Capitolo 13

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Indefiniti Anni prima.

Guardava i suoi minuti piedi mentre cercava di stare in equilibrio sul masso in mezzo al fiume.
Ormai poteva quasi definirsi un'esperta in quel gioco.
Era il passatempo preferito di tutti i ragazzi del sul piccolo quartiere.
Saltare sulle rocce perfettamente in fila da una sponda all'altra dello Scas, chiamato così in Elfico Antico.

Lo Scas era un rivo molto particolare, già dal suo nome si poteva capire, infatti esso in Nerediano significava contrario, contrario come è lo scorrere delle sue acque, dal mare alla fonte in cima alla Caya, la montagna più alta del Perfusorium.

Il torrente poteva anche essere considerato il più lungo di tutto Nereide, passava interamente tutti i distretti fino al mare nel lato opposto.

Nel punto in cui lei lo stava attraversando, le acque erano tranquille e quieti, quasi come se fossero ferme, ma ti bastava camminare per mezzo kilometri che una cascata, ovviamente avversa, si presentava in tutta la sua strana bellezza. dove in cima riprendeva il suo scorrere verso Caya.

La rapida era bellissima da osservare, il suo modo di raggirare le leggi della natura e la gravità stessa.
Si vedeva come l'acqua salisse su per la parete rocciosa creando un vero è proprio muro trasparente, scosso qua è la da increspature.

Nessuna sapeva come mai fosse nato un fiume così particolare e ... DIVERSO, diverso come lei.
Era facile dire che lo Syla aveva fatto un errore con lo spargere del Flusso, ma era impossibile fornire una vera e propria soluzione all'enigma.

Si fece coraggio e saltò sul masso vicino cercando di mantenere l'equilibrio.
Guardò il cielo dove le due Lune la osservavano in modo riprovevole, come se sapessero quello che stava facendo.

Era notte fonda e come sempre, uscita dalla finestra della sua stanza, si trovava a saltare in mezzo al fiume come un suo rituale.
Un modo per calmare la sua anima tormenta, lacerata dai sui coetanei.

Si sentiva diversa e forse lo era veramente, ma non c'era nessun bisogno che la trattassero così malamente.

Si era unica, come lo Scas e allora?

In fondo è bello ciò che è diverso, ma loro non la capivano.
Perché non volevano comprenderla? Si chiedeva spesso, ma mai nessuno gli dava risposta.

L'unica cosa che sapeva era che ormai tutti avevano avuto la Rivelazione, il giorno tra i sei e nove anni in cui il tuo dono usciva finalmente in mostra, tutti tranne lei.

Sapeva che il Flusso si muoveva e scorreva in modo diverso per ogni individuo ma la Rivelazione c'era anche per il più misero dei poteri.

Sospirò e fece un altro piccolo salto.
Si sentiva inutile, insignificante.

Puntò lo sguardo verso la sponda e vide una strana luce in mezzo al fogliame che circondava lo Scas.
Esso infatti scorreva pochi metri lontano da casa sua in mezzo a piccoli boschi o erba bassa.

Il bagliore sfavillò e scomparve dietro un cespuglio.
La curiosità della piccola ragazza si accese pimpante.
Saltò gli ultimi massi e velocemente frugò in mezzo al cespo per cercarla.
Ma presto rimase delusa, in torno a se c'era solo il buio e il chiarore quasi impercettibile del Flusso nelle foglie degli arbusti.

Si alzò e camminò per più di dieci minuti sulla riva quando una voce chiara e pura vicino al suo orecchio disse "chi sei?".
Lei fece un salto, allontanandosi subito e osservando in torno, con il corpo che iniziava a tremare.

"C'è qualcuno?" disse balbettando, ma non ci fu risposta.
Rimase pietrificata sul posto con il cuore a mille aspettando, niente solo silenzio.

Decise di tornare a casa presa dalla paura e cercò di fretta la fila di massi.
Prima che riuscì a trovarla la voce parlò di nuovo vicino a lei ripetendo le stesse identiche parole.

Si fermò di colpo e pronunciò la stessa domanda ma ovviamente nessuna risposta.
Il terrore si faceva sempre più accecante.

