9.

774 52 17
                                    

Il sabato si stava avvicinando e i Miraculous dovevano prepararsi per le selezioni del concorso per band.
Dopo scuola si rimisero a casa di Adrien per scegliere la canzone da cantare, i costumi da mettere e l'orario in cui si sarebbero riuniti per prendere il furgone e andare al locale che ospitava le selezioni.
Si sedettero intorno al allungo tavolo di casa Agreste, prendendo ognuno un loro posto, a capotavola il manager Gabriel.
«Qual è il primo punto del giorno, papà?» chiese Adrien voltandosi a guardare l'uomo, intento a mettere a posto dei fogli.
«innanzitutto» iniziò lui «dobbiamo scegliere la canzone, quale scegliete?» chiese guardando alternativamente i cinque componenti della band, fermandosi su Marinette, che gli annuì decisa.
«Its a beautiful day, Michael Bublé» disse lei decisa.
«la nostra canzone...» mormorò Adrien sorridendole e stringendole la mano.
«prossimo punto» riprese Gabriel guardando i fogli «Sabrina cosa avevi in mente per i vestiti?» disse guardando la ragazza dai capelli rossi alzarsi, uscire dalla stanza e prendere dei capi di abbigliamento, preparati precedentemente.
«ho visto un po' nella tua collezione di quest'anno e non ho trovato niente di interessante, così ho cercato tra i bozzetti di Marinette e mi è venuta l'ispirazione così ho creato...questi!» spiego lei mostrando cinque capi di abbigliamento di colori diversi: un vestito rosso a fantasia pois neri che richiamavano la coccinella e un grazioso giubbotto di pelle nera per Ladybug; una una maglietta verde abbinata al giubbotto di pelle nera con le borchie e il pantalone di pelle nera per Chat Noir; un vestito dello stesso modello di quello di Ladybug dal colore sfumato dal nero, poi arancione, fino al bianco per Rena Rouge; completo verde scuro con un papillon arancione per Carapace; infine, per Queen Bee, un vestito come quello delle altre due ragazze a righe gialle e nere, proprio come le strisce di un'ape.
«ec...» cercò di dire l'uomo, fermato dal grido di gioia di Chloè.
«ADORO IL MIO VESTITO» disse quest'ultima, andando incontro all'amica e prendendo il vestito, guardandolo meglio.
«stavo cercando di dire...» riprese a parlare Gabriel «...prima che Miss Ti Sforo I Timpani Con Un Solo Urlo, che questi vestiti sono eccezionali, complimenti Sabrina»
«grazie» disse la ragazza sorridendogli.
«ultimo punto, ma non per importanza, è... il veicolo con cui andare al concorso. Voi lo avete ragazzi, vero? Vero?»
«a questo proposito...» disse Adrien, andando in falsetto con la voce «...abbiamo qualche problema...»
«problema? Che problema?» disse Alya, guardando Nino, che si allontanò piano piano dalla ragazza. «Nino. Quale. Problema.»
«ricordate Frank? Beh è possibile che abbiamo perso il furgone con lui» spiegò il biondo.
«Agreste Jr...che vuol dire "abbiamo perso il furgone con lui"?»
«non ti arrabbiare Alya...ma...»
«...stavamogiocandoacarteconquestoeluihavintoeinpaliovolevaquelfurgone» disse tutto d'un fiato Adrien. «Marinette ti ho voluto bene.» aggiunse dopo guardando l'ira negli occhi della castana.
«AVETE PERSO IL FURGONE DI MIO NONNO GIOCANDO A CARTE CON FRANK?! QUELLO RITORNA DALL'OLTRE TOMBA E VI AMMAZZA» disse Alya, rossa dalla rabbia.
Tutti sapevano che lei ci teneva tanto a quel furgone, tanto quanto ci teneva a suo nonno. Lo aveva vinto ad un'asta, usandolo per portare alle mostre i sui bellissimi alani, razza canina alla quale erano entrambi appassionati.
Morto lui, Alya decise di usare il vecchio furgone per trasportare i loro strumenti.
«possiamo provare a farcelo ridare...»
«bella idea Agreste Jr. Tu e Nino era andate a riprendere il mio furgone. Chiaro?!!!!»
«si signora!» dissero i due in coro, correndo fuori, alla ricerca del furgone.
«che bravi questi ragazzi»

I ragazzi camminarono per le strade di Parigi, arrivando fino all'officina del padre di Frank.
Vi entrarono, vedendo il ragazzo dei capelli castani della loro età intento a mettere l'olio in una ruota del furgone.
«Frank!» esclamò Adrien facendo sobbalzare il ragazzo «quanto tempo!»
«Agreste ci siamo visti ieri» rispose lui, pulendosi le mani con un vecchio straccio.
«a proposito...» iniziò Nino.
«oh, Lahiffe, anche tu qua?»
«si...dicevo: devi ridarci il furgone» disse deciso.
«prego? E perché mai?» chiese Frank, poggiando lo straccio su un tavolino là vicino e appoggiandosi con i fianchi.
«ricordi Alya, la sua ragazza...» iniziò Adrien, guardando il ragazzo annuire «bene, se non glielo riportiamo userà le nostre teste come trofei per il muro del suo salotto»
«serio?»
«mai stato più serio di così»
«purtroppo, aggiungerei...» disse Nino guardando il biondo al suo fianco.
Frank si diede una piccola spinta, rimettendosi in posizione eretta e ghignò, prendendo il mazzo di carte e iniziandole a mischiare: «dovete vincerlo» disse guardando i due.
«vuoi vincere facile»
«lo ammetto» disse tranquillamente lui, alzando le spalle.
«giochiamo»
«cosa?!» squittì Nino, guardando storto Adrien.
«non abbiamo scelta, Nino!»
«il tuo amico ha ragione, Lahiffe» disse Frank, dividendo le carte: «giochiamo»

Alya camminava avanti e indietro per il salone da pranzo di casa Agreste, mangiandosi le unghie e arrotolandosi una ciocca di capelli nel dito indice della mano destra.
«Alya ti vuoi stare ferma?! Mi stai facendo venire il volta stomaco!» disse Chloè mettendosi una mano alle tempie.
«come posso stare ferma!» urlò la ragazza fermandosi «quei due deficienti hanno dato via il mio furgone!»
«grazie per i deficienti, Amore Mio» disse una voce facendo voltare tutti verso di essa.
«Nino!» disse Alya avvicinandosi al ragazzo «spero che abbiate il mio furgone» continuò, vedendo i due abbassare lo sguardo «vi faccio diventare fem...!»
«frena la lingua, Cèsaire» la fermò Adrien facendole segno di uscire.
Lei corse veloce nel giardino sorridendo solare alla vista del furgone.
«vi siete salvati, questa volta» disse prima di scendere le scale e andare a guardare meglio il suo furgone.
«eh bravi ragazzi» disse Marinette raggiungendo il biondo.
«ma dove lo trovi un ragazzo come me?» si pavoneggiò lui.
«siamo...unici, unici...» canticciò lei.
«e da quando sappiamo l'italiano?» disse lui guardandola, storcendo la testa.
«nonna italiana» annunciò Marinette.
«giusto, giusto» disse lui, dandole un bacio «sempre adorato questi momenti» disse facendo ridacchiare la ragazza.
«Adrien...»





Nota autrice
Allour

Ieri purtroppo non ci sono riuscita a postare...but, mi sono fatta perdonare con questo capitolo? Spero di sì.

Ci vediamo domani con una nuova One-Shot (la troverete sulla raccolta differenziata Symphony).

Al prossimo capitolo!

La vostra HermionedeVillers❤️

Chi fermerà la musica?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora