Quell'immagine mi passava e ripassava centinaia di volte davanti ai miei occhi, sentivo il cuore sgretolarsi, gli occhi inumidirsi, le mani sospese in aria e la lingua seccarsi, sento che tutto intorno a me gira, tutto é appannato, le figure, gli oggetti, sono sfocati e senza forma, voglio urlare, ma la voce non esce, voglio andare li, ma non ne ho il coraggio, continuo a guardare le labbra di quella ragazza attaccate alle sue, lui non la respinge, anzi, la stringe a sé, faccio dei passi indietro finché non sbatto contro un corpo caldo, «Emy che succede?» il volto di Jeff é appannato a causa dei miei occhi pieni di lacrime, «lui...ragazza...n..non..» mi supera stando attento a non darmi una spallata, il suo volto sbianca non appena vede la stessa scena che ho guardato io silenziosamente mentre il cuore si sgretolava, «che cazzo fai?!!» gli va in contro, ma é troppo tardi, ormai sono entrata dentro correndo le scale di corsa, non sento e non vedo nulla, inciampo nei gradini sbattendo varie volte le ginocchia, ma non m'importa, non più, corro verso la stanza da letto, le lenzuola sono tutte sfatte e ancora ce il nostro odore nell'area, vado nella cabina armadio, prendo il mio vecchio borsone enorme e comincio a mettere tutto ciò che mi appartiene, i vestiti, le scarpe, i trucchi, tutto, io in questa cazzo di casa non ci resto, non dopo questa, mi sta distruggendo pian piano, e io gli e lo sto permettendo, mi asciugo le lacrime, chiudo il borsone e me lo metto sulla spalla, esco dalla cabina armadio e guardo un ultima volta la nostra camera, trattengo a fatica le lacrime, respiro lentamente ed esco dalla camera velocemente, attraverso il corridoio in fretta, corro per le scale e senza ascoltare nessuno corro verso l'uscita, spero che il cancello sia aperto, o sarà la mia rovina, corro per il vialetto cercando di sbrigarmi, arrivo davanti al cancello cercando di aprirlo, ma con scarsi risultati, guardo dove posso trovare una via d'uscita, e l'unica é saltare dal cancello, sospiro rumorosamente, prendo il borsone e con tutta la forza che ho lo lancio fuori dal cancello, mi volto indietro non é ancora venuto nessuno a cercarmi, volevo lui, volevo che venisse a riprendermi, che piangesse per la disperazione, ma questi sono altri tipi di uomini, lui é Demon Mitchell, non si abbassa a nessuno, guardo il cancello e presa da una scarica di adrenalina mi arrampico facendo attenzione a non tagliarmi, supero le punte appuntite che si trovano in alto al cancello finché non vedo qualcuno correre per il vialetto, presa dal panico salto cadendo a terra, mi graffio le gambe, prendo il borsone e senza voltarmi indietro comincio a correre più veloce che posso, i polmoni bruciano, le gambe stancano e gli occhi sono stanchi di tenere le lacrime, voglio solo piangere senza fermarmi, «Emery!!» mi blocco a sentire la voce di Jeff, mi giro, lui si ferma guardandomi, butto il borsone a terra e scoppio a piangere, lui si avvicina velocemente e senza rendermene conto mi stringe a sé, «perché l'ha fatto» sussurro mentre sono appoggiata nel suo collo, «Emery é fatto, l'ho guardato negli occhi, ha le pupille dilatate, effetto della cocaina, non é in sé, ti prego torna a casa, domani ne parli con lui e...» «io lì dentro non ci metto più piede, quello stronzo fatto o no, ha baciato un altra, non voglio vederlo per ora, ti prego Jeff, portami da qualche parte» lui esita un pò e gira lo sguardo dall'altra parte della strada, «ti prego, se torno lì dentro starò ancora più male, ho bisogno di stargli lontano almeno per un pò» lui sospira rassegnato e poi annuisce, «va bene, ti porto dove abitavo io, andiamo» gli sorrido, prendo il borsone, me lo rimetto in spalla e lo seguo silenziosamente. «Perfetto, la casa non é enorme ma é comoda, fai come se fossi a casa tua, ce qualsiasi cosa, le dispense sono piene, non manca nulla se hai bisogno chiam...» «non ho un telefono, ma stai tranquillo, starò bene qui» lui annuisce e mi sorride, mi lascia le chiavi nel tavolo di legno e si dirige verso la porta, la apre e si blocca girandosi verso di me, «per favore sta attenta, verrò domani mattina a controllare come stai» annuisco, lui mi sorride si gira e fa un passo, ma lo blocco, «Jeff» lui si gira, «grazie per esserci sempre per me» lui mi sorride dolcemente, «lo faccio solo perché sei una bella ragazza» io rido, «buonanotte stronzo» lui ride, «notte bella bimba» chiude la porta uscendo definitivamente da quella che sarà per chissà quanto la mia casa, sospiro, mi appoggio al tavolo e guardo l'enorme schermo piatto che ce nel salone, la casa é ben accessoriata, ma ora guardare la casa é il mio ultimo pensiero, penso a lui, a quella ragazza, a questa serata di merda e a oggi pomeriggio quando esistevamo solo io e lui, ce uno specchio appoggiato al muro vicino alla porta d'ingresso, mi avvicino ad esso e mi guardo, il collo é pieno dei suoi segni, li tocco uno ad uno e una lacrima solca il mio viso, mi allontano velocemente dallo specchio, prendo il borsone e salgo le scale di legno lucido, accendo le luci e apro una porta a caso, trovo una stanza con un letto matrimoniale, entro lentamente l'odore di pulito invade le mie narici e mi rilasso, butto a terra per la milionesima volta il borsone e inizio a girare per tutta la stanza, non ce il bagno interno, né la cabina armadio, ci sono gli armadi normali, adoro questa stanza, ce un balconcino, apro la porta per far entrare area, ho bisogno di una sigaretta, per fortuna avevo il mio pacchetto di sigarette, e per fortuna ho pensato di metterlo dentro il borsone, mi abbasso e prendo dal pacchetto una sigaretta e l'accendino, l'accendo dentro la stanza e comincio a fumare, lui é un pensiero fisso, mi tormenta i pensieri, e da adesso, mi tormenterà anche i sogni, vorrei che le cose fossero andate diversamente, vorrei essere ora sdraiata nel letto con lui affianco a me mentre mi abbraccia, e invece mi ritrovo da sola in una casa non mia mentre fumo e penso a lui, faccio un ultimo tiro e la butto dentro una pianta fuori nel balconcino, rientro e chiudo la porta, mi metto nel letto, guardo il soffitto, chiudo gli occhi e respiro lentamente, mi addormento pensando a lui.
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𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛
ChickLitEmery Holt, una ragazza povera proveniente da Barranquilla, per far vivere la sua famiglia parte per los Angeles, ma chi l'avrebbe mai detto che un volo non programmato, potesse stravolgere completamente la sua vita, tutto é partito da lì, da un...