Cercò di rilassarsi.
"Lo sai, io ti capisco" disse di nuovo la voce dietro di lei.
Si guardò riflessa nel limpido fiume e poi con molta cautela si voltò.

Un bambino proprio come lei, la stava fissando.
Era talmente bello e puro che dava un senso di innaturale come se fosse qualcosa che la natura stessa rispingeva.

Notò che faceva uno strano effetto al Flusso del terreno sotto i sui piedi.
La corrente luminosa lo circondava senza mai toccarlo quasi spaventata da lui.

Lei non aveva mai visto una così strana creatura, una vita non solo scollegata ma anche ripugnante per la forza dello Syla.

Si guardò i suo piedi scoprendo con un sospiro che su di lei non succedeva lo stesso effetto, il Flusso le passava sotto intuendo che in qualche modo era collegata.

Il bambino non smetteva di fissarla con i suoi occhi rossi fuoco e capelli di un biondo così chiaro che potevano benissimamente essere scambiati per bianchi.

Sorrise "una volta io ero proprio come te, dimenticato" pronunciò di nuovo con la sua strana voce che, nonostante fosse bellissima, infastidiva le orecchie della piccola bambina.

"Ma io non sono dimenticata" disse lei con un filo di voce.
"Ah davvero? Che Rivelazione hai avuto?" insistette lui continuando a sorridere.

Lei non rispose abbassando gli occhi.
"Non c'è niente di cui vergognarsi, io sono qui per aiutarti" disse lui avvicinandosi.

Lei indietreggiò spaventata.
Il piccolo bambino smise di sorridere e serio disse "guarda, voglio mostrarti una cosa"
Si abbassò sul terreno e chiuse gli occhi concentrandosi e toccando con una mano la fredda superficie.

Il Flusso che prima non lo degnava di uno sguardo, si piombò verso la sua mano.

Fece un altro sforzo e poi si rialzò.
Tutto tornò come prima ma sul prato, al posto della sua mano, era nata una piccola Margherita bianca e bellissima.

"Come hai fatto?, Nessuno può farlo" sgranò gli occhi.
Non aveva mai visto un tale potere, un dono Flusso che creasse vita.
"È semplice, anche tu ne sei in grado" disse lui avvicinandosi.

Lei sta volta non si allontanò, guardandolo meravigliata.

"È bellissima vero? Basta che tu mi dica un si, un piccolo si e ti insegnerò tutto il mio potere, da secoli cercavo una come te, una con un così speciale potere" continuò lui con gli occhi brillanti di gioia.

"Ma io non ho avuto la Rivoluzione" continuò lei insicura.

"Non serve averla, a te non serve"

"Io non... Non lo so, ma tu chi sei?" chiese lei titubante.

"Sono un bambino, proprio come te" rispose con un cenno di nervosismo.
"Intendo il tuo nome" disse la piccola.
"Ohh io ho molti nomi, perché non mi dici il tuo invece?" Chiese lui come se già non lo sapesse.

"No" incrociò le braccia, "sei strano non mi fido".

Negli occhi del bambino scattò una scintilla malefica, doveva assolutamente persuaderla.
"Quindi la tua risposta è un no?" disse grave con la voce che era leggermente cambiata in peggio.

"Io.. non ho detto questo" rispose lei tremante.
"Facciamo così, ti do due giorni per decidere, ci incontreremo qui alla stessa ora" disse lui serio e scocciato.

La guardò un altro istante e piano piano la sua figura scomparve.
Lei rimase impietrita osservando lo spazio vuoto.

Abbassò gli occhi verso la Margherita che era ancora così bella è stupenda.
Aveva l'intenzione di raccoglierla ma non si fidava.
Si voltò e corse via verso la sua casa, passando per i soliti massi allineati.

Tuttavia qualcosa accadde contemporaneamente.
Il fiore si aflosció sofferente, cadde sul suolo diventando marrone e ripugnante.
Poi si frantumò in polvere nera lasciando come traccia: terra morta, al posto della bellissima Margherita.

Il Flusso si scansò da essa e non toccò mai più quella porzione di suolo, ormai era divenuta estranea alla natura.

Cronache di Thule: L'ultima RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora