Capitolo 28 - Giorno dell'Iniziazione

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La cerimonia di iniziazione degli Intrepidi è completamente diversa da quella dei Pacifici. Qui non ci si siede in cerchio nell'erba, non si toccano mani, non si mormorano parole confortanti.
Gli iniziati Pacifici non si svegliano con l'ansia, non si mordono le unghie mentre aspettano di affrontare le loro paure, non devono temere che i loro "avversari" li uccidano.
Gli iniziati Pacifici vivono questo giorno in un clima di pace, supportati e accompagnati dai nuovi compagni di fazione.

Nella residenza degli Intrepidi invece regna solo il caos. Il Giorno dell'Iniziazione per quello che posso vedere c'è gente ovunque, la maggior parte ubriaca ancora prima di mezzogiorno.

Sono uscita all'alba dall'appartamento di Eric. Il quale ieri sera mi ha fatto una scenata perché ha visto Quattro e me vicini, mentre mi augurava buona fortuna.
Ho scoperto un altro tratto del suo carattere. È geloso, incredibilmente geloso.
Non che non me lo aspettassi da uno come lui.

Alla fine, dopo aver cercato di farlo ragionare, me ne sono andata a letto.
E quando lui mi ha raggiunto, abbracciandomi, mi ha chiesto scusa. Il ché deve essergli costato un'immensa fatica, immagino.
Ma non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa da nessuno, tantomeno da lui.

Dopo aver girato per un paio di corridoi, cercando di schiarirmi le idee, sono rimasta per qualche ora insieme a Zeliah. Abbiamo cercato di chiacchierare di cose frivole ma entrambe sapevamo che le nostre menti erano fisse su altro.

Abbiamo fatto un salto dal tatuatore, visto che l'ultima volta che volevo andarci non ci sono mai arrivata. Mi sono guardata un po' in giro, ma ho deciso che ancora non ho le idee chiare su cosa voglio tatuarmi. Ci penserò nei prossimi giorni. Voglio qualcosa che mi ricordi la mia famiglia, devo trovare il tatuaggio giusto.
Alla fine siamo tornate sui nostri passi e adesso siamo dirette al Pozzo.

Quando arriviamo nella mensa è così piena di gente che fatichiamo a trovarci un posto.
Prendo del cibo dal vassoio in mezzo al tavolo e mi sforzo di mangiare qualcosa, nonostante il mio stomaco si rifiuti di collaborare. Guardo Zeliah mentre mando giù a fatica qualche boccone di carne. Sta girando i piselli nel piatto. Se non fossi così tesa troverei la situazione quasi divertente. Quasi.

Dopo pranzo mi trascino dietro alla Candida fino al dormitorio degli interni e cerco di distrarmi chiacchierando con lei. Gli altri hanno già raggiunto la sala delle simulazioni, affronteranno i loro scenari prima di noi trasfazione.

Quando per noi è l'ora di andare mi sistemo un po' i vestiti e mi liscio i capelli lasciandoli cadere sulle spalle. Li ho tenuti legati per così tanto tempo durante i primi due moduli che ora quando posso li lascio liberi. In un certo senso mi fanno sentire più vicina a casa, la mia vecchia casa, e alla mia famiglia.

Io e Zeliah percorriamo il corridoio fino al Pozzo e poi saliamo lungo il canale che porta al palazzo di vetro. Alcuni raggi di sole riescono a penetrare attraverso la folla di Intrepidi che sta salendo davanti a noi e proiettano lame di luce lungo le pareti di roccia scura. Le guardo nostalgica, devo ancora abituarmi alla mancanza della luce.

Quando arriviamo in cima noto una serie di schermi appesi sulla parete. Quello a sinistra mostra una figura nera nella sala delle simulazioni. In lei riconosco Skean, grazie ai suoi inconfondibili capelli rossi. La guardo muoversi, gli occhi smarriti, mentre cerca di superare un ostacolo. Non so quale sia. Nessuno qui fuori può vedere le paure che affronteremo, potranno vedere solo le nostre reazioni. Questo mi fa sentire meglio. Molto meglio.

Lo schermo centrale mostra il battito cardiaco di Skean. All'improvviso lo vedo accelerare, poi rallenta di nuovo. Quando raggiunge un ritmo normale lo schermo diventa verde. Gli Intrepidi intorno a noi esultano.

Nello schermo a destra invece compaiono i tempi.

Vicino alla sala delle simulazioni ce n'è un'altra, piena di schermi, davanti ai quali è seduta una fila di persone. Quando ci passo davanti, sbircio all'interno. Ci sono Max ed Eric e altri Intrepidi più anziani che però non conosco. Sono tutti collegati tramite dei fili, gli sguardi persi nel vuoto. Stanno seguendo la simulazione.

Entriamo nella stanza. Dietro ai capifazione c'è un'altra fila di sedie, ma arrivando tra gli ultimi le troviamo già tutte occupate. Faccio un cenno agli interni. Sono rimasti Luke, Leah e Ryan. Gli altri hanno già affrontato le loro paure e staranno festeggiando o si staranno riprendendo da qualche parte, magari insieme alle loro famiglie.

«Andiamo da loro?». La voce di Zeliah rivela il suo nervosismo. E in un certo senso mi fa piacere cogliere quella sfumatura diversa nella sua voce, significa che in questo relativo poco tempo sono riuscita a conoscerla. E lei è riuscita a conoscere me.

Annuisco, cercando di fare un sorriso. Ma non so in realtà che espressione compaia sulla mia faccia.
Li raggiungiamo e ci appoggiamo alla parete. Non ho voglia di parlare, ma mi guardo intorno. Il mio sguardo cade sulle mani intrecciate dei gemelli, si stanno facendo coraggio insieme. Sono così uniti, è bello.

Quando riporto lo sguardo sugli schermi vedo che Skean ha finito. Le luci nella sala si riaccendono mostrandoci una ragazza scossa e tremante. Eric, Max e gli altri si risvegliano da quella specie di trance e si alzano, andando a congratularsi con lei.

Dopo di lei tocca a Ryan, Leah e infine Luke.

Quando lui finisce, Eric viene da noi.
«L'ordine in cui affronterete il test finale è stato stabilito in base ai vostri punteggi attuali» spiega, le braccia conserte «Perciò Trina sarà la prima, Aimeen l'ultima».
Mentre pronuncia il mio nome mi lancia un'occhiata. I suoi occhi azzurri in qualche modo mi trasmettono tranquillità.
Ma dura pochissimo, prima che lui torni a voltarsi. Chiama Trina, le fà l'iniezione e la manda nella sala delle simulazioni.

Essendo l'ultima almeno potrò assistere ai test degli altri e sapere come saranno andati.
Guardo gli schermi per qualche secondo, poi decido che è abbastanza noioso vederla muoversi senza sapere cosa sta affrontando, perciò appoggio la testa al muro e chiudo gli occhi. Devo rilassarmi. Fosse facile!

Paul impiega meno tempo di Trina, ma non senza qualche difficoltà.

Provo ad immaginare quante e quali paure dovrò affrontare, ma mi arrendo. Non posso prevedere cosa mi troverò ad affrontare, ma so che se mi troverò in difficoltà potrò ricorrere alla mia natura di Divergente e manipolare la simulazione. Anche se per me potrebbe rivelarsi pericoloso.

Quando Eric chiama me so soltanto il tempo che i miei colleghi hanno impiegato: quindici minuti, dodici minuti, undici minuti, tredici minuti.

Apro gli occhi e vado davanti alla prima fila, dove mi aspetta Eric. Ha in mano una siringa piena di liquido arancione.
Mi guarda mentre mi posa una mano sul collo per tenermi ferma, poi affonda l'ago nella mia pelle e spinge lo stantuffo.

«Sii coraggiosa, Aimeen» sussurra prima di mandarmi ad affrontare le mie paure.

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