Una villa, non grande come quella al centro di Los Angeles ma perfetta, la esamino nonostante il buio, scendo dall'auto chiudendo la portiera, guardo dietro di me, i ragazzi sono dietro di me come delle guardie del corpo, «non statemi cosi incollati, non penso ci sia pericolo» «mai dire mai» guardo Jeff in un brutto modo, lui mi fa l'occhiolino, «portala dentro» Demon fa segnali a Jeff, lui si mette vicino a me, mi prende per il polso e mi trascina all'interno del vialetto circondato dai muri e dai fili spinati, entriamo dentro, mi molla e chiude la porta, «sono stanca di essere trascinata, so camminare» Jeff non spiccica parola, «non hai ancora capito che sei in pericolo, se ce qualcuno lì fuori, faranno un altro attentato per averti» abbasso lo sguardo, «in ogni caso, é meglio che tu resti chiusa qui dentro, saresti più al sicuro » alzo la testa riguardandolo nelle iridi azzurre, «cosa vuoi farmi capire? Vuoi che stia chiuso 24 ore su 24 in queste quattro mura, solo per salvarmi il culo? Nella mia vita ho affrontato di peggio, non permetterò che 4 mocciosi che amano far casino con pistole a giocattolo si permettino di farmi vivere con la paura di morire, sono al sicuro se accanto a me ce Demon, quindi non mi impedirete di uscire, né di continuare a vivere la mia vita» lui mi guarda divertito, «hai un bel caratterino, va bene, parlerai di questo con Demon» metto le braccia incrociate al petto, «io non devo chiedere il permesso a nessuno, faccio quello che voglio» lui sospira incazzato per la mia continua presunzione, «sei insopportabile, ma mi piace che sai tenere testa a chiunque » gli sorrido inviperita, veniamo interrotti dall'entrare di Demon, «di cosa parlavate voi due?» «di nulla » la mia risposta é secca, «buona fortuna fratello» gli da una leggera pacca sulla spalla ed esce dall'entrata che divide l'interno della casa con il vialetto, «non credere che ti abbia perdonato, perché non é cosi Demon, se sono venuta qui oggi, é stato solo perché sono stata costretta» lui mi guarda attentamente, «allora perché sei corsa tra le mie braccia se dici di avercela con me?» ghigna, «non lo so, ma é stato uno sbaglio che non ripeterò una 2° volta» lui si avvicina a me, resto ferma, mi accarezza una guancia, «come dovrei farmi perdonare mmh?» abbassa il suo volto andando dritto nel mio collo, lo bacia delicatamente, per quanto possa essere piacevole lo spingo, «non sarà facile, non capisci la gravità del tuo gesto, ed é la cosa che mi fa più male, perché pensi che io sia il tuo giocattolo pronto ad ogni evenienza, ma non é cosi, e sembra che tu non lo capisca» «non sei il mio giocattolo, ho già ammesso che ho sbagliato, non ti chiederò scusa, non l'ho mai detto, e mai lo dirò, puoi essere incazzata quanto vuoi, ma so, che basta una nottata per farti passare tutto» mi alza il volto bruscamente, «ti sbagli, non questa volta, ho già sbagliato tantissime volte, non succederà di nuovo» lui resta fermo, «né sei sicura?» «al 101%» lui si allontana da me, « stai decidendo questo, non si torna indietro » «non si torna indietro, fai quello che ti riesce bene, prendere in giro le persone, manipolarle, non ti rendi conto di quello che sei, né di quello che fai, so metà del tuo passato, ma non so come tu possa essere diventato cosi» il suo sguardo diventa duro, i suoi occhi non danno segno di nessuna emozione, «tu non sai nulla di me» il suo tono è freddo, mi da le spalle e va verso la finestra aprendo la tenda per osservare meglio fuori, forse ho esagerato, «buona notte» il mio tono é glaciale, guardo le scale e le salgo, ma al primo gradino vengo fermata dalla sua voce, «cosa sai? » mi volta ancora le spalle, «abbastanza da poter parlare» si irrigidisce, «voglio sapere cosa sai» resto zitta, «Demon ho sonno, buona notte» «ho detto cosa sai»la sua voce é aggressiva, «Demon...» lui si gira verso la mia direzione, cammino veloce, il mio cuore batte veloce, provo a non agitarmi, «voglio un cazzo di risposta!! » mi urla in viso, provo a trattenere le lacrime, «i.. io... » il suo sguardo é glaciale, provo a salire le scale ma lui afferra il mio polso, lo stringe forte, «Demon mi fai male» «non me ne fotte nulla, voglio una risposta, ora!! » urla ancora, é fuori di sé, non gli rispondo stringe di più il polso, gemo dal dolore, «mi fai male!» lui ignora le mie suppliche, stringe finché non urlo dal dolore, provo a liberarmi, ma la sua stretta é potente, la mano cambia colore, lui mi lascia il polso e mi prende il braccio mi fa scendere le scale e con forza mi spinge sul divano, respiro affannosamente, le lacrime escono senza poterle comandare, lui si toglie la cintura, mille brividi fanno spazio nel mio corpo, tremo, solo quando abbassa la cerniera dei jeans vado in panico, mi alzo dal divano e provo a scappare, ma lui mi prende per il bacino, «no, no, lasciami... Demon no!!! » le mie urla sono disperate, lui mi ributta nel divano e ghigna, piango disperata, metto le mani davanti al mio viso e piango senza sosta, singhiozzo, non sento nulla, «sono un mostro... » sento i suoi passi avvicinarsi a me, si inginocchia, «ti prego guardami» non lo ascolto, continuo a piangere, i ricordi di mio nonno mentre mi toccava mi ritorna in mente, mi alzo di scatto, corro verso la porta la apro e corro, corro lontano da ciò che mi spaventa, sorpasso il cancello con lo sguardo interrogativo dei ragazzi addosso a me, corro in mezzo alla strada, i ricordi delle sue violenze mi tornano in mente, singhiozzo sempre più forte, un attacco di panico, il mio respiro si blocca, mi appoggio a un muro di una villa per riprendermi, e come se avessi un macigno nel petto, i ricordi tornano tutti in testa, il respiro continua a bloccarsi sempre di più, tremo, piango, mi stringo i capelli, qualcuno mi tocca la spalla, «no!! » urlo, «Emy, Emy cazzo sono io!! » non mi fermo, respiro sempre con più fatica, mi accascio a terra, lui si abbassa terrorizzato per quello che sta accendendo, «é un attacco di panico, Jeff porta un inalatore, muoviti!!! » il ragazzo corre, la mia vista si offusca sempre di più, il respiro mi abbandona insieme ai miei polmoni, riprendo a respirare, lo guardo ha un inalatore in mano e lo sguardo speranzoso, mi alzo allontanandomi da lui,«non ti faccio nulla» «ho avuto un altro tipo di conferma, stammi lontano » lui resta fermo, cerca di avvicinarsi, «stammi lontano!! » le mie urla sono disperate, Jeff ci guarda titubante, guarda il fratello rivolgendogli uno sguardo mortificato, le gambe cedono e cado a terra esausta, Jeff si avvicina a me mi prende a mo di sposa, appoggio la testa nel suo petto, «la porto a casa» non spiccico parola, lui cammina, ho la testa poggiata nel suo petto ben scolpito, «so che é successo qualcosa di grave, ti porto di nuovo a casa, ti prego solo di non odiarmi » «perché dovrei odiarti? » la mi voce é debole, «perché posso capiti più di chiunque altro, so che non vuoi tornare lì dentro, ma io ti ci sto riportando, non ti succederà più nulla, proverò a diffenderti io da Demon» «perché lo fai?» lui continua a tenermi stretta mentre cammina dritto, «perché non meriti di soffrire, e so quanto possa essere meschino mio fratello, sto cercando di non farti rovinare da lui» resto in silenzio, entra nel cancello sotto lo sguardo degli altri ragazzi, apre con la gamba la porta d'ingresso, la richiude, va verso le scale e le sale, non osservo più cosa fa, chiudo gli occhi, e stanca mi addormento.
STAI LEGGENDO
𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛
ChickLitEmery Holt, una ragazza povera proveniente da Barranquilla, per far vivere la sua famiglia parte per los Angeles, ma chi l'avrebbe mai detto che un volo non programmato, potesse stravolgere completamente la sua vita, tutto é partito da lì, da un...