Capitolo 18 - La recinzione

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Mi sveglio all'improvviso. Il cuore che batte all'impazzata, ma non mi ricordo cosa ho sognato.
Mi giro dall'altra parte e trovo Eric addormentato. Ha un'aria quasi angelica, ma la sua espressione è leggermente inquietante anche nel sonno.

Sospiro. A giudicare dalla luce che entra nella stanza deve essere quasi ora di alzarsi.

«Quando dormi sembri quasi innocuo» sussurro osservando il viso di Eric.
«Tu quando dormi sei molto più sopportabile» risponde lui spalancando gli occhi e fissandoli nei miei.
Sobbalzo. Pensavo dormisse.

«Buongiorno, Pacifica» saluta passandosi la mano tra i capelli.
«Giorno, Intrepido» rispondo piccata e mi volto dandogli le spalle.
«Alzati!» ordina. Sento un fruscio e il materasso che si muove.
«Perché?» chiedo sbadigliando.
«Facciamo un giro alla recinzione» spiega.
«Non so se ce la faccio a prendere un treno» mugugno ancora sotto le coperte.
«Vedi tu, se non vieni considerati fuori dai giochi».

Sento il gelo pervadermi. Cosa intende?

«Sei di malumore stamattina?» chiedo mentre scendo dal letto.
«No. Ma non ti tratterò diversamente dagli altri solo perché te la sei vista brutta».
«Buono a sapersi» dico laconica.
Recupero un paio di pantaloni e una felpa e sparisco in bagno a cambiarmi.

Quando esco lui è perfetto nella sua uniforme di istruttore. Perfettamente inquietante.

Lo seguo fuori dal suo appartamento e lungo il corridoio, fino al dormitorio dei trasfazione.

Rimango fuori dalla porta mentre lui li sveglia e ordina loro di essere pronti entro dieci minuti.
Sento il rumore di coperte, di vestiti, di piedi trascinati.

Quando escono aspetto Zeliah, che è l'ultima, e la affianco. Mi saluta. Ha ancora l'aria addormentata, si strofina gli occhi con una mano, mentre l'altra si allaccia alla mia.
«Come stai?» chiede sottovoce.
«Meglio, ma ancora dolorante» rispondo.

Seguiamo gli altri, incespicando nel pavimento irregolare dei corridoi.
Fatico a stargli dietro, soprattutto quando ci ritroviamo a salire un tunnel fatto di gradini.
«Pacifica, aumenta il passo se non vuoi rimanere qui!» tuona Eric dalla fine del tunnel.
Stringo i denti e lo maledico sottovoce. Sa benissimo perché non riesco ad essere veloce.
Sento gli altri ridacchiare, e ho solo voglia di farla pagare a tutti.

Se i miei genitori mi sentissero sarebbero delusi da me.
È solo un bene che non possano sapere in cosa consiste l'iniziazione degli Intrepidi e cosa io stia facendo.

«Forza Aimy» mi incoraggia Zeliah sottovoce. Mi cinge con il braccio e mi aiuta a superare gli ultimi metri.

Quando finalmente usciamo all'aria aperta so per certo che da sola non ce la farò mai a salire sul treno. Mai.

Vedo Derick sorridere soddisfatto e cerco di stargli il più possibile alla larga.
«Sei in difficoltà, Pacifica?» mi deride.
Stringo i pugni e cerco di ignorarlo.

Seguiamo Eric lungo la strada, fino a raggiungere i binari.
Se dobbiamo andare alla recinzione significa che il treno arriverà da sinistra. Perciò lascio gli altri dove sono e seguo il binario per una decina di metri. Se comincerò a correre in anticipo avrò qualche possibilità in più di riuscire a saltare sul treno e non perdere il vagone.

Sento gli occhi degli altri su di me, ma non me ne frega niente. Ce la metterò tutta per non diventare un'Esclusa.

Quando sento il rumore del treno mi volto. E appena lo vedo comincio a correre. La mia corsa è rallentata dalle scariche di dolore che ad ogni passo mi salgono in tutto il corpo.
Guardo indietro, gli altri stanno saltando sull'ultimo vagone.
Ormai sono a pochi metri da me.
Corro e ce la metto tutta, ma non riuscirò neanche volendo a saltare e ad appendermi alla maniglia.

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