Forty One

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Pov's Demon

Una normale serata, una di quelle dove mi ritrovo i miei unici veri amici seduti sul mio divano mentre fumano e parlano delle ultime troie scopate, li guardo in silenzio, non so a cosa penso di preciso, ho una strana sensazione, una di quelle brutte che non si tolgono neanche fumandosi una dozzina di spinelli, «amico a cosa pensi, cazzo ultimamente sei più serio della morte» Rick ride, gli sorrido muovendo in senso negativo la testa, «nulla, a cosa dovrei pensare? » «non so, una scopata? Una mignotta? Dell'erba? Parla amico non mi sembri neanche il Demon Mitchell di sempre cazzo» lo guardo fisso, «hai sentito Jeff?» lui inspira il fumo della sigaretta immischiata all'erba e mi guarda, «no, non lo sento da oggi pomeriggio, di solito scassa il cazzo ad ogni ora, ma oggi...cazzo aspetta che gli chiamo» rido, prendo una sigaretta e la porto alle labbra, l'accendo e aspiro, guardo il film in televisione, «non mi risponde, starà dormendo» si siede nella poltrona buttandosi a peso morto, resto in silenzio, «ti sta squillando il telefono» rispondo senza guardare, «pronto» delle urla mi fanno irrigidire, quella voce...cazzo...«chi cazzo sei!» lo sconosciuto parla mentre ascolto ciò che mi dice, «devi lasciarle stare figlio di puttana non centrano con i nostri affari!»  lui ride e parla in messicano,  la mia pazienza va a farsi fottere, «appena le tocchi, uccido te, e tutti quei coglioni che ti seguono, sto arrivando» gli stacco il telefono in faccia, «che succede?» guardo il mio amico, «devi rintracciarmi da dove cazzo é fatta questa chiamata».

Pov's Emery

É tutto buio, ci sono solo poche luci, so di essere dentro un capannone, fa freddo e non vedo Christina da nessuna parte qui dentro. Provo a slacciarmi le mani ma sono legate troppo strettamente, non posso urlare, sono imbavagliata, comincio a sudare, sento dei rumori, la paura si fa spazio dentro di me, comincio a muovermi freneticamente, devo liberarmi, «Se continui cosi, ti farai male » urlo per la paura,  «fai bene ad avere paura piccola» un ragazzo si presenta davanti a me, mi sembra di averlo già visto, «non mi riconosci? Magari il nome Veronica ti farà ricordare qualcosa» cazzo....provo a restare calma, comincio a muovere velocemente le mani, devo liberarmi sul serio, lui mi toglie il fazzoletto di stoffa dalla bocca e me lo appoggia sulle gambe, «so che sei stata tu a ucciderla, ma la mia vendetta nei tuoi confronti non sarà fare la sua stessa fine, sarebbe troppo facile, ti torturerò e poi ucciderò tutto ciò che hai di più caro, inizierò con la tua famiglia in Colombia o forse...inizierò da Christina » «no! Fammi quello che vuoi, ma non toccare la mia famiglia o Christina, non centra nessuno, sono io la responsabile della morte di Veronica» lui ghigna, «tempo a tempo, nel frattempo mi diverto» si avvicina a me, trattengo le lacrime, «non si tocca, sta arrivando Mitchell» lui si blocca e solo a sentir nominare il suo cognome  ho un brivido, «hai detto che avrei avuto la mia vendetta » un uomo si presenta davanti a noi, «io sono in affari con Mitchell, il padre é scomparso, e deve pagare lui i debiti, se lui non paga, la chica é tutta tua» é spagnolo, ricordo che Demon ha parlato di messicani e soldi, ma non capisco cosa centro io o Christina, «e la mia vendetta?» «tu lavori per me, io detto le leggi amigo» ha un espressione minacciosa, «dov'è la mia amica?»  loro si girano verso di me, il messicano mi si avvicina con passi lenti fino a inginocchiarsi di fronte a me, «tu sei diversa da lei, non hai paura, sei sicura che ne uscirai sana da tutta questa storia, lei ha disobbedito ed è stata punita, ma tranquilla, tu non sarai sfiorata minimamente, tanta bellezza non va sprecata e macchiata» «non me ne faccio nulla delle tue parole da spasimante per bene,  io voglio sapere cosa avete fatto a lei» lui ghigna, «mi piaci chica» si alza lentamente e ordina di accendere tutte le luci, chiudo gli occhi di scatto, devo abituarmi di nuovo alla luce, vedo tavoli vuoti, pistole, scatoli pieni di buste bianche, e una sedia non tanto distante da me, ce seduta Christina, ha il labbro spaccato ed é silenziosa, la guardo, ma lei é assente con lo sguardo,«cosa gli avete fatto! » l'uomo mi guarda semplicemente, «tranquillante» mi schiaccia l'occhio, respiro profondamente, Demon dove sei finito.

Pov's Demon

Posteggio l'auto di fronte al capannone che da la vista sul porto di Los Angeles, tolgo le chiavi e respiro profondamente, prendo la pistola, il coltellino tascabile e scendo dall'auto chiudendola, guardo il mare, é di un blu scuro e terribilmente agitato, cammino verso il portone arrugginito e lo apro con forza, le luci sono accese e i messicani sono tutti di fronte a me, entro e richiudo  il cancello, dal centro esce lui, quel figlio di puttana di un messicano, «Demon Mitchell, sei venuto mio amigo» trattengo la voglia di soffocarlo,«non c'era bisogno di portarsi l'intera squadra dietro, dovevamo solo parlare e tu dovevi solo tornarmi ciò che mi appartiene» lui ghigna, «posso fidarmi?» io respiro a pieni polmoni, «ciecamente, non sono come mio padre, mantengo sempre la parola data» lui si guarda intorno e fa un cenno verso l'uscita ai suoi uomini, loro escono uno ad uno guardandomi con aria di sfida, guardo le due sedie dietro di lui, Emery si muove con forza cercando di dirmi qualcosa, Christina mi guarda piangendo, «non le hai toccate vero?» lui le guarda, «la ragazza dai capelli neri non ha saputo comportarsi» stringo i pugni, «sai le regole, chi disobbedisce viene punito» annuisco, «hai portato ciò che serviva?» estraggo dalla tasca interna del mio giubbotto di pelle una mazzetta di soldi, gli e li lancio e lui li prende a volo, li conta velocemente, «non sei come tuo padre, ti fa onore, ma ce un problema, devi sceglierne una, l'altra ha un prezzo»  stringo i pugni, «non sono puttane da trafficare, dimmi quanto vuoi per chi hai scelto di vendermi» si avvicina ad Emery, gli si mette dietro, gli accarezza una guancia e la libera dal bavaglio, gli accarezza il collo, «lei é la mia preferita, é un peccato venderla, averla tutta per sé sarà fantastico » stringo i pugni respirando con forza, faccio un passo avanti e lui ghigna, «un passo falso e la vendo a lui» da un lato buio spunta una faccia troppo conosciuta, figlio di puttana, «sorpreso Demon?» dilato le narici, «facciamola finita, il prezzo» lui ghigna, «lei non ha prezzo, é rara, ma un accordo é possibile, diventa mio socio, gran parte dei tuoi traffici passali a me, e lei, é tua di nuovo» Emery mima "no" con le labbra, «e cosa ci guadagnamo? Sei proprio inesperto messicano del cazzo, non sei furbo per nulla» lui diventa serio, «sono furbo, intelligente, cosa ci guadagno IO, vorrai dire, ci guadagno più traffici in tutta l'America, più richiesta, più imbarcazioni, più soldi e rispetto da vendere» ghigno, «se non sapessi chi tu fossi, direi che vorresti prendere il mio posto Rodriguez » lui ride, «ora ci capiamo» mi lecco il labbro inferiore, «no, puoi tenertela, non vale nulla, é una cameriera che lavora per me e mio fratello, ti hanno informato male mi sa» Emery mi guarda capendo, «dice la verità?» guarda Emery, «si, io lavoro da 4 mesi in casa Mitchell, sono colombiana, e non hablo mucho bien vosotros língua», lui la guarda, «se mentite vi uccido» io lo guardo con sfida, «non é da uomini mentire» incrocio le dita dietro, «allora il prezzo é 14 mila dollari» ghigno, estraggo un altra mazzetta e gli e la butto a terra, mai fidarsi di un messicano, scioglie Christina che corre verso di me abbracciandomi e piangendo disperata, libera Emery ma lei resta ferma nella sedia, seduta, si alza lentamente, qualcuno la prende dal polso con forza stringendola a sé, «lei non se ne va, io lavoro per te, ma questa é vendetta personale capo» lei resta ferma strizzando gli occhi, «lasciala o ti ammazzo» lui ride, «non mi fai paura Demon, la rabbia che ho dentro é più forte della paura o del rimorso» lui la libera e gli da un coltello, «ti ammazzi tu, o ti ammazzo io?» lei guarda il coltello, lo punta alla pancia e con lentezza lo entra in lei, lui guarda soddisfatto, prendo la pistola ma prima di puntargliela cade a terra con un coltello trafitto nel petto, Emery lo guarda silenziosamente,  si guarda la ferita sul ventre cercando di bloccare il sangue, «ce ne occupiamo noi» il messicano guarda Emery con ammirazione, lei annuisce, si avvicina lentamente a me, deve trattenersi, dobbiamo ancora fingere di fronte a Rodriguez, «é stato un piacere fare affari con te Mitchell» gli volto le spalle aprendo il cancello, Christina ed Emery camminano mano nella mano, guardo gli uomini del coglione e abbassano lo sguardo uno ad uno, apro l'auto e aiuto Emery a distendersi nei sedili posteriori, «andiamo in ospedale» lei si alza bruscamente causandosi dolore e facendo uscire di più sangue dalla ferite profonda, «no, se andiamo in ospedale, chiederanno spiegazioni, ti conoscono tutti, sanno chi sei, chiamerebbero la polizia e finiresti nei guai, so darmi dei punti da sola, voglio solo andare a casa» «va bene», si sdraia di nuovo e chiudo lo sportello, chiamo  il mio amico e chiedo se ha sentito Jeff, dice che era la con loro, chiudo la telefonata e mi metto al posto di guida, cazzo l'abbiamo scampata anche questa.

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