Pov's Demon
«Lasciateci soli» i miei amici escono dalla stanza, sanno chi é lei, sanno tutto, in fondo, sono loro coloro che sono stati accanto a me quando eravamo solo adolescenti scappati da casa, «Demon io posso spiegati ogni minima cosa» «fallo» il mio tono é glaciale, persino tagliente, potrei ucciderla solo guardandola, «ho fatto credere di essermi tolta la vita perché mio padre aveva scelto la mia vita, l'aveva programmata in ogni minino dettaglio, io però non volevo, ero incinta del tuo bambino e amavo te, tu mi avevi solo usata ed é stata la soluzione perfetta per inscenare la mia morte» «per colpa tua, ho ucciso tuo padre, l'uomo che chiamavo zio, l'uomo a cui volevo bene di più di un padre, ho litigato con tuo fratello dichiarandoci guerra, e ora, cerca di uccidere la mia donna» lei si irrigidisce, sta piangendo, «io non volevo causare tutto questo, mi dispiace, mi dispiace davvero, se tornassi indietro cambierei molte mie decisione, lasciami libera e convincerò Roger a lasciar in pace la tua ragazza e finirà tutto» ho gli occhi lucidi, «era davvero mio figlio?» lei annuisce, «che fine ha fatto?» lei abbassa lo sguardo, «ho avuto un aborto spontaneo, non sei padre Demon Mitchell» mio figlio é morto, non é sopravvissuto, e tutto questo per colpa mia, i sensi di colpa aumentano sempre di più, lei non doveva ritornare, non doveva proprio, ritornano a galla le cazzate e tutto quello che ho fatto in passato, mi sento più sporco di prima, ho l'anima macchiata e distrutta, «sei veramente innamorato di questa ragazza? O farai come hai fatto con me Demon? Se non sei capace di amare, non sforzarti a farlo, distruggi solo la persona che ti sta accanto» non gli rispondo, gli giro le spalle, «perché eri qui a spiarmi? Come hai fatto a trovarmi?» «ti seguo da quando é entrata lei nella tua vita, ero tornata perché pensavo che forse da maturo saresti riuscito ad innamorarti di me, ma quando é entrata lei nella tua vita, hai allontanato Chantal, e hai preferito una cameriera, hai sempre preferito loro, ami correre sotto le gonne delle cameriere, sei come tuo padre, stesso sangue non mente» l'adrenalina, la scarica più potente mai avuta, mi giro e senza pensarci gli do uno schiaffo, lei perde l'equilibrio cadendo a terra, «sei uno stronzo!» piange più forte, «e tu non sei cambiata, ti punivo all'epoca sempre per lo stesso motivo, voglio rispetto, e ora, le cose sono cambiate, nella mia città, comando io, qui ci sono le mie regole e giochiamo a modo mio, adesso, sono due le cose da fare piccola Nancy, o ti uccido, o lascio che i miei uomini si divertino con te, d'altronde non hai mai rifiutato una scopata, ricordi no? Persino davanti tuo fratello, continua a fare la troia é l'unica cosa che ti riesce bene» gli volto le spalle e cammino verso la porta, «preferisco morire, piuttosto che essere toccata da quegli animali»mi giro verso di lei, é bella, ma non quanto Emery, mi avvicino a lei, mi avvicino al suo orecchio, «puoi prendere per il culo gli altri ma non me Nancy, ti conosco troppo bene» gli strappo la maglietta di dosso vedendo che ha una piccola telecamera, «te l'ho imparato io questo trucco, che avresti fatto poi mh? Avresti fatto vedere i video a Roger? Non sei cambiata per nulla, rimani una troia senza dignità» prendo la telecamera e la metto nella tasca, prendo la pistola caricandola, «se io non uccido te, tu farai uccidere me, funziona così, te l'ha imparato Roger non ricordi? Io si mia cara Nancy» mi avvicino di nuovo a lei, mi avvicino al duo orecchio, gli poggio la pistola al petto, «salutami tuo padre all'inferno, digli di perdonarmi» sparo,lei sussurra, mi sposto , esco fuori dalla stanza, sono tutti li a fissarmi, «o la uccidevo, o avrebbe fatto uccidere noi» li supero, salgo le scale, adesso é veramente morta Nancy Owen.
Pov's Emery
«Dai non ti farà nulla, é solo il 4° bicchiere di birra, vedi? Non sei neanche ubriaca» «io no, ma tu si» lei ride, ha già un ora che siamo a questa festa e già non me posso più, lui sarà sicuramente in quella festa che se la sta spassando, e io qui mentre faccio credere a Christina che sono tremendamente divertita, «ok, quello é un miraggio, sono io che sono troppo ubriaca, o quelli sono i nostri ragazzi» mi giro verso la sua indicazione, ora capisco tutto, e per questo che non hanno detto di no, perché ci sarebbero stati anche loro, ecco la famosa festa, ma il punto é, perché ritardare di 1 e mezza? Christina mi tira verso di lei facendomi sedere nascosta dietro il bancone degli alcolici in cucina, «siamo fottute, se quello stronzo mi vede già ubriaca, mi riempirà la testa di ramanzine» «non pensi che nascondendoci li renderemo più nervosi? Insomma, se pensano che gli abbiamo mentito per fare qualcos'altro? » «meglio, così ci restano come idioti» sbuffo, mi alzo ripulendomi il di dietro dei pantaloncini di jeans, i miei occhi si scontrano con i suoi, non aveva quella maglietta quando sono andato a salutarlo, il suo volto e cupo, come il suo amico a fianco a lui, la sua espressione é impassibile ed é teso, molto, viene verso di me, gli prendo la mano, «non ti ha insultata o importunata nessuno vero?» la sua voce é fredda, «no stai tranquillo » lui annuisce, mi stringe la mano, «Demon cosa é successo?» il mio tono e preoccupato, «niente, sono teso per il viaggio di domani» ormai capisco quando mente, «balle, stai mentendo cosa é successo?» lui mi prende per la mano trascinandomi fuori da lì, usciamo nel grande giardino, lui si mette le mani ai fianchi, lo sguardo basso mentre si morde il labbro inferiore, «Demon» lui punta il suo sguardo pesante addosso al mio, «ho ucciso una ragazza» i suoi occhi diventano lucidi, punta gli occhi in un'altra direzione, possibile che stia per piangere? Vado verso di lui, gli prendo la mano stringendola, «non voglio saper e il motivo, so che sarebbe troppo, voglio solo sapere chi fosse» lui stringe di più la mia mano, mi fa male, ma provo a resistere e a concentrarmi non sul dolore che provo alla mano, ma al suo dolore, quello che lo sta spezzando dentro, «Nancy» ricordo quel nome, impossibile dimenticarlo, la sua storia, la ragazza che si é suicidata....come é possibile se era morta? «non era morta, lavorava per suo fratello, voleva vendicarsi di me, per il dolore che gli ho provocato» ricordo che era incinta...«quindi...tu..tu...sei, padre» lui resta in silenzio, «no, ha avuto un aborto spontaneo, possibilmente per i troppi dispiaceri, non so cosa lei abbia fatto, ma mio figlio é morto tanti anni fa» lui lascia la mia mano, io la controllo, é rossa, fin troppo rossa, lui la osserva, ce un vaso, senza preavviso lui gli da un calcio facendolo sbattere contro il muro rompendolo in mille pezzi, si passa le mani sul viso, mi avvicino a lui, «ehi, guardami» lui obbedisce, «so cosa stai passando ora, ma non puoi autocommiserarti così, non puoi» «ha riaperto una cicatrice troppo grande, una cicatrice fin troppo dolorosa» da un pugno nel muro, io sussulto, «l'ho uccisa cazzo!!» urla disperato gli prendo il volto nelle mani, «era importante per te?» lui mi guarda con intensità, «no» «allora se l'hai fatto é per una buona causa» «se l'avrei uccisa io, lei avrebbe ucciso noi, avrebbe ucciso tutti » «allora smettila di prenderti di rabbia per lei, non pensarci, ti distruggi solamente» lui mi prende dai fianchi abbracciandomi improvvisamente, «andiamo a casa?» lui mi bacia il collo, «no, voglio andare al mare» «andiamo allora» lui mi prende per mano e andiamo verso l'auto. «mi mancava ritornare qui a los Angeles » lui si mette le mani in tasca guardando il mare, «siamo al sicuro, non ce nessun pericolo é la mia città questa, chi mi tocca muore» la sua voce é vuota, nessuna emozione, nulla, «perché hai deciso di venire al mare?» «mi aiuta a pensare, il mare é trasparente, senza segreti, ma solo al mattino, la sera diventa pericoloso, oscuro e non sai cosa nasconda in profondità, diventa violento, spietato, misterioso» mi avvicino a lui, gli stringo la mano, lui le guarda, «perché stai ancora con me? Non hai paura di me? Ho ucciso una persona che era stata importante un tempo, ho ucciso una ragazza» «so che non arriveresti a tanto con me, e no, non ho paura» «tu mi ami?» la sua domanda mi blocca, «si, te l'ho sempre detto» mi accarezza il viso, mi bacia la fronte, lo abbraccio, lui ricambia, «non voglio distruggerti » un sussurro, «so che non lo farai» «ci proverò» alzo il viso guardandolo dritto negli occhi, « voglio fare il bagno» luo sorride, «facciamolo allora» mi stacco da lui incominciando a spogliarmi, corro verso l'acqua, mi giro verso di lui, «hai paura Demon Mitchell?!» lui passa la lingua nel labbro inferiore, comincia a spogliarsi, mi fa sempre un effetto vederlo in boxer, mi eccita da morire, si butta nell'acqua, risale in alto si risistema i capelli tirandoli indietro, mi osserva, gli sorrido, si avvicina a me, indietreggio, mi prende il braccio e mi tira verso di lui, «abbiamo lasciato Christina alla festa senza dirgli nulla, credo che appena rientreremo in casa mi ucciderà » lui ride, «fottitene». «sono le 5 del mattino, mi hai lasciata alla festa, dovevamo andare insieme al mare,non é giusto » Christina é davanti a me, «mi dispiace, non ho pensato di avvisarti, l'ho dimenticato» lei alza gli occhi al cielo, «e va bene, ti perdono, ma appena arriveremo in California devi venire con me» annuisco sorridendo, «cosa avete fatto?» «il bagno» «intendevo altro » vuole sapere se abbiamo fatto sesso? Beh, é stata la prima volta a cui non abbiamo pensato a quello, «no, non abbiamo fatto sesso» prendo le ultime cose rimaste nel letto e le metto all'interno della valigia, «io ho finito, dovresti pensare a sistemare la tua di valigia» lei sbarra gli occhi e corre verso la sua stanza, rido, prendo la valigia mettendola vicino alla porta, ritorno a sedermi nel letto, mi sdraio pensando alla giornata di oggi, chiudo gli occhi, in poco tempo mi addormento.
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𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛
ChickLitEmery Holt, una ragazza povera proveniente da Barranquilla, per far vivere la sua famiglia parte per los Angeles, ma chi l'avrebbe mai detto che un volo non programmato, potesse stravolgere completamente la sua vita, tutto é partito da lì, da un...