Capitolo 18

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Stavano percorrendo i corridoi della biblioteca.
Il silenzio era pensate intorno a loro.
James di fianco a Lia.

Si era ripreso velocemente grazie soprattutto a Giasprà
che per precauzione lo aveva circondato da un campo protettivo contro l'anti Flusso.

Ma Lia sapeva che non era niente di buono e perlopiù nulla di trascurabile.

James alla fine non raccontò a Lia del sogno, sentiva che doveva tenerlo per se come un segreto che non
andava assolutamente svelato, e forse la chiave della sua libertà.

Si fermarono nel giardino e si sedettero a gambe incrociate pronti a raggiungere la Rivelazione il prima possibile.

Ma, tralasciando delle strane scintille emanate per qualche secondo dal palmo di James, non ci fu nessun miglioramento.

Mentre tornavano al palazzo però Lia notò un simbolo familiare su un libro esposto, si avvicinò e quasi non credete alla sua vista.
Forse qualcosa di positivo stava per accadere in quella lunga giornata iniziata in modo così disastroso.
Era l'emblema inciso sul suo arco e sulla sua spada, sporse la mano per prenderlo dallo scaffale ma non ci riuscì in tempo.

Giaspra aveva notato la sua curiosità e afferrandogli un polso la portò via dicendo: "Lia, quel libro non ha
nulla d'importante, lascialo perdere"

Ma lei non si diede per vinta e quella sera stessa agì.

***

Scese dal letto facendo meno rumore possibile.
Aveva aspettato che Challor e James si fossero addormentati, quando aveva sentito i loro respiri farsi regolari si era messa in azione.

Aveva deciso di non metterli in mezzo e di parlarne con loro solo a fine esito.
Camminò scalza in punta di piedi, silenziosa come un felino, chiudendosi la porta alle spalle.
Il corridoio era in penombra ma una lieve luce proveniente da una porta socchiusa rischiarava la parete di fronte.

Fece un ampio respiro per cercare di rallentare il battito del suo cuore infuriato peggio di una tormenta. Fece due piccoli passi verso l'uscita ma presto si bloccò di colpo.
Aveva sentito delle voci parlare. Un altro respiro, chiuse gli occhi.
Si voltò a ritroso.
Niente, l'andito pareva vuoto.

Poi la sentì di nuovo. Era una voce maschile e molto rauca.

Si avvicino alla fonte del suono e si mise in ascolto. La voce stava dicendo:"...infatti è davvero incredibile".
Un'altra voce, Lia riconobbe quella di Giaspra.
"È l'unica soluzione possibile, ma non sono sicura, Guardiano lei che ne pensa?"

Lia si ricordava qualcosa a proposito del Guardiano, ma non riusciva a richiamarlo alla memoria.
La voce rauca continuò: "se hai ragione spiega tutto, io avevo sentito dire di uno che si trasferì nel mondo
degli umani, si diceva fosse l'ultimo della sua razza."

Seguì un lungo silenzio e Lia capì, il Guardiano era il nonno di Challor, l'uomo nel negozio Desideri.

Giaspra continuò: "così spiega anche tutto sul loro legame alla forza vitale"
"Esatto, ma non concludiamo con soluzioni affrettate,
meglio essere certi, continuerò a indagate."
"Va bene"
"Comunque sono molto sollevato che si è preso lei il carico, le farò visita al più presto, ora la saluto" disse alla fine il Guardiano.

"Grazie a te" rispose Giaspra.

Un lieve rumore cigolante riscosse Lia.
Si sentì gelare il sangue, l'avrebbero scovata se fosse rimasta li impalata.

Cronache di Thule: L'ultima RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora