Svegliarsi sempre nello stesso letto, nel suo letto é una bellissima sensazione, una sensazione piacevole e rilassante, mi giro dal lato opposto del letto, é vuoto, dovevo immaginarlo, mi alzo con il busto, tolgo le coperte e mi alzo, raccolgo le mie cose e mi rivesto, tornerà tutto normale, come se non fosse successo nulla, lo so già, esco dalla stanza. Oggi é Domenica, non lavoro, vado in camera mia al terzo piano, entro e chiudo la porta a chiave, mi rispoglio andando in bagno per una doccia. «Perciò vuoi trovare un altro lavoro con i turni di notte? Ne sei veramente sicura Emy?» Veronica é seduta di fronte a me mentre beve del coffee in una tazza rossa, «si, non conosci nessuna caffetteria o qualsiasi altro lavoro con i turni notturni?» lei ci pensa, «beh ci sono, per esempio la barman che lavori solo il venerdì e nel weekend ed é turno notturno, oppure la prostituta o spogliarellista » scoppia a ridere, «facevo la barista li in colombia, potrebbe andare» lei mi batte il cinque, ridiamo, ma la sua risata si blocca improvvisamente, guarda un punto fisso dietro di me, mi giro e vedo lui attaccato ad una ragazza, non una qualsiasi, ma Christina, qualcosa dentro di me si spezza ma d'altronde sapevo che sarebbe successo, succede sempre cosi con lui, «ehi ragazze come va?» Christina viene a salutare sia me che Veronica, «che ci fai qui?» gli domando cercando di non far apparire nella mia voce quella nota di fastidio, «sono venuta a trovare mia zia» corruccio la fronte, «tua zia?» lei guarda Veronica, «pensavo che lo sapessi che Dorotea fosse mia zia e che Demon é mio cugino» sottolinea l'ultima parola, gli sorrido, qualcosa dentro di me ritorna a gioire dopo la bellissima notizia, «adesso vado a salutarla, a dopo ragazze» sale le scale accompagnata da Demon dietro di lei, non mi ha guardata nemmeno per un secondo, ha sempre guardato Veronica, e mi chiedo se stanno nascondendo qualcosa, «Veronica possa parlarti?» lei annuisce, «é per caso successo qualcosa con Demon?» lei impallidisce, «ecco si... ieri sera, sembrava stressato, era solo, l'ho trovato in palestra che si allenava e mentre era tutto sudato o pensato di tirargli su il morale, ieri ho bevuto del rum invecchiato da anni ed ero brilla ma non penso che lui se ne fosse accorto, é stato il sesso migliore della mia vita credo che tornerò a passarmi del tempo con lui, quindi da ora sei libera, riprenderò io il tuo posto» boom colpita e affondata, e come se mi avesse sparato dritta al petto, «sei incoerente, ti ho vista piangere perché non volevi più fare la sua puttana e ora vuoi ritornarla ad essere, sai cosa ti dico? Credo proprio che tu e lui siate perfetti insieme, congratulazioni» apro la porta uscendo fuori, in giardino, Jenny corre verso di me, «Emy hai visto i fiori che ho piantato? Non sono stupendi? Li ho piantati per la mamma, sono i suoi fiori preferiti» sussurra l'ultima frase con una voce triste e gli occhi lucidi, la osservo, «sai quando le mie sorelle erano tristi per qualcosa, gli preparavo una torta nei loro gusti preferiti, e poi andavo al parco a raccogliere fiori, che ne dici? Ti va di preparare una torta? » «alla fragola?» annuisco, lei mi sorride e comincia a saltellare felice, mi prende per mano e andiamo in cucina pronte per iniziare. «É deliziosa, e perfetta e sei bravissima Emy» lei mangia la torta appena finita, gli sorrido, il mio sorriso scompare non appena mi trovo davanti Demon, «devo parlarti» la sua voce é seria, «non credo, io non devo dirti nulla» dilata le narici, é veramente incazzato, «Jenny» gli fa segno con la testa di andarsene, la bambina annuisce portando con sé un pezzo di torta per la madre, «cosa vuoi? » lui stringe i pugni, so che odia quando gli parlo così , «io non voglio lei» lo riguardo negli occhi, «non mi interessa saperlo Demon, sei libero, io sono libera, ti auguro di divertiti, buona vita» mi alzo dalla sedia cercando di superarlo, «mi dimostri sempre di più che sei una bambina capricciosa» mi fermo, «e tu mi dimostri sempre di più di essere solo un puttaniere» salgo le scale, ma sento dei passi dietro di me, «non abbiamo finito di parlare, quindi non scappare come una codarda» mi giro verso di lui in modo brusco, «io non sono una codarda, non sai cosa abbia affrontato io nella mia vita, ho patito la fame, sono stata quasi violentata da mio padre, mia madre si prostituiva per non farci mancare nulla, non sono mai stata avvantaggiata l'unica cosa che mi ha reso forte sono stati i miei fratelli e le mie sorelle, e non accetto quando mi si da della codarda, non sono mai scappata dalle difficoltà, le ho sempre superate, e a differenza tua, so cosa voglia dire amare e non restare soli» una lacrima mi bagna il volto, lui resta in silenzio guardandomi fisso, «ma tu non potrai mai capire cosa voglia dire affrontare tutto questo » mi rigiro salendo le scale velocemente, «non giudicare mai un libro dalla sua copertina Emery Holt» mi blocco di nuovo, resto in silenzio, «finisce sempre cosi, io che ti urlo dietro e tu che scappi » «provo a scappare da ciò che mi distrugge, si chiama istinto, si impara vedendo e affrontando le cose belle e brutte della vita signorino Demon» lui sospira, «non ti supplicherò di parlare, non ho mai supplicato nessuno né tanto meno lo farò ora, ma devo parlarti, sei l'unica persona che non voglio perdere» sussurra l'ultima frase, in questo momento riconosco l'assomiglianza con la sorella, sono più uguali di come sembra, «tutte stronzate, tu, sei solo uno stronzo che sa come manipolare le persone, vuoi provare a manipolarmi ma non ci riuscirai Demon Mitchell perché... » senza farmi finire mi bacia, mi bacia con possessività, ricambio, mi prende in braccio, allaccio le mie gambe al suo bacino, stringe il mio sedere come se fosse un antistress, gemo nelle sue labbra, «ricominciamo» sussurra nelle mie labbra, continuiamo a baciarci, «non puoi cavartela così facilmente» mi stacco respirando affaticata, pian piano riprendo fiato, «pensi che ti faccia scendere? Adesso parleremo, perché sono stanco di rincorrerti per farlo» annuisco, lui mi fa scendere dopo avermi raccomandato con lo sguardo di non provare a fare cazzate, o l'avrei pagata, «non so cosa ti abbia detto lei, ma ce la telecamera che ce in palestra che può testimoniare che é stata lei a saltarmi addosso, non ha accettato che lo rifiutata» corruccio la fronte, «lei...lei questo non me l'ha detto» «penso che ti abbia mentito, vieni con me» passa avanti senza aspettarmi, lo seguo e nel frattempo esce una chiave dalla tasca dei jeans strappati e completamente attaccati al suo corpo perfetto, si ferma davanti una porta massiccia, la apre con la chiave ed entra, mi fa segno di entrare, va davanti dei monitor e preme dei tasti accendendone uno e facendo dei gesti, «vieni» la sua voce é seria, mia avvicino, preme il tasto facendo partire il video sul piccolo monitor, vedo ogni minimo gesto, ogni minima toccata, ogni singola parola, e solo ora mi rendo conto che tutto quello raccontato da lei é una menzogna, lui spegne tutto e mi fissa, si lecca il labbro inferiore, «mi ha preso in giro» sussurro, «ti ha detto che lo scopata vero?» lo guardo dritto nelle iridi verdi/azzurre, «si» lui si avvicina a me, mi prende il viso tra le mani, «non la toccherei, sai perché? Perché non riesco a toccare un altra che non sia tu, io voglio e desidero solo te Emery» lo ribacio, mi riprende in braccio facendomi sedere in un tavolino, bacia il mio collo, gemo sommessamente, mi toglie la maglietta gettandola a terra, bacia il mio petto, sposta il reggiseno e prende nelle sue labbra il mio capezzolo, butto la testa indietro per il forte piacere che mi sta procurando, mi toglie il reggiseno definitivamente, si ributta nelle mie labbra, amo sentire il mio petto nudo contro il suo, mi stacco dalle sue labbra sbottonandogli i jeans, lui osserva ogni movimento con un ghigno e con gli occhi pieni di lussuria, se li abbassa, mi tolgo anche i miei jeans, lui mi strappa gli slip di dosso e questa cosa non fa altro che farmi bagnare ancora di più, lui mi bacia sempre con più insistenza, si abbassa i box e si mette un preservativo, in pochi secondi é dentro di me, gemo senza contenermi, lui mi stringe le cosce spingendo sempre più in fondo facendomi sussultare come una indemoniata, mi bacia il collo succhiandolo avidamente, sento che sono al culmine, lui ringhia contro il mio collo, gemo sempre più forte, lui aumenta le spinte, «st... Sto... Per... Venire» gemo forte, in pochi minuti vengo urlando dal piacere, lui spinge ancora e subito dopo viene anche lui trattenendo un gemito potente, si ferma appoggiando la sua fronte alla mia, siamo sudati, respiro con fatica, «ricominciamo?» sorrido, «ricominciamo».
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𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛
ChickLitEmery Holt, una ragazza povera proveniente da Barranquilla, per far vivere la sua famiglia parte per los Angeles, ma chi l'avrebbe mai detto che un volo non programmato, potesse stravolgere completamente la sua vita, tutto é partito da lì, da un...