Capitolo 2

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Lia si fermò ansimando, il cuore a mille, sudata fradicia.
Era arrivata nella piazzetta dove di solito si incontrava con Alena.
Tonda ed elegante, con una fontana al centro.
Perfino le panchine erano raffinate, di un verde smeraldo e luccicanti alla luce del sole.

Prese un respiro e si recò alla fontanella, circondata da piccioni che cercavano cibo.
Si bagnò la faccia, poi guardò la gente che camminava serena nella piazza.
Ma sì, che cosa potranno farmi ?, prese la sua bottiglia vuota, la riempì d'acqua, guardò un'ultima volta in giro poi si decise e se la svuotò addosso, senza lasciare neanche una goccia nella bottiglia.

Ora si che si sentiva meglio, alcuni ragazzi la indicavano ma non se ne curò, si diresse alla panca dove avevano deciso di incontrarsi con la sua amica, e si sedette gocciolando.
Decise di non pensare a Cha e alla strana sensazione che l'aveva stritolata fin alle viscere, magari era semplicemente svenuta, e dato che non l'era mai capitato non sapeva come fosse, una semplice coincidenza.

La cosa che la tormentava di più era che lui aveva fatto qualcosa, per forza..., sicura che lo avesse fatto?
Non ci capiva più nulla.

Quello che ancora non si spiegava era la sensazione di benessere comparsa come per magia.
No , no, solo coincidenze niente di più, mi sarei sentita allo stesso modo anche se lui non mi avesse incontrata .
Sorrise auto convinta, e i suoi pensieri scomparvero letteralmente quando vide arrivare la sua amica che la guardava in modo perplesso.

"Lia lo sai che sei bagnata fradicia?" chiese Alena
"Si che lo so, mi sono bagnata io, fa troppo caldo" e sbuffando scosse la mano.
L'amica scoppiò a ridere seguita a ruota da Lia, e fecero così baccano che alcune persone si girarono rimproverandole con lo sguardo.

Alena smise di ridere e si recò anche lei alla fontanella, e fece una cosa che Lia non si aspettava.
Riempì la bottiglia e glie la rovesciò tutto addosso bagnandola ancora di più.
Lei la guardò sorpresa, non si era accorta che l'amica gli aveva rubato la boccia appoggiata sulla panchina. Alcune persone scuotevano la testa, si alzò e nacque una vera e propria battaglia d'acqua al centro di Milano.
Passarono dieci minuti così, felici come non mai, ma una donna irritata urlò di smetterla rovinando tutto.
Alena si bloccò di colpo.

"Avevamo caldo" disse alzando le spalle e cercando di scusarsi.
La signora le rimproverò con lo sguardo.
Neanche le salutò quando andò via.
"Su possiamo andare, e non guardarmi così" disse poi a Lia.
Lia la guardò un altro istante e poi ricominciò a ridere, i suoi capelli ricci avevano perso volume a causa del peso dell'acqua e il trucco iniziava a gociolarle lungo i contorni degli occhi.

Lia l'abbraccio "Certo che io sono matta ma tu sei pazza da legare, da manicomio" cercò di dire, mentre rideva.
"Già" rispose Alena rilassandosi nel suo abbraccio.
Si staccarono e iniziarono a camminare gocciolanti, con Alena che zoppicava siccome era scalza.
Lia, in un momento di follia gli aveva anche tolto le scarpe e poi buttate da qualche parte alla cieca.
Ovviamente erano finite nella fontanella.
"Accidenti ma pure sull'asfalto ci sono le pietrine ? " imprecò Alena .

Scoppiarono di nuovo a ridere, "Basta, ora facciamo le serie, non so neanche se possiamo entrare nei negozi così" declinò Lia indicandosi, poi aggiunse: "Deve essere un regalo speciale, è di mia madre che stiamo parlando, lo sappiamo entrambe il comportamento che ha verso di me ... ma è comunque mia mamma... e io non ho la minima idea di cosa comprarle".

"Non ti preoccupare, c'è un'esperta con te" disse Alena creando un sorriso più innocente possibile.
"Si certo, come no !!" rispose lei divertita.

Cronache di Thule: L'ultima RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora