Negozi, new York é piena di negozi di famose marche, piena di attrazioni per i turisti, piena di ragazzi che si divertono al parco principale della città, e piena di prostitute messe ad ogni angolo della città, mi chiedo come facciano a fare questo tipo di lavoro, ci vuole coraggio, non per la vergogna, ma per la forza di farlo, andare con chiunque non é facile, e farsi una brutta reputazione é orribile, non si può più togliere poi, lo so, mia madre ha la reputazione di puttana del paese, vuoi spassartela? Vai da Eliza Hermosa, si, queste erano le voci e le risposte degli uomini lì, mia madre non lo faceva perché gli piaceva farsi toccare e desiderare da migliaia di uomini, lo faceva per far mangiare i suoi figli, queste ragazze, potrebbero essere messe lì per soldi, per bisogno, chi meglio di me li può capire, «Emery ci sei?» mi riprendo dai miei pensieri rivolgendo la mia completa attenzione a Christina, dovevo uscire con Demon, ma all'ultimo minuto ha avuto una chiamata di lavoro urgente, «perché siamo qui? Io ho bisogno di mangiare, sto morendo di fame» Christina ride, «vedi quel negozietto lì? » guardo verso la sua indicazione, «si?» «é un ristorante, andiamo a mangiare e poi compriamo un paio di cose, domani partiamo per la California e tu, non puoi mica andarci con i vestiti che hai» «perché no? Sono ancora tutti nuovi, ho fatto da poco il guardaroba nuovo per intero» lei mi sorride, «non é mai abbastanza, insomma Emy, siamo ricche, i soldi non mancano, possiamo permetterci di comprare persino un abito firmato Armani con il prezzo di 3.000 dollari» corruccio la fronte, «é uno spreco» «io l'ho comprato una volta un vestito con quel prezzo, e ancora nel fondo del mio armandio, l'ho comprato per un capriccio personale» rido scuotendo la testa, «siamo arrivate, prego signorina Mitchell» alzo gli occhi al cielo, entro dentro il locale, é molto lussuoso, fin troppo, una ragazza ben vestita viene verso di noi, «voi siete? Avete una prenotazione? Senza non si può entrare» «sono la signorina Thun» la ragazza controlla nel tablet, «nessuna ordinazione mi spiace vi pregherei di usc...» «sono la signora Mitchell» sputo fuori all'improvviso, la ragazza impallidisce, «oh...scusatemi, prego avanti, scusate la mia maleducazione, ce un tavolo libero laggiù, prego» la oltrepasso non capendo il suo improvviso impallidamento e la sua improvvisa gentilezza, vado verso il tavolo libero, mi siedo, Christina fa lo stesso, «Chris cosa diamine é successo» lei sorride, «te l'ho detto, Demon é la sua famiglia , sono molto conosciuti e rispettati a New York come in altre città e provincie, sanno chi é, e sanno chi sei tu, le voci circolano» mi guardo intorno notando che alcune persone mi osservano, mi rigiro verso di lei, «é inquietante questa situazione, molto, molto inquietante, mi osservano quasi tutti qui dentro, andrà avanti così per tanto?» «sta tranquilla, mangia e comportati normalmente, ti ci abituerai con il tempo» annuisco, «so che il mio ragazzo mi ha tradita quando io non ero in casa vostra» inghiotto con fatica, «come...come lo sai?» «le telecamere dentro la casa non mentono» annuisco guardando il menù, «allora perché stai con lui se sai che ti ha tradita?» lei abbassa lo sguardo, «Emy, sono la figlia del fratello del padre di Demon, quindi sai per certo che mio padre é un mafioso, vuole allargare il suo territorio, non gli basta solo Manhattan, vuole allargarsi, il padre del mio ragazzo, comanda Miami insieme a Demon, mio padre vuole unirsi a loro, così per evitare guerre tra clan e per allargarsi, mi ha unita in matrimonio con il mio ragazzo, e tra un paio di mesi ci sarà il matrimonio, non vogliono più aspettare, gli ho detto che non sono pronta, ma non sente ragione, dice che lo fa per me, per non farmi capitare in mani sbagliate, ma non sa che sono già in mane sbagliate, non voglio passare la vita a condividere mio marito con altre» non so cosa rispondere, «non ce bisogno che tu dica niente, sono sicura di averti già scioccata abbastanza con il mio racconto» annuisco, la cameriera viene e noi prendiamo le nostre ordinazioni, «stasera ce una festa in una villa di una ragazza che conosco dai tempi del liceo, vieni con me?» ripenso alla sera in cui sono uscita con lei e ho fatto il bagno nuda mentre ero ubriaca marcia, «si, verrò con te» lei mi sorride, adesso il problema più grave e come dirlo a Demon. «Siamo a casa» inutile dire che ho le mani pieni di sacchetti, tutta colpa di Christina, «la mia bambolina é tornata » il suo ragazzo si avvicina a lei, gli da una pacca sul sedere e la bacia, Demon é seduto nel divano insieme agli altri ragazzi, «ciao» saluto tutti e salgo le scale di corsa, mi sento in imbarazzo, poso le buste dentro la mia camera, le svuoto una ad una mettendo i vestiti a lavare dentro la lavatrice, guardo l'ultimo sacchetto, victoria sicret, chi me la fatto fare, esco il completo intimo dalla busta, non é il mio genere, io non metto mutandine cosi sgambate e soprattutto trasparenti con dei fili che penzolano, sono reggi calze, all'interno ci sono pure le calze, cazzo, questo non é proprio il mio stile, giuro che...«davvero belle» riconoscerei quella voce dovunque, «non l'ho comprati io, mi ha fatto un regalo Christina, ma si é sbizzarrita troppo, riposo il completo nella busta, cazzo che imbarazzo, lui viene dietro di me abbracciandomi, avrà la febbre sicuramente, non é il solito Demon, «ok, che succede? » «nulla, perché? » «tu non mi abbracci mai» «ce sempre la prima volta»gli sorrido, «ok devo dirti una cosa» lui si stacca da me incrociando le braccia al petto, cazzo, é davvero muscoloso, mi riconcentro, «stasera, io e Christina andiamo...si ecco...andiamo ad una festa» lui resta impassibile, abbassa lo sguardo sorridendo in modo da far paura davvero, «va bene» si appoggia all'armadio con la schiena, «va bene?» «si» lo guardo in modo strano, «sicuro di sentirti davvero bene?» lui scuote la testa divertito, «si, tanto stasera anch'io sarei dovuto andare in una festa» il mio cuore accelera, quale festa? «quale festa?» lui ghigna, «gelosa?» «io? No, per niente, l'importante che stai attento» gli volto le spalle, la gelosia mi consuma fin dentro le ossa, ad una festa senza di me, so già come andrà a finire questa sera, litigheremo di sicuro, «ci vediamo dopo» mi da una pacca sul sedere ed esce dalla mia camera, «cosa cazzo sta succedendo?!» «e lo chiedi a me? Ha pure lo stesso comportamento il mio ragazzo, stanno nascondendo qualcosa» mi volto, é Christina, « mi ha detto va bene, lui mi dice va bene per andare ad una festa piena di ragazzi che ci provano a dismisura, ce qualcosa che non va veramente» sono agitata, fin troppo, «calmati, noi stasera usciamo, ci divertiamo, e per una sera ce ne freghiamo di loro come loro fanno di noi, semplice, prepara il vestito più sexy che hai, gli faremo pentire di averci detto si» «sono confusa, noi volevamo andare a tutti i costi a quella festa, e allora perché siamo seccate con loro se hanno detto va bene?» «perché loro dovevano dirci no» Christina sorride vittoriosa per la sua logica impeccabile, «resto sempre confusa, ma va bene» lei alza gli occhi al cielo, «questa é l'ultimo giorno che stiamo a New York, dobbiamo passarla nel miglio modo possibile, ho già progettato tutto, andiamo alla festa, alle 2 andiamo via dalla festa, andiamo in spiaggia, facciamo il bagno, alle 6 del mattino torniamo a casa, ci facciamo una doccia, sistemiamo le ultime cose in valigia, dormiamo un pò, alle 10 ci alziamo, facciamo velocemente colazione, andiamo in aeroporto, aspettiamo che si faccia mezzo giorno e saliamo su quel dannato aereo per andare a sballarci la vita nei posti più caldi e belli in assoluto, allora, com'è il piano?» «poteva essere creato solo da una pazza squilibrata come te, se mi ritiro alle 6 del mattino, Demon mi uccide» «Demon ti ha permesso di spassartela stasera, e tu, mia cara sorella di avventura, lo farai senza rimorsi e pensieri» la guardo sconcertata, «e va bene, facciamolo.»
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Pov's DemonNon sto impazzendo, semplicemente in quella festa ci sarò anch'io, perciò la terrò d'occhio a ogni minimo movimento che farà, un passo falso e la punisco per bene, «Demon fratello, che cazzo di maglietta devo mettermi? Questa o quella che avevo oggi?» fisso le due magliette, «metti quel che cazzo vuoi, non devi fare conquiste, stai con mia cugina, ricordatelo, o sarò costretto a spaccarti il culo fratello» lui ride, «voglio essere bello lo stesso» prendo la maglietta che avevo preso dal mio armadio precedentemente e la indosso, una maglietta semplicemente nera, ma mi fascia il fisico, «cazzo amico, se non fossi maschio, e se non fosse che amo da impazzire le donne, sarei venuta a letto con te volentieri, ma amo troppo le tette, mi dispiace» scuoto la testa, «sempre il solito» lui ride, poi si accende una sigaretta, «a proposito» fa un tiro lungo, «alle 2 dobbiamo andarcene, abbiamo da fare una cosuccia in mare» ritorno completamente serio, «lo so già, questa volta te le sporchi tu le mani, io ho già fatto abbastanza questa settimana» esco dalla stanza, la vedo intenta a sistemarsi le scarpe da tennis, ha dei pantaloncini di jeans chiari e un top corto, mia cugina spunta accanto a lei, anche lei ha dei pantaloncini ma un top più corto di lei, si vedono i migliaia di tatuaggi che ha, lei si accorge di me, mi sorride, mi viene incontro e mi lascia un bacio sulle labbra, corre verso mia cugina, lei lo sa ciò che provo per lei, la stronza sa fin troppo di me, i miei pensieri vengono interrotti, «Demon ce un problema» corruccio la fronte osservando Ryder «quale» «ci stavano spiando, li abbiamo catturati, sono una donna e un uomo» «mi occupo della ragazza» lui annuisce, mi fa cenno di seguirlo, comincia a camminare , lo seguo, scendiamo le scale e arriviamo ai sotterranei nascosti, sento le urla della ragazza, ciò che si merita per aver osato entrare nella mia proprietà a spiarmi, sbalanco la porta e quando i suoi occhi mi osservano la riconosco, «Nancy».
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𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛
ChickLitEmery Holt, una ragazza povera proveniente da Barranquilla, per far vivere la sua famiglia parte per los Angeles, ma chi l'avrebbe mai detto che un volo non programmato, potesse stravolgere completamente la sua vita, tutto é partito da lì, da un...