Forty Five

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《Allora, cosa?! Mi sto incazzando》 respiro profondamente, 《ho visto una ragazza, bionda》 lui corruccia la fronte, sa cosa sta pensando, che sono una cretina, non lo lascio parlare, 《somigliava molto a Veronica, so che lei è morta, lo uccisa io, e....e...ed era morta, ma gli somigliava molto, ed era con un ragazzo identico a Roger, io penso fosse lui》Demon comincia a fare avanti e indietro per la stanza, resto seduta nel letto, con lo sguardo fisso in lui, e le unghie conficcate nel palmo della mano. Se fosse realmente lei, sarebbe un casino, non oso immaginare quanti morti ci sarebbero,  《devo andare alla reception》 corruccio la fronte, 《vuoi chiedere se alloggiano qui? Non te lo direbbero mai, è questione di privacy》 lui mi fissa silenzioso, 《la receptionist è femmina, avete un animo corruttibile voi donne》 la rabbia comincia a farsi spazio dentro di me, 《cosa avresti intenzione di fare?》lui ghigna ed esce fuori dalla camera, lo seguo prendendo la tessera che fa da chiave per la porta, mi ritrovo nel corridoio circondata da un miliardo di porte dello stesso colore, vedo l'ascensore in lontananza, cammino velocemente fino a raggiungerlo, clicco il bottone di chiamata ed esso risale i piani fino al mio, le porte si aprono, per fortuna mia, non c'è nessun individuo non desiderato all'interno, entro e clicco il bottone 0 per arrivare dritta alla reception dell'hotel, scendo i piani tranquillamente, fino ad arrivare al piano desiderato da me, vedo Demon parlare con la receptionist, lei gli sorride, lui gli fa un sorriso forzato, tipico di lui, continuano a parlare e lui gli fa l'occhiolino allontanandosi dal bancone, mi viene incontro, se potessi, il mio sguardo avrebbe già ucciso quella gallina seduta dietro quel bancone, 《spero che tu ci sia riuscito, dopo questa patetica messinscena》 mi metto le mani sui fianchi innervosita, lui ghigna 《ottengo sempre ciò che voglio, è meglio parlarne in ascensore, i muri hanno orecchie e occhi qui》annuisco cliccando di nuovo il pulsante di chiamata, lui guarda fisso l'ascensore, esso si apre, è vuoto, entriamo e clicchiamo il bottone 3, aspettiamo che si chiudono le porte, 《ti ho mai detto che ho sempre voluto fare sesso sull'ascensore di un hotel?》lo guardo male, lui ride, diventa serio di botto, 《non hai visto male, sono Roger e Veronica》 il mio cuore si blocca, come l'aria nei polmoni, 《come fai con certezza a sapere che sono realmente loro?》lui punta il suo sguardo su di me, 《quella segretaria è talmente corruttibile che mi ha mostrato anche i documenti lasciati da loro alla reception》 comincio a sbattere energeticamente i miei occhi, come un tic, 《non hanno documenti falsificati?》lui nega con la testa, arriviamo e l'ascensore si apre, usciamo velocemente, ci guardiamo intorno,  e continuiamo a camminare, arriviamo alla nostra porta e striscio la carta per farla aprire, entriamo dentro e chiudo la porta, riposo la carta nella mensola in alto e vado dritta verso Demon, 《pensi ci stessero seguendo?》lui continua a pensare, 《no, se lo avessero fatto, ora saremo a puntarci le pistole in testa》 mi siedo addosso a lui, 《dobbiamo andarcene...》 non mi fa finire, 《sono loro quelli che dovrebbero scappare, non io, restiamo, ma facciamo cautela, esci da qui dentro solo con me, è troppo pericoloso per te, e come se fossi nella gabbia dei leoni, attendono di sbranarti》 annuisco, 《so anche in quale alloggiano, stanno al 5° piano nella 780, dove stanno i pezzi grossi》《come fai a sapere che in quel piano ci stanno gente importante》 lui ghigna, 《prima di scegliere questo hotel, mi sono documentato molto, comunque, sono i colombiani, i pezzi grossi, mafia, se lui è lì sopra, vuol dire che sta stringendo accordi con loro, e devo scoprire quali accordi》 mi alzo di scatto, 《se vuoi farti uccidere dillo chiaramente, non puoi farlo solo, e qui, ci sono anch'io, posso darti una mano》《scordatelo》, serra la mascella, 《no, è una cosa che riguarda anche me, sono la tua ragazza, e non ti lascio solo ad affrontare queste cose, sai che posso farcela》 gli spunta la solita vena sul collo, segno che è innervosito, 《vuoi farlo? Va bene, ma devi stare attenta, dobbiamo stare attenti, rischiamo grosso》 annuisco, lui si alza e prende il telefono dalla tasca, chiama qualcuno e comincia a parlare, prendo il mio telefono e chiamo Christina, non risponde, e quando mai, lo metto sopra il tavolo, guardo l'orologio e sono le 2 del pomeriggio, è ora di pranzo, il mio stomaco brontola, il mio telefono squilla, rispondo senza controllare, 《pronto?》, 《pronto, Emery, sono Ramon, mamma ha chiesto se venissi a pranzo da noi, papà non c'è,  quindi era una buona occasione per conoscere meglio il tuo ragazzo, e magari, di ripartire meglio di stamattina》 resto in silenzio, 《ti richiamo io per farti sapere》 stacco senza aspettare la sua risposta,  Demon e seduto nel letto intento a parlare, vado da lui, mi guarda e poi stacca il telefono, 《con chi parlavi?》lui fissa il cellulare, 《Jeff》, mi avvicino a lui  gli prendo il telefono mettendolo nel comodino, gli sposto le braccia e mi metto a cavalcioni su di lui,  gli prendo il volto con le mani e lo bacio sulle labbra,  lui mette le mani sul mio sedere palpandolo, il bacio diventa più passionale, mi struscio su di lui, sento la sua erezione premere contro la mia intimità,  mi sfugge un gemito, 《mi ha chiamato mio fratello》 continuiamo a baciarci, 《mi ha chiesto di andare a pranzo lì, ci...andiamo?》lui mi bacia il collo, non risponde, sta pensando, lo so, mi stacco, il suo colore degli occhi è cambiato, adesso è di un blu scuro, 《preferivo rimanere qui》 mi prende il labbro tra i denti stringendolo, gemo, lo lascia, 《allora gli dico di no?》lui mi fissa negli occhi, 《digli di si, ci vado solo per te》 gli sorrido baciandolo, 《e poi siamo noi donne quelle corruttibili》gli strizzo l'occhio andando in cucina a prendere il telefono sul tavolo, lo prendo e gli chiamo, 《Pronto?》 non è la voce di qualcuno che conosco, 《chi saresti?》gli domando sconcertata, non risponde più, 《pronto?》 Controllo il numero, è sempre quello, non ho sbagliato io, non era la voce di mio padre, era un uomo però, 《Emery tesoro, verrai?》, rimango sconcertata, 《chi era mamma?》lei rimane in silenzio, 《ti aspetto allora》 riaggancia senza neanche farmi controbattere, metto il telefono nella tasca dei miei pantaloncini, rimango lì immobile a pensare, chi era quell'uomo? Aveva una voce familiare, 《Emery?》guardo Demon spaesata, 《è successo qualcosa?》non può sapere tutto, non voglio che abbia un pregiudizio verso mia madre, 《no niente, mi ha stupito la felicità di mia madre quando gli ho detto che ci saremo andati》fingo un sorriso, sono brava in questo, lui annuisce e mi da un bacio andandosene in bagno, sospiro, mia madre avrà molto da spiegarmi.

𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora