddivisa in cinque fazioni, ognuna delle quali fondata su un valore: la sapienza per gli Eruditi, l'onestà per i Candidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e il coraggio per gli Intrepidi. Aimeen è una ragazza Pacif...