Capitolo 5

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"Lia, tesoro svegliati!" le disse il gatto che aveva davanti.
Era più che sicura che non fosse Rosso, aveva caratteri molto diversi dai suoi.
Il gatto piegò la testa e urlò : "Svegliati tesoro!"
Lia continuava a non capire, svegliarsi da cosa?.
Il gatto non c'è la fece più e le saltò addosso.

Lia sobbalzò sulla sedia.
Si guardò attorno confusa, si trovava ancora in cucina e sua madre la stava chiamando scuotendola da un braccio.

L'orologio appeso sopra la Tv segnava le nove e mezza.
"Lia, ma cosa ci fai in cucina?" continuò sua mamma guardandola perplessa.
"Oh, mamma scusa, devo essermi addormentata qui" disse Lia stropicciandosi gli occhi.
"Questo lo vedo, ma cosa ti salta in mente di scendere nel bel mezzo nella notte e mangiarti i cereali, guarda che macello hai combinato" disse la mamma alzando la voce è indicando la tazza mezza vuota che Lia aveva di fianco.
Nella notte si era rovesciata e aveva sparso sul tavolo e a terra il suo contenuto.
La stupenda tovaglia verde aveva ormai cambiato colore e Lia si ritrovava con metà braccio sporco di latte.

Sgranò gli occhi guadando la ciotola, chiaramente durante la tarda serata, Lia, ormai addormentata, aveva urtato la ciotola facendola ribaltare.

Cercò una scusa credibile da poterle dire, ma non riusciva a trovarne una.
Alla fine disse la verità "Em...., mamma non avevo mangiato la sera prima... avevo fame, poi non lo so, mi sono addormentata", con la voce che le tremava.

"Ma non si fanno cose del genere, potevi almeno mettere via la ciotola, guarda che macello, devo ripulire tutta la cucina, sei una irresponsabile, quando ti deciderai a crescere? Ora fila in camera tua subito e non scendere prima di pranzo"articolò la mamma tutto in un fiato irritata e indicando le scale.

Lia si alzò velocemente dalla sedia e arrivata davanti ad esse, a distanza di sicurezza da lei, aggiunse "Ieri sera, in vece di lasciarmi dormir , potevi venire a chiamarmi per avvertirmi che era pronta la cena, ma non l'hai fatto e queste sono le conseguenze".

Sua madre la guardò accigliata per qualche secondo che sembravano interminabili, non riusciva a credere alla sue orecchie.
"Come osi rispondere così a tua madre? Vuoi fare tanto la saputella è? Tutti i sacrifici che faccio per te e tu mi rispondi in questo modo? Bene, non osare scendere a pranzo, digiuna tutto il giorno, e non provare ad uscire di casa" disse sua madre facendo esplodere tutta la sua ira.

La sua faccia si era arrossata e aveva urlato talmente forte che Lia sperò che i vicini non l'avessero sentita, anche se era piuttosto improbabile.
Se non oggi, sicuramente l'avevano sentita in altre occasioni: urlava sempre.

"Ma guarda che maleducata" continuò a dire mentre Lia saliva le scale indispettita.
In una famiglia normale cose del genere non sarebbero mai successe.
Lia si era addormentata in cucina? Nessun problema, quattro risate e via.
Ma la famiglia di Lia non era normale.

Da quando era successo, sua madre era diventata cattiva e severa, aveva smesso di sorridere o di divertirsi.
Aveva trasformato la vita dei suoi quattro figli già rovinata, in un inferno.
Con lei non potevi fare niente, niente che non fosse seguire le sue regole.

Addormentarsi in cucina evidentemente non era una cosa approvata, e ancora peggio risponderle.

Una volta suo fratello gemello James era tornato a casa con cinque minuti di ritardo, era nato il putiferio mai visto nella storia.
I vicini si erano talmente spaventati pensando che fosse accaduta chissà cosa, che erano venuti a controllare.

Sua mamma aveva aperto la porta, e con grande abilità, aveva esibito il suo sguardo controllato e calmo riferendo le seguenti parole, "Cari vicini, mi fa molto piacere che siate venuti a controllare, ma forse nessuno vi ha insegnato di farvi gli affari vostri, non abbiamo bisogno del vostro aiuto e niente meno della vostra compassione".

Cronache di Thule: L'ultima RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora