Capitolo 19

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Il giorno dopo l'incontro con il drago, mentre stavano percorrendo i soliti corridoi della biblioteca, Lia scoprì che il libro era scomparso e al suo posto un vaso con delle Rose occupava lo scaffale.
Fissò accigliata per qualche secondo il nuovo scenario, gli mancava così poco per scoprire qualcosa di più, nuovi dettagli.
Strinse i pugni.

In un momento di quiete raccontò a Challor e a James del discorso tra Giasprà e il guardiano e la sua missione sul recupero del libro dei Vigilanti, senza però accennare al drago.
Sentiva in cuor suo che non parlarne era come fare un favore a Syrax.

E così passarono due mesi.

Lia e James vennero a sapere che loro madre era convinta che fossero in Stage ma si chiedevano fino a che punto quella menzogna avrebbe retto.

I rapporti tra di loro migliorano gradualmente, piano piano iniziarono a sentirsi parte di qualcosa, nuovi legami.

Challor perfezionò la sua arte da Maestro Flusso a livelli altissimi.

James diventò sempre meno riluttante e presto gli venne offerta la possibilità di allenarsi con Lia.
Solo poche resistenze si intromisero sul suo acconsentire.
Fu invitato a studiare con la spada della sorella e presto diventò sua di diritto.
E per finire Lia progredì in modo sublime con l'arco da essere quasi considerata un'arciera.
L'unica pecca fu la Rivelazione che ancora non si era mostrata e tutti iniziavano a chiedersi se ci fosse davvero un qualche dono per i due fratelli.

Il Nerediano, la lingua di Nereide, dei nuovi arrivati
diventò sempre più scorrevole e già dopo solo un mese riuscivano a comprenderlo nonostante parlarlo era ancora fuori dalla loro portata.


Ogni tanto Lia, a punta di piedi per non svegliare gli altri, andava a trovare Syrax e si facevano compagnia a vicenda nella loro confusione.
Smise di farsi domande, perché intanto le risposte arrivavano quando era il momento giusto, e così scoprì che Giaspra non mangiava mai con loro perché per le ninfe era un sacrilegio violare le leggi della natura.
Non potevano mangiare derivati dagli animali, e la loro dieta era formata da verdura e legumi a stretto contatto con la natura infatti bisognava offrire alla forza vitale metà del pasto.
Ogni giorno si recava al bosco vicino, compieva i suoi strani rituali e mangiava da sola ascoltando il canto della natura, Lia la considerava una vegetariana un po' egocentrica.

Poi un sera, invece della solita routine, Giaspra li portò nel suo studio, che era la stanza accanto a quella dei ragazzi, e mostrò una cartina con su tutta Nereide. Spiegò che essa aveva una organizzazione diversa dal mondo che conosceva Lia, non esistevano stati o capoluoghi ma distretti.
Nereide era formata da dieci anelli concentrici chiamati distretti e separati da delle mura. I cerchi più si avvicinavano al centro più diventavano piccoli.
Il più grande era chiamato Perfusorium e comprendeva tutto il territorio esterno e vasto ma poco popolato a causa delle catene montuose che lo costituivano.
Gli altri nove erano molto più vivi e tutti denominati con strani nomi.
A Lia piacque il distretto quattro che si chiamava Marea, interamente costituito da acqua e tantissime isole.

Giaspra aveva spiegato che essa assomigliava ai laghi che circondavano i castelli per proteggerli, mancava solo il ponte levatoio e i mostri marini.
Maree però era molto più abitata di Perfusorium perché costellata da isole.

L'ultimo cerchio, Suma, era composto da una sola città nominata Urbe, la capitale dj Nereide.
E al suo centro si trovava lo Syla.

Lia era stata molto soddisfatta sulla spiegazione grazie soprattutto ai dettagli che la ninfa non omise.

Il nonno di Cha venne a trovarli un paio di volte, li degnava di un saluto fuggitivo e si recava nella stanza della Ninfa a parlare anche per ore.

Invece Cha ogni tanto spariva per un paio di giorni dicendo che andava a salutare la sua famiglia.
Lia avrebbe tanto voluto andare con lui e conoscere nuove parti di Thule, oltre alla casa di Giaspra, ma rifiutava sempre troncando la domanda.

James non accennò più ai sogni strani e ben presto tutti si dimenticarono del suo spaventoso delirio.

Lia si abituò a tutte le stranezze di Nereide, alla sua nuova famiglia, e due mesi passarono veloci, troppo veloci.

***

"Syrax, sai qualcosa a proposito dei vigilanti?" chiese una sera Lia speranzosa, mentre il buio li circondava, rischiarato soltanto da un debole fuocherello in mezzo a loro.
Aveva la schiena appoggiata a uno scaffale e riusciva ogni tanto a cogliere il respiro profondo del drago. "Non so molto, come tutti d'altronde" rispose lui pensieroso. Uno sbuffo uscì dalle sue narici.
"Ci sono molte leggende che si contrappongono fra di loro ma l'unica cosa sicura è che furono i nostri salvatori". "Già, per colpa del sigillo, Giaspra ci ha spiegato tutto" esclamò Lia.

"Esatto, quando fu imposto la gente andò in confusione, non si hanno più certezza d'allora".
"Chi impose il sigillo e perché?" chiese
lei ottimista ma il drago rispose "Lia, non lo so, è passato un secolo dal regno antico e non è poco fidati, ma toglimi una curiosità, perché ti interessano molto i Vigilanti?"
"No niente.. Ma... non importa" concluse Lia distogliendo lo sguardo.

"Che cosa non mi hai detto Lia?", la voce di Syrax
diventò seria è profonda.
Lia si fece titubante ma poi tirò fuori la spada dal suo fodero. Ormai portava sempre con sé una delle due armi a turno con suo fratello. La mostrò al drago mentre si illuminava debolmente, indicò il simbolo.

Syrax emise un piccolo tuono preso dalla sorpresa. " È magnifica, non credevo che ne esistessero ancora". "Che sai di queste armi?" chiese Lia sicura.

"Si chiamano Vilis, si diceva fossero collegata al Vigilante che la possedeva, condividendo l'anima, la cosa magnifica di queste spade è che si illuminano quando qualcuno la impugna, sai cos'è la luce?".
Lia scosse la testa. "Non ne sono sicuro, ma credo sia la purezza dell'arma, la luce della natura... Però..".

Si bloccò di colpo. "C'è un però?" domandò Lia

"Si, la cosa che non quadra è che la lama muore insieme al Vigilante che la possedeva, e che nessuno e dico nessuno poteva impugnarla al di fuori di se, chi osava così tanto moriva a solo toccarla con un dito" Lia sgranò gli occhi. "Come posso allora impugnarla?"
chiese sconvolta.

"Non è questo il punto, come può esserci ancora un arma del genere se i Vigilanti sono tutti estinti?".

Un silenzio pieno di inquietudine cadde su di loro, pesante come un gran masso.
"Chi ti ha dato questa arma? chiese dopo un po'
Syrax.
"Giaspra, ti lo detto che mi sta addestrando, so usare meglio l'arco, però tutte queste cose lei non me la aveva dette "rispose Lia pensierosa.

"Oh, sì, l'arco, la sorella gemella della spada, sono più potenti le due armi quando sono vicine, hanno la stessa forza vitale, al contrario però della spada, essa può essere impugnata da chiunque".
Lia annui confusa come non mai, più che raggiungere risposte si creavano altri quesiti maggiormente complicati.

Abbassò gli occhi affranta mentre la stanchezza iniziava a prendere il sopravvento.
"Lia tranquilla, tutto quello che fa Giaspra è solo per difenderti".

Lia annuì stanca senza avere le forze per porsi nuove domande.

Cronache di Thule: L'ultima RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